L’attuazione dei Psr in Italia procede a rilento. Al 30 giugno 2019, i pagamenti hanno raggiunto appena il 33,3% dello stanziamento 2014-2020 (tab. 1).
Questa situazione non è uniforme per tutta l’Italia, ma evidenzia notevolissime differenze tra i vari PSR regionali. Alcune Regioni sono virtuose con quasi il 60% degli stanziamenti già pagati, mentre altre Regioni rischiano il “disimpegno automatico” degli stanziamenti dei Psr, in particolare Puglia, Marche, Abruzzo, Liguria e Basilicata, sulla base dei dati al 30 giugno 2019 (tab. 1).
Articolo pubblicato sulla rubrica “La Pac sotto la lente” di Terra e Vita
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La regola del “N+3”
Il disimpegno automatico scatta al 31 dicembre di ogni anno: le somme stanziate per i PSR devono essere spese entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio, altrimenti le risorse tornano a Bruxelles.
Infatti, la Commissione europea procede al disimpegno delle risorse stanziate nell’anno N+3 (cosiddetta regola “N+3”), ai sensi dell’Art. 38 del Reg. 1306/2013.
Il 2018 è stato il primo anno in cui è scattato il disimpegno automatico; gli stanziamenti del 2015 dovevano essere erogati entro il 31 dicembre 2018.
Tutte le Regioni italiane hanno superato indenni il disimpegno automatico al 31 dicembre 2018, seppure alcune Regioni ci sono riuscite in “zona Cesarini”.
Il 2019 è il secondo anno in cui scatta il disimpegno automatico; gli stanziamenti del 2016 devono essere erogati entro il 31 dicembre 2019.
Spesa a rilento
L’attuazione e i pagamenti della politica di sviluppo rurale in Italia procedono a rilento, con differenze notevolissime tra le varie Regioni.
Dopo quattro anni all’avvio dei Psr, la spesa pubblica effettivamente cumulata di tutti i Psr dal 1 gennaio 2015 al 31 marzo 2019 è stata di 6,971 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento complessivo settennale di 20,874 miliardi di euro (tab. 1).
Al 30 giugno 2019, la spesa ha raggiunto solamente il 33,3% dello stanziamento 2014-2020.
Le Regioni virtuose
L’avanzamento della spesa evidenzia che tre Regioni hanno superato il 45% della spesa programmata: la provincia autonoma di Bolzano (57%), il Veneto (49%) e la provincia autonoma di Trento (45%). Altre Regioni hanno superato il 40% della spesa: Molise, Sardegna e Calabria.
Sono 8 i Psr che hanno già raggiunto l’obiettivo di spesa: Bolzano, Trento, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Molise, Calabria, Sardegna (fig. 1).
Rischio di disimpegno per il 2019
Entro il 31 dicembre 2019, i Psr ritardatari devono ancora spendere 1,138 miliardi di euro per evitare di rimandare i soldi a Bruxelles.
Le Regioni che evidenziano il rischio del “disimpegno automatico” sono, in particolare, la Puglia, le Marche, l’Abruzzo, la Liguria, la Basilicata, la Campania e la Sicilia.
A questi si aggiunge anche il Psrn, che deve spendere almeno 93 milioni di euro entro il 31 dicembre 2019 (fig. 1).
Tutti si lamentano del rilevante appesantimento procedurale dei Psr; gli agricoltori lamentano un aggravio burocratico insostenibile; le Amministrazioni regionali e nazionali soffrono di complessità procedurali, sistemi informatici inefficienti, frequenti ricorsi da parte dei beneficiari che bloccano le graduatorie.
L’impreparazione italiana nel gestire i fondi dell’Unione europea è un “male” che si protrae da decenni e non si vedono miglioramenti all’orizzonte.
Le Amministrazioni pubbliche devono prepararsi per tempo, non possono sempre gestire le situazioni di emergenza.
L’incapacità amministrativa di molte Regioni rappresenta un vero ostacolo per l futuro dell’agricoltura italiana e per quello dei territori rurali.
Se le Regioni non riescono a spendere i soldi con la regola “N+3”, significa che non c’è futuro per nessuna politica agricola nazionale e regionale.
