Sulla vite si possono trovare diverse specie di acari fitofagi. Le principali sono Panonychus ulmi (ragnetto rosso dei fruttiferi e della vite), ed Eotetranychus carpinis, (ragnetto giallo) ma, occasionalmente, possono essere rinvenuti anche Tetranychus urticae, (ragnetto rosso comune) e altri acari appartenenti alla famiglia degli Eriofiidi come Calepitrimerus vitis, agente dell’acariosi, e Colomerus vitis, agente dell’erinosi.
Nel controllo degli acari dannosi sulla vite un ruolo importante è rivestito dagli acari predatori e, in particolare, dai fitoseidi. Nell’Italia settentrionale su vite si possono trovare fino a 15-16 specie di fitoseidi che, in presenza di condizioni favorevoli, sono in grado di controllare in modo efficace le pullulazioni degli acari fitofagi. Accanto a specie strettamente carnivore come Phytoseiulus persimilis, ne troviamo altre con un regime alimentare misto “carnivoro–vegetariano” (Typhlodromus pyri, Kampimodromus aberrans, Amblyseius andersoni). Queste specie, infatti, possono nutrirsi anche di polline, nettare e miceli fungini e questa caratteristica risulta molto importante ai fini pratici, poiché consente a questo gruppo di fitoseidi di essere presenti sulla colture anche in condizioni di bassa densità delle prede.
Stanziali e abitudinari
Va detto, infatti, che i fitoseiidi legati a piante arboree sono predatori di tipo “stanziale”; essi svernano come femmina fecondata in ripari sulle piante e sono attivi per tutto il periodo vegetativo della vite e delle altre specie arboree, che non vengono quasi mai abbandonate.
La presenza e lo sviluppo delle popolazioni di fitoseidi sulle colture, in particolare nei vigneti, sono condizionati da diversi fattori, fra i quali i programmi di lotta antiparassitaria, le condizioni ambientali (es. microclima, giacitura, presenza di siepi), le caratteristiche morfologiche (es. tomentosità della pagina inferiore delle foglie) e lo stato fisiologico (es. stress idrico) delle piante ospiti. L’uso di insetticidi selettivi, ad esempio, è molto importante per valorizzare la presenza e l’attività di questi acari utili. Infatti le improvvise pullulazioni di molti acari dannosi (fenomeno detto acaro-insorgenza), spesso sono causate dalla rarefazione degli acari fitoseidi e degli altri insetti predatori in seguito a trattamenti eseguiti con prodotti ad ampio spettro d’azione.
Invece la vicinanza di piante che producono polline e nettare favorisce la permanenza di questi ausiliari sulle colture, potenziando la lotta biologica conservativa. Quindi l’adozione di pratiche agronomiche come l’inerbimento dei vigneti con molte specie vegetali, consente molto spesso un efficace controllo di ragnetti fitofagi, grazie alle ricadute positive sulle popolazioni di fitoseidi, in particolare K. aberrans e T. pyri. Piante che si sono mostrate utili nel vigneto per incrementare le popolazioni di questi predatori per sono il grano saraceno, l’alisso, la veccia, l’avena, la facelia.