Trinciare sorgo e mais facendo attenzione nell’evitare pali e pozzetti nascosti e controllare contemporaneamente che il trinciato ricada correttamente nel carro può dare grande stress all’operatore e per questo motivo si sono sviluppate delle tecnologie ad hoc.
Guida e scarico
Una delle prime funzioni automatizzate è stata la guida grazie a sistemi di tipo satellitare, per lavorare in linea retta, oppure meccanico, per allineare la barra e la macchina alle file.
Per quanto riguarda lo scarico un sistema di riempimento automatico, grazie a una telecamera montata sul tubo di lancio, il trinciato viene indirizzato all’interno del perimetro del carro. Inoltre da quest’anno si è sviluppata la possibilità dell’auto-riempimento posteriore, ovvero con il carro posizionato dietro alla trinciatrice.
Assistenza al taglio
Risparmio di carburante e qualità: questi sono i due fattori chiave. Per il primo esistono soluzioni in grado di regolare la velocità d’avanzamento della trinciatrice in funzione della quantità di prodotto realmente presente in campo, mentre per la seconda sono stati ideati rilevatori dell’umidità delle piante trinciate facendo variare la lunghezza del trinciato.
La stima del prodotto raccolto attraverso il volume di trinciato fornito da appositi sensori può poi permettere un dosaggio preciso dei batteri a seconda dell’umidità e della quantità di trinciato da insilare.
Laboratorio su ruote
La macchina diventa anche un laboratorio di analisi quando riesce a misurare a bordo le caratteristiche del trinciato. Questa possibilità diventa poi decisiva quando viene combinata con la capacità di geolocalizzare i dati prelevati in campo. In questo modo si otterranno dati utili alla gestione dell’appezzamento grazie a tecniche di agricoltura di precisione.
L’articolo completo può essere letto su il n°5/2017 de “Il Contoterzista”