Tab. 1 Avanzamento della spesa sostenuta al 30/6 e situazione disimpegno automatico Feasr al 31/12/2019 (milioni di €) |
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Programmazione 2014-2020 | Avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta | Spesa da realizzare entro il 31 dicembre |
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Programma | Dotazione finanziaria complessiva | Spesa cumulata (genn 2015- giu 2019) |
Avanzamento spesa (%) | Da spendere | Quota Feasr a rischio disimpegno automatico | ||
Spesa pubblica | Feasr | Spesa pubblica | Feasr | ||||
Bolzano | 362 | 156 | 207 | 89 | 57,4% | 0 | 0 |
Emilia Romagna | 1.174 | 506 | 446 | 190 | 38,0% | 0 | 0 |
Friuli Venezia Giulia | 292 | 126 | 93 | 40 | 31,8% | 17 | 7 |
Lazio | 822 | 354 | 241 | 103 | 29,3% | 49 | 21 |
Liguria | 309 | 133 | 72 | 31 | 23,3% | 44 | 19 |
Lombardia | 1.142 | 492 | 368 | 156 | 32,2% | 67 | 29 |
Marche | 697 | 300 | 146 | 63 | 21,0% | 53 | 23 |
Piemonte | 1.078 | 465 | 386 | 166 | 35,8% | 20 | 9 |
Toscana | 949 | 409 | 325 | 140 | 34,3% | 32 | 14 |
Trento | 297 | 128 | 134 | 57 | 45,0% | 0 | 0 |
Umbria | 928 | 400 | 330 | 142 | 35,5% | 0 | 0 |
Valle d'Aosta | 137 | 59 | 47 | 20 | 34,5% | 4 | 2 |
Veneto | 1.169 | 504 | 578 | 248 | 49,4% | 0 | 0 |
Totale Regioni più sviluppate | 9.360 | 4.035 | 3.376 | 1.448 | 36,1% | 287 | 124 |
Abruzzo | 479 | 230 | 102 | 49 | 21,3% | 58 | 28 |
Molise | 207 | 99 | 85 | 40 | 40,7% | 0 | 0 |
Sardegna | 1.291 | 619 | 528 | 253 | 40,9% | 0 | 0 |
Totale Regioni in transizione | 1.978 | 949 | 715 | 342 | 36,1% | 58 | 28 |
Basilicata | 671 | 406 | 166 | 99 | 24,8% | 87 | 53 |
Calabria | 1.089 | 659 | 461 | 276 | 42,3% | 0 | 0 |
Campania | 1.812 | 1.096 | 537 | 323 | 29,6% | 146 | 88 |
Puglia | 1.616 | 978 | 341 | 205 | 21,1% | 268 | 162 |
Sicilia | 2.184 | 1.321 | 645 | 388 | 29,5% | 178 | 108 |
Totale Regioni meno sviluppate | 7.374 | 4.461 | 2.152 | 1.293 | 29,2% | 680 | 411 |
PSR a livello nazionale | 2.084 | 938 | 702 | 315 | 33,7% | 93 | 42 |
Rete Rurale Nazionale | 114 | 59 | 26 | 13 | 22,9% | 19 | 10 |
Totale Programmi a livello nazionale | 2.199 | 997 | 728 | 328 | 33,1% | 112 | 52 |
Totale generale | 20.912 | 10.444 | 6.972 | 3.413 | 33,3% | 1.138 | 615 |
Fonte: Rete Rurale Nazionale |
Il caso della Puglia: da tre anni, misure bloccate dai ricorsi
La Regione Puglia deve spendere ancora 268 milioni di euro entro il 31 dicembre 2019, per evitare di restituire i fondi dello sviluppo rurale a Bruxelles.
Il Psr della Puglia non riesce a uscire dalle sabbie mobili in cui è scivolato.
Un bando del 2016, relativo agli “investimenti nelle aziende agricole” (Misura 4), non è riuscito a erogare nemmeno un euro dei 120 milioni stanziati.
Il bando è stato oggetto di diversi ricorsi da parte dei beneficiari esclusi; la questione ha coinvolto anche la giustizia amministrativa.
Per snellire le procedure, la Regione ha introdotto diverse modifiche e snellimenti che a oggi hanno contribuito solamente a generare maggiore confusione e ulteriori ricorsi. In conclusione nessuna impresa agricola è stata, ad oggi, finanziata. C’è poi un altro nodo: il sistema informatico.
La Regione Puglia non utilizza il sistema nazionale, il Sian per le istruttorie delle domande, piattaforma già collaudata da altre Regioni.
Questo problema rallenta ulteriormente le procedure di valutazione e selezione delle domande.
Il pasticcio del Psr Puglia non vede una soluzione: la Regione Puglia è nello stallo più totale, l’assessore regionale all’agricoltura Di Gioia si è dimesso, i ricorsi sono numerosi, il Tar e il Consiglio di stato emettono sentenze sempre più problematiche, le organizzazioni agricole sono sul piede di guerra, gli agricoltori non vedono un euro.