Fare la cosa giusta, al momento giusto, al punto giusto. È quello che permette di fare l’agricoltura di precisione. Un sistema avanzato di gestione agronomica che, seguendo la celebre definizione data in un articolo pubblicato su Science dagli agronomi Robin Gebbers e Viacheslav Adamchuk, rispettivamente della tedesca Leibniz-Institut für Agrartechnik und Bioökonomie di Postdam in Germania e della canadese McGill University, ha come obiettivo principale: «l’ottimizzazione dei risultati del processo produttivo in termini economici e ambientali attraverso la lettura dei fattori che influenzano la produzione e la conseguente modulazione degli interventi sulla coltura».
Questione di millimetri
La viticoltura di precisione, sfruttando questi principi, ha alzato laddove praticata il livello di sostenibilità delle aziende che, con la tecnologia, sono riuscite a diminuire la quantità di input impiegati e migliorato il lavoro in vigna. Gli interventi con macchine operatrici che usano mappe tematiche, georeferenziate, evitano infatti doppi passaggi e agiscono con una precisione quasi millimetrica. Se gli effetti sono evidenti, in particolare dove le superfici sono più estese e tendenzialmente omogenee, i casi di applicazione in viticoltura sono meno numerosi rispetto ad altri comparti del settore primario, complici alcuni fattori, in primis la conformazione del territorio e la parcellizzazione degli appezzamenti.
Carte tematiche
Paolo Balsari è docente al Disafa dell’Università di Torino e si occupa, in particolare, di viticoltura di precisione. «In ambito agricolo – spiega – esistono limiti strutturali che rallentano la velocità di innovazione, tuttavia negli ultimi anni sono stati compiuti enormi passi avanti verso applicazioni concrete del concetto di agricoltura di precisione. Nel settore viticolo parliamo di applicazione della precision farming con interventi diretti o con carte tematiche. Nel primo caso citiamo, per esempio, la distribuzione mirata di prodotti fitosanitari, la sfogliatura, la raccolta e la guida assistita del trattore o il piantapali con Gps». Nel caso di viticoltura di precisione con carte tematiche (concimazione, stress idrico…), si prendono in considerazione i rilievi di vigore vegetativo e di produzione. Queste operazioni consentono risparmi evidenti in tutte le fasi di lavorazione. Balsari entra nel dettaglio: «Nella distribuzione di agrofarmaci, l’intervento ottimizzato in funzione delle caratteristiche del bersaglio (dimensioni, vigore vegetativo) consente risparmi fino al 50%, con una riduzione della deriva del 70%. Questo grazie all’uso di una serie di dispositivi di precisione, quali un pannello di controllo, sensori a ultrasuoni e sensori velocità di avanzamento, oltre a ugelli per la distribuzione del prodotto con controllo elettrico. Nel controllo delle malerbe, inoltre, l’irrorazione mirata con sensori ottici riduce gli sprechi di prodotto fino al 90%. Effettuando infine una selezione alla raccolta con una vendemmiatrice dotata di sensore per il rilievo quali-quantitativo delle produzioni, si ottiene una riduzione dei costi di vinificazione».
«Le tecnologie e le macchine all’avanguardia oggi maggiormente utilizzate per la viticoltura di precisione – afferma il tecnico Antonio Marino – sono sostanzialmente tre: gli atomizzatori a recupero, i sistemi di distribuzione a rateo variabile dei fertilizzanti e i droni, che rappresentano uno dei moderni sistemi di controllo delle superfici vitate e permettono un rilievo puntuale delle piante. Il controllo satellitare nella realizzazione degli impianti, inoltre, è una prassi consolidata, che semplifica e accelera la posa dei pali e delle barbatelle».
Agrofarmaci -55%
In Umbria l’azienda Arnaldo Caprai già diversi anni fa ha avviato un profondo processo di innovazione finalizzato a mantenere la leadership di mercato, ma con un approccio di sostenibilità a 360°. Coinvolgendo l’università e la ricerca, Caprai ha fatto della sua azienda il laboratorio reale per l’individuazione di strumenti tecnologici al servizio dell’ambiente e della qualità dei vini. In pochi anni l’azienda umbra è così passata dal vigneto analitico a quello digitale di oggi. «Grazie a un prototipo di atomizzatore a recupero prodotto con un sistema autolivellante adatto anche alle zone collinari, messo a punto da noi nel 2012, – afferma Mattia Dell’Orto, agronomo dell’azienda Caprai, – in tre anni abbiamo risparmiato l’80% di acqua e il 55% di fitofarmaci». Il prototipo è diventato un modello realizzato su scala industriale (“Bacco 1000” di Favaro). Continuando su questo percorso, oggi in azienda stanno provando un altro prototipo, chiamato provvisoriamente Agrishield, finalizzato al dosaggio perfetto del prodotto in tempo reale, attraverso un circuito controllato e comandi touchscreen, sulla base delle esigenze monitorate della pianta.
L’innovazione va oltre la sfida tecnologica: «Nell’impresa agricola di alto profilo – è convinto Dell’Orto – il risultato qualitativo si misura anche con l’impegno per la valorizzazione del territorio in cui si opera: questo significa investire capitali per la conservazione del territorio e del paesaggio».
Limiti strutturali
Il livello di diffusione della viticoltura di precisione in Italia è comunque ancora basso, se si esula dall’applicazione di alcuni sistemi o dalla singola case history. Ogni regione ha un territorio vitato differente, che richiede specifiche lavorazioni, spesso esclusivamente manuali. Il professor Balsari indica alcuni elementi che frenano la velocità di innovazione in agricoltura: «Si tratta di limiti biologici, perché i tempi di risposta sono lunghi; tecnici, per carenza di infrastrutture, come la banda larga o il 5G; ma anche umano-cognitivi ed economici». Il riferimento è all’età media generalmente elevata degli agricoltori, alla limitata propensione al cambiamento e alla ridotta dimestichezza con le tecnologie elettroniche e informatiche.
Rispetto al mondo imprenditoriale dell’industria, inoltre, il settore agricolo ha a disposizione risorse inferiori, dovute anche ai diversi interessi. I limiti economici, secondo Marco Miserocchi, direttore Italia della multinazionale Topcon Agriculture, sono agilmente superabili: «È vero – afferma – che le tecnologie e i software moderni hanno costi elevati, ma sono sforzi ammortizzabili nel tempo».