Leader nel comparto a più alto tasso di innovazione. E in piena fase di forte evoluzione strutturale. Con l’acquisizione di Monsanto (il day one è scattato il 21 agosto) Bayer è tornata ad essere, sia a livello globale che nazionale, il player numero uno del settore “Crop Science”.
Un anno per l’integrazione
Cosa comporta questa acquisizione per il nostro Paese?
«L’integrazione tra le due realtà è in corso -risponde Remy Courbon, al vertice di Bayer CropScience Italia -, ma non sarà immediata: ci siamo dati un anno di tempo per conoscerci e per trovare le giuste sinergie tra il business delle sementi e quello della protezione delle colture. L’agricoltura conservativa sarà sicuramente uno degli ambiti da sviluppare, una tecnica virtuosa anche per gli effetti sulla biodiversità e sulla sostanza organica del suolo. Il ricorso agli erbicidi è determinante, a dimostrazione che questi mezzi tecnici, spesso ingiustamente discriminati, assicurano invece un impatto positivo non solo sul fronte delle rese, ma anche su quello della sostenibilità».
Eppure il glifosate è sempre in discussione, ci dobbiamo aspettare soluzioni alternative per il futuro?
«Bisogna essere chiari: nessuno ha in serbo una soluzione che a medio termine possa sostituire il glifosate, un prodotto che, al di là di strumentali polemiche, vanta profili di efficacia e di sicurezza eccezionali. L’Europa ha autorizzato il suo utilizzo per altri 5 anni, ma è impensabile che in questo breve lasso di tempo si possa mettere a punto un prodotto altrettanto efficace e sicuro».
Le promesse del genome editing
La strategia di sviluppo di Bayer, annunciata anche al recente “Future of Farming Dialogue” (per maggiori dettagli clicca qui) fa leva sulle nuove tecniche di breeding. La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, che equipara dal punto di vista giuridico il genome editing agli ogm, sembra però vanificare questo approccio, almeno in Europa.
«Gli obiettivi di sviluppo sostenibile tracciati dall’Onu impongono di produrre di più, ma con minore impatto sull’ambiente. Da questo punto di vista il miglioramento genetico è il settore più promettente e con il più alto potenziale di innovazione: da qui arriveranno le migliori soluzioni per abbassare l’impronta carbonica e soprattutto idrica della produzione agricola. Sappiamo che la scarsa disponibilità di acqua e la necessità di risparmiare su questa risorsa è un’esigenza sempre più pressante, alimentata dagli effetti del climate change. La sentenza della Corte europea è caduta come un fulmine a ciel sereno. Dobbiamo però tenere sempre aperta la porta all’innovazione: non possiamo rassegnarci a rinunciare alle tecniche più evolute come il genome editing».
E per la difesa?
«Le nuove tecnologie di breeding sono indispensabili anche per introdurre nuovi caratteri di resistenza o tolleranza a patogeni e insetti: avremo sempre bisogno degli agrofarmaci, ma questi andranno sempre più impiegati in soluzioni integrate che facciano leva sulle buone pratiche agricole e sulla genetica. Non esiste ancora un preciso modello per trasferire all’agricoltore in maniera collegata e sinergica l’innovazione genetica e quella nella protezione delle colture, ma il futuro sarà questo. Anche perchè la forte riduzione dei formulati registrati in Europa sta esasperando il problema delle resistenze e per il futuro non si potrà contare sull’introduzione di nuovi meccanismi d’azione ogni 4-5 anni come avveniva in passato: occorre salvaguardare le molecole oggi disponibili».
Largo alle soluzioni bio
Bayer continua però a portare innovazione anche in questo campo.
«In Italia stiamo rafforzando soprattutto l’offerta dei prodotti di origine biologica, con quattro nuove soluzioni entro il 2019 (v. riquadro). Una tipologia di prodotti molto tecnici per i quali in Italia c’è una forte domanda non solo nel biologico, ma sopratutto in produzione integrata, dove sono utilizzati insieme ai prodotti di sintesi. Le condizioni di utilizzo sono più delicate: i prodotti di origine naturale richiedono un adeguato know how e una tecnica accurata, ma se impiegati bene possono dare risultati molto positivi. La rete Bayer è in grado di aiutare gli agricoltori a gestire entrambe le tipologie di prodotto».
L’evoluzione digitale dell’agricoltura 4.0 consentirà di utilizzare al meglio anche queste risorse? A Monheim Bayer ha annunciato di puntare forte su piattaforme digitali come Climate FieldView, ma ha dovuto cedere, per le indicazioni anti-trust, un progetto ben avviato come Xarvio digital farming.
