Il batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53 non è fermo. Avanza, infetta e distrugge non solo alberi di olivo ma, anche, sia la sicumera di chi pensa che sia ormai bloccato alle porte della provincia di Bari sia la balordaggine di chi vagheggia che il patogeno e la sua azione infettiva siano tutta un’invenzione. È quanto testimoniano i 73 nuovi olivi infetti campionati in sette diversi Comuni delle province di Brindisi (Carovigno 19, Ceglie Messapica 6, Fasano 5, Latiano 2, Ostuni 38) e di Taranto (Monteiasi 1 e Montemesola 2), come comunica il secondo aggiornamento del nuovo monitoraggio sulla Xylella in Puglia, avviato ad agosto 2019, e come dimostrano i 16 Certificati Selge (nn. 211, 217, 218, 221, 223, 225, 228, 231, 234, 239, 241, 246, 248, 250, 253 e 256) pubblicati sul portale regionale www.emergenzaxylella.it.
Tre distinti focolai a Fasano (Brindisi)
Fra tutti i nuovi olivi positivi si segnalano per la loro particolare posizione, compatibile con il trasporto passivo dei vettori, le 5 nuove piante infette ritrovate a Fasano in tre distinti focolai: il primo adiacente al mercato ortofrutticolo ma dal lato opposto (sul retro) rispetto alle due piante segnalate esattamente un mese fa nel primo aggiornamento e già abbattute; il secondo (a meno di 2 km di distanza dal primo) in prossimità dell’uscita della zona industriale sud di Fasano; il terzo in località Torre Canne nel rondò delimitato dall’uscita per Montalbano della strada statale 16 (direzione sud) con due piante infette, a 250 metri dal primo olivo trovato infetto lo scorso anno a Fasano.
Un focolaio a 4 km da Locorotondo (Bari)
Inoltre è degno di nota un nuovo focolaio, amministrativamente in territorio di Ostuni, ma in zona compresa tra gli agri di Cisternino e Martina Franca, che attualmente rappresenta l’intercettazione a quota più elevata (circa 350 metri sul livello del mare) nonché a meno di 4 km dall’agro di Locorotondo, quindi la più prossima finora riscontrata ai confini della provincia di Bari.
Avanzamento verso Matera e scenario oscuro a Carovigno (Bari)
«Le nuove infezioni accertate confermano che continua l’avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera – osserva il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia –. La numerosità delle infezioni riscontrate a Carovigno disegna uno scenario oscuro già visto a Oria e Francavilla Fontana, dove, per non abbattere 47 olivi malati, con espianti bloccati dai ricorsi al Tar, ne sono poi morti 3.100, consentendo al vettore di continuare a infettare migliaia di esemplari anche monumentali. Sottolineo che sta aumentando anche il numero di olivi infetti conclamati a Fasano. La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere, essa “cammina” a una velocità impressionante e in sei anni ha causato un danno al patrimonio olivicolo pugliese pari a oltre 1,6 miliardi di euro».