É un Massimo Goldoni a due facce quello che si presenta all’Eima International 2016.
Da un lato per il presidente dei costruttori di macchine agricole italiani una serie notevole di soddisfazioni, di plus da mettere in carniere. Dall’altro qualche piccolo cruccio.
Sul piatto positivo della bilancia vanno messi i risultati fuori dell’ordinario della manifestazione, ormai diventata un evento globale a tutti gli effetti, con record di espositori, visitatori e delegazioni.
Così come l’ormai imminente accordo con BolognaFiere che, con un piano industriale da oltre 100 milioni di euro in sei anni, dovrebbe cambiare il volto del quartiere espositivo e legare a sè il mondo della meccanizzazione agricola.
Senza improbabili intoppi, l’Eima rimarrà a Bologna almeno fino al 2030.
E ancora, sul fronte più tecnico, il salto della fase IVB per i motori dei trattori specialistici da vigneto-frutteto (se ne riparlerà solo nel 2020) e il ruolo di rilievo che il settore avrà nel programma di sviluppo governativo Industria 4.0.
Ai quale si aggiungeranno le opportunità previste dal Piano d’azione nazionale per l’Agricoltura di precisione. Un piano che dovrebbe portare queste tecniche sul 10% della superficie italiana (ora siamo poco sopra all’1%).
E poi le cose che tolgono il sorriso al presidente di FederUnacoma. Il fatto ad esempio di essere per l’ultima volta all’Eima al vertice dei costruttori («Dopo 13 anni – sottolinea in conferenza stampa – lascio la presidenza. E anche volendo non è più possibile, a livello statutario, una mia riconferma»).
Poi la burocrazia, tuttora imperante, e gli ostacoli al rinnovamento del settore («Continuiamo a impegnarci per migliorare – evidenzia – ma se si pensa ad esempio alle difficoltà operative nella gestione della revisione delle macchine agricole, si può capire quanto ci sia ancora da lavorare»).
E, ultimo ma strategico, il mercato nazionale delle macchine agricole. In netta crisi e in flessione da ormai dieci anni.
Immatricolazioni sotto quota 18mila
I dati snocciolati da Goldoni sono impietosi. «Il mercato delle trattrici agricole è calato vistosamente, dalle circa 30mila del 2006 alle 18.400 dello scorso anno (-38% nel decennio), con la prospettiva di chiudere il 2016 al di sotto di quota 18mila, segnando un nuovo record negativo. Infatti – continua Goldoni – i dati sulle immatricolazioni di trattrici, aggiornati a ottobre 2016, indicano un calo dell’1,2% rispetto allo stesso mese 2015, in ragione di appena 15.283 macchine immatricolate. Per le mietitrebbie il calo è di poco superiore al 2% a fronte di 329 macchine immatricolate, mentre le trattrici con pianale di carico danno segnali di recupero (+17%), rimanendo comunque ben lontane dai livelli pre-crisi. Sostanziale stagnazione, infine, per il mercato dei rimorchi (+1% sul 2015)».
E, questa volta, non ci si può nemmeno consolare con le esportazioni: nel primo semestre 2016 i dati Istat indicano infatti una contrazione dell’export del 5,4%, con un calo significativo anche dei quantitativi prodotti dall’industria nazionale (-5,7%).
Ricette? Difficili in uno scenario di riferimento in cui i prezzi delle principali commodities sono in sensibile calo e la redditività delle imprese agricole langue.
Ma Goldoni amplia l’analisi, prova a rilanciare sul mercato interno e lancia un appello proprio agli agricoltori: «Usate i Piani di sviluppo rurale. L’osservatorio FederUnacoma/Nomisma sui Psr – prosegue – evidenzia come la quota finanziaria assegnata dalle nostre Regioni alla Misura 4 (quella che contempla al proprio interno l’acquisto appunto di macchine agricole – risulti particolarmente consistente se raffrontata con altri Paesi. Le Regioni italiane hanno destinato alla Misura 4 una quota pari a 5,4 miliardi di euro, che corrisponde al 29% della dotazione finanziaria Psr complessiva assegnata al Paese. Sul valore totale destinato all’Unione europea a questa misura (quasi 34 miliardi di euro), l’Italia è il Paese che utilizza la percentuale più alta (16%), pari quasi al doppio della quota di Francia e Germania (rispettivamente 8,3% e 6,7%), più di quella di Spagna (10,5%) e Polonia (10%) (vedi fig.1)».
Goldoni insiste: «Si tratta di un finanziamento che prevede a carico delle Regioni e degli Stati membri una partecipazione economica di importo pari a quello erogato dall’Ue, e che è dunque in grado di attivare complessivamente un volume notevole di risorse, un’opportunità che il nostro Paese deve essere in grado di sfruttare con tempestività ed efficienza maggiore di quanto non sia stato negli anni passati. Gli agricoltori – conclude Goldoni – vanno sensibilizzati all’utilizzo e indirizzati verso gli investimenti finanziabili, quelli dei mezzi meccanici innovativi, di nuova generazione».
Affluenza boom
Dopo le doléances a Goldoni torna il sorriso nel leggere il consuntivo dei dati Eima 2016.
Le cifre sono iperboliche, al limite della sostenibilità stessa della manifestazione, che ha toccato il record storico di visitatori.
Nei cinque giorni di esposizione il numero delle presenze ha raggiunto la quota complessiva di 285mila, con un incremento del 21% rispetto all’edizione 2014, e con un numero di operatori esteri pari ad oltre 44mila (+18%).
«La grande kermesse – rimarca FederUnacoma – ha prodotto un numero esorbitante di contatti d’affari, offrendo alla massa dei visitatori una vasta gamma di tecnologie realizzate dalle 1.900 industrie espositrici presenti nei padiglioni della fiera. Ma ha rappresentato anche una “festa” per il mondo dell’agricoltura e quello dei motori, con riflessi importanti anche sul piano mediatico e dei “social”: oltre 75mila persone sono state raggiunte attraverso FaceBook, e questo ha prodotto 500mila interazioni».