«Climate FieldView è una piattaforma molto diffusa negli Stati Uniti dove sono stati sviluppati tool digitali che aiutano gli agricoltori a produrre meglio, applicando gli input giusti al momento giusto, assicurando ottime performance in termini di produttività e sostenibilità. La piattaforma è in fase di lancio in Europa e in Italia. Il know how acquisito da Bayer nella messa a punto di Xarvio può essere ora investito per implementare in FieldView approcci più specifici per l’Europa. Avremo bisogno di tempo, ma nel medio periodo l’offerta digitale sarà calibrata anche sulle esigenze di sostenibilità delle aziende professionali italiane».
L’esperienza Forward Farming
Quali esigenze? Le esperienze in corso nei diversi Paesi mostrano che non c’è un’idea univoca di sostenibilità.
«Nessuno ha la soluzione in tasca. Oggi la produzione agricola deve rispondere a forti sollecitazioni di tutela ambientale e sociale e di sicurezza sul profilo residuale che vengono direttamente dai consumatori. Bayer ha sviluppato numerose applicazioni anche grazie alle competenze specifiche di realtà leader coinvolte in virtuose partnership.
Occorre ribadire che la sostenibilità non è un’utopia, è già applicata in campo dalle aziende più evolute, anche in Italia, grazie a soluzioni di precision farming come quelle sviluppate da Bayer. L’esperienza dell’Azienda agricola Moranda, in Val Pantena (Vr), prima piattaforma Bayer Forward Farming in Italia (v. riquadro sopra) dimostra che è possibile coniugare produzione tipica di qualità e sostenibilità e che le performance ambientali si possono monitorare e misurare. Per mantenerle occorre però credere e investire continuamente nella ricerca. La sostenibilità si alimenta solo con un approccio scientifico e una continua propensione per l’innovazione».
L’attenzione per l’ambiente conviene
Sostenibilità economica, sociale ed ambientale ottenute affiancando al know how del produttore i più avanzati strumenti di precision farming. È la filosofia del progetto internazionale Bayer Forward Farming, sviluppato da Bayer in Italia nell’Azienda Agricola Moranda.
L’azienda della famiglia Capurso produce vini di qualità (Amarone, Ripasso e Valpolicella) nel cuore della zona vocata della Val Pantena. Camilla Capurso è stata anche testimonial di Edagricole nel corso dell’evento per gli 80 anni della nostra casa editrice (v. Terra e Vita 1/2018 pag 98), dove ha raccontato come la difesa venga razionalizzata grazie alle indicazioni di Movida, un DSS (sistema di supporto alle decisioni) sviluppato da Bayer, sistemi antideriva per i trattamenti e, infine, strumenti come il Phytobac, per evitare inquinamenti puntiformi.
Per rispondere all’interesse crescente verso la tutela della biodiversità, fin dall’avvio del progetto è stata coinvolta World Biodiversity Association, un’organizzazione no-profit dedicata allo studio e alla conservazione della biodiversità, che ha studiato e misurato lo stato di salute dell’agrosistema e agevolato l’adozione di sistemi per aumentare la biodiversità nell’Azienda Agricola Moranda. .
Per info clicca qui.
120 anni in Italia
Bayer festeggia quest’anno 120 anni in Italia. Una lunga storia di innovazione per un’azienda che focalizza la propria attività nei settori Life Sciences, Salute e Agricoltura. Remy Courbon svolge il ruolo di Country Head di Bayer Crop Science Italia.
Le cifre di Bayer nel nostro Paese:
- 1,029 milioni di euro (il fatturato 2017);
- 3 siti produttivi con impianti fra i più avanzati al mondo. Lo stabilimento di Filago (Bg) è dedicato al biologico;
- oltre 2.000 collaboratori (dati dic. 2017).
Le novità in arrivo
Bayer punta con decisione sui prodotti di origine naturale. Nel suo portafoglio può già contare su soluzioni leader come: Serenade a base di Bacillus subtilis, con efficacia fungicida su vite e ortofrutta; Contans, a base di Coniothyrium minitans per il controllo della sclerotinia su orticole. Entro il 2019 è previsto l’arrivo di prodotti molto innovativi:
- un insetticida efficace su parassiti di difficile controllo (afidi, cicaline, mosca bianca, ecc.) con un innovativo modo di azione, a base di flupyradifurone, sostanza ispirata alle stemofiline, composti naturali isolati da Stemona japonica per le colture frutta, vite e orticole;
- tre prodotti di origine naturale: un antioidico a base di un ceppo originale di Bacillus pumilus per le colture vite e orticole; un nematocida (Paecilomyces lilacinus) per le colture orticole, un insetticida-acaricida di origine naturale a base di una miscela di acidi terpenici per il controllo di aleurodidi, tripidi ed acari per colture chiave come vite e orticole.