Con le abbondanti precipitazioni del mese di marzo e la primavera che si è fatta attendere anche nelle prime settimane del mese successivo, la vegetazione della vite dovrebbe ormai essere partita anche nelle aree più fredde. I modelli previsionali hanno segnalato la germinazione degli sporangi della peronospora (Plasmopara viticola), responsabili delle infezioni primarie che dovrebbero aver già fatto registrare le prime “macchie di olio” sulle foglie e che potrebbero costituire un importante focolaio di inoculo per le infezioni secondarie.
Piogge infettanti
In queste condizioni, dove ci sono state piogge infettanti che hanno determinato diverse ore di bagnatura fogliare, un intervento mirato a contenere la carica infettante potrebbe essere stato utile. Con l’approssimarsi della prefioritura, comunque, andrà programmato in questa fase fenologica un trattamento cautelativo contro la peronospora oltre che contro l’oidio (Uncinula necator). Per le uve da tavola, inoltre, occorrerà iniziare la protezione dai tripidi (in particolare Frankliniella occidentalis). L’ampia disponibilità di prodotti antioidici e antiperonosporici consente di impostare varie strategie di difesa, in funzione ad esempio della destinazione dell’uva (da tavola o da vino, a raccolta precoce o tardiva, in pieno campo o coperta, ecc), programmando già dalla pre-fioritura la scelta dei prodotti ed il loro posizionamento. Il rischio di selezionare forme di resistenza, sempre elevato per le caratteristiche biologiche di funghi come la peronospora e l’oidio, dovrà essere contrastato utilizzando prodotti con meccanismi di azione diversi, alternandoli o distribuendoli in miscela.
Contratti capestro
Purtroppo, soprattutto per l’uva da tavola, si continua ad assistere a contratti “capestro” di certa Grande distribuzione organizzata che impone limiti di 3-5 prodotti chimici residui sul frutto, contro ogni logica razionale di gestione antiresistenza.
Nelle aree più tardive, anche prima della pre-fioritura, con temperature miti ed eventuali piogge, potrebbero comparire sulle foglie le tipiche “macchie di olio”, sintomo di infezioni peronosporiche in atto (si ricorda che l’applicazione della famosa “regola dei tre dieci” - ovvero il concomitante verificarsi di tre situazioni: germogli di circa 10 cm, temperature superiori ai 10 °C e precipitazioni di almeno 10 mm in 48 ore - nelle condizioni dell’Italia meridionale è di scarsa affidabilità). In tal caso intervenire tempestivamente con prodotti curativi tipo cimoxanil in miscela a prodotti di copertura come mancozeb. Per un’efficace attività curativa il cimoxanil andrà ripetuto dopo 2-3 giorni dal primo intervento.