L'Onu l'ha messa nel mirino e al recente Roma ExpoSalus and Nutrition, chef ed esperti hanno fatto notare come fatichi ad arrivare in tavola, soprattutto nelle grandi città, per la difficoltà a reperire le materie prime. Parliamo della dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come elisir di lunga vita, tanto da essere stata riconosciuta patrimonio immateriale dell'Umanità dall'Unesco.
Il regime alimentare basato su cereali, ortofrutta e pasta, reso celebre a metà del secolo scorso dal fisiologo statunitense Ancel Keys è la locomotiva che spinge l'agricoltura italiana e l'agroalimentare made in Italy. Anche per questo Fico Eataly world, il parco del cibo nato esattamente un anno fa alle porte di Bologna, ha scelto proprio la dieta mediterranea come filo conduttore dei festeggiamenti per il suo primo compleanno, che si svolgono in contemporanea con il lancio della "Settimana della cucina italiana nel mondo" che si svolgerà dal 19 al 25 novembre.
Il parco ambasciatore del made in Italy
Inaugurato il 15 novembre 2017, Fico ha raccolto il testimone di Expo 2015 per rappresentare il cibo italiano “dal campo alla forchetta” e promuovere la dieta mediterranea riunendo per la prima volta, in un unico luogo, tutte le filiere dell’agroalimentare made in Italy. In questo primo anno la Disneyland del cibo è riuscita a diventare un polo internazionale del cibo italiano a cui il mondo guarda con interesse, tanto che in occasione del compleanno si è riunito nel parco l’intero board di Specialty Food Association, ente che promuove Fancy Food New York, fiera agroalimentare tra le più importanti del mondo. Il summit petroniano è stata l'occasione per fare il punto sui temi centrali che Fico cerca di veicolare con la Fondazione: qualità, sostenibilità, cultura, sicurezza alimentare, diritto al cibo, educazione, identità, territorio, biodiversità.
I numeri del primo anno di Fico
L’incontro è stato anche l’occasione per rendere noti risultati e prospettive future del Parco.
Nei primi 12 mesi dall’apertura, Fico ha attratto 2,8 milioni di presenze, il 70% delle quali da fuori Bologna ed il 30% dalla città. Il parco ha generato un fatturato complessivo di circa 50 milioni, in linea con il business plan.
Secondo le ultime tre rilevazioni condotte da Nomisma sull’indotto generato da Fico, l’ultima delle quali dei primi di novembre, tra i turisti che hanno visitato il Parco una fetta importante pernotta a Bologna: circa 600 mila persone. Circa 170 mila persone, pari all’8% del totale dei turisti della città metropolitana, hanno deciso di fermarsi in città apposta per Fico. Complessivamente, secondo Nomisma, il Parco genera un indotto diretto per la città di Bologna di 23,1 milioni.
Rilevanti anche i numeri della sostenibilità ambientale e sociale. Sono 150 le aziende che hanno contribuito a realizzare il Parco e 100 le imprese eccellenti di tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, che dall’apertura ad oggi operano a FICO hanno contribuito a farlo crescere, generando circa 900 occupati, che arrivano a 3.000 con l’indotto: in gran parte giovani, e con una alta percentuale di occupazione femminile. Nel primo anno, sono state 158.000 le persone e 40 mila gli studenti che hanno preso parte o prenotato attività per le scuole; di queste, 1.000 persone con esigenze speciali hanno usufruito di tour organizzati per il turismo accessibile. Nel Centro congressi si sono svolte 192 giornate di eventi del mondo dell’imprenditoria e delle istituzioni, che hanno visto la partecipazione di oltre 90 mila visitatori business.
De Castro plaude al lavoro della Fondazione
«A un anno dall'inaugurazione del Parco Fico Eataly World a Bologna, è più che mai positivo il bilancio della Fondazione Fico, anche per il valore aggiunto che apporta all'educazione alimentare e alla sostenibilità del settore. Il prossimo obiettivo guarda soprattutto all'Europa, per valorizzare maggiormente Fico e le attività della sua Fondazione nelle scuole dell'Unione europea». Lo ha detto Paolo De Castro, presidente del Comitato scientifico di Fico e primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, in margine ai lavori dell'Assemblea Ue a Strasburgo.
«Il Comitato scientifico - spiega De Castro - in questo primo anno di lavoro ha attivato un intenso programma di incontri e laboratori per migliaia di studenti, collaborando con alcuni dei più importanti atenei e istituzioni nazionali di ricerca sul cibo. Ma non basta. Dobbiamo dargli un maggiore respiro internazionale che punti a valorizzare la componente di educazione alimentare del progetto, come era nell'intuizione degli ideatori del Parco. Si tratta quindi - ha proseguito l’eurodeputato del Pd - di far conoscere cosa c’è dietro al cibo grazie anche alle 40 mini fabbriche presenti nel Parco: da quella del Grana Padano che ogni giorno prepara una forma di formaggio alla pasta di Campo Filone, con il suo mulino per macinare la propria farina. In rapporto a queste realtà è ancora poco nota la componente di educazione e formazione, che fa di Fico un Parco unico al mondo nel suo genere che potrebbe diventare la leva per alimentare un polo di conoscenza per le scuole europee, con l'aiuto dei fondi previsti dal programma di educazione alimentare dell'Ue. Questa è la strada seguire - ha concluso De Castro - per raggiungere i traguardi che ci siamo prefissati».
Segrè: «Impegnati per divulgare la cultura del cibo»
«A un anno dall'inaugurazione del Parco, la ricaduta sulla città è evidente – afferma Andrea Segrè, Presidente Fondazione Fico: gli investimenti privati per 200 milioni pervenuti al Fondo PAI, che presiedo, sono un grande risultato sotto gli occhi di tutti, con le loro ricadute positive. Un “ecosistema” economico - ecosostenibile che impegna quotidianamente Fondazione Fico nella produzione di contenuti, progetti e percorsi legati alla sostenibilità e all'educazione alimentare: oltre 500 ore di formazione gratuita rappresentano una mole di materiale straordinario per qualità e quantità.
Fondazione Fico apre adesso alla formazione con attività anche all'esterno del Parco, come la Mediterranean Lecture di venerdì a Napoli: tutte troveranno una memoria digitale che diventerà proposta formativa “on demand”, una vera Digital Foodpedia della Fondazione, attraverso il nuovo canale webinar che ci apprestiamo a varare in sinergia con il Politecnico di Milano, e che sarà a breve presentato alla stampa e agli operatori. Una “alta formazione” a perenne disposizione per studio, ricerche e master, declinata per livelli di istruzione/formazione, età ed esigenze accademiche e professionali».