I test in campo condotti da Arrigoni per il controllo dell’altica, eseguiti su una semina di rucola coltivata in biologico, hanno avuto esito positivo. In questa dimostrazione sono state impiegate Scirocco MD White (rete frangivento e ombreggiante media, in monofilo HDPE con intreccio a maglia piana) e Biomaglia (rete leggera in poliestere, anti-insetti e antibrina, entrambe posizionate sulla coltura subito dopo la semina e tenute fino alla raccolta, 17 giorni dopo. La prova ha interessato una superficie di oltre 5.000 metri quadrati, seminata a rucola di varietà Extrema, dell’Azienda Maraldi Sementi di Cesena. La risposta al test è stata positiva: la rucola al di sotto è apparsa di qualità identica a quella non coperta, non ha mostrato né segni di sofferenza, né differenze a livello qualitativo tipo colore o consistenza, e tanto meno sono stati rilevati cali produttivi.
Un'ulteriore conferma dei risultati di Biomaglia arriva poi da un'altra prova in campo condotta presso l'Azienda agricola Fratelli Cambise di Trasacco (L'Aquila), storica realtà che da oltre trent'anni è specializzata nella produzione di ortaggi a foglia. Il responsabile tecnico Sandro Cerasani ha spiegato: «Per questo tipo di coltura, il problema principale è rappresentato naturalmente dalle virosi, il cui vettore principale è il tripide. Per contrastare la sua diffusione, abbiamo fatto un test con la Biomaglia di Arrigoni su lattuga, broccoletto e radicchio. L'esito è stato estremamente soddisfacente, con la percentuale di piante virosate vicina allo zero, tanto che visti i risultati stiamo già pensando di allargare le nostre superfici protette da Biomaglia Arrigoni».
«L’aspetto importante – evidenzia Milena Poledica, agronoma del gruppo specializzato nella produzione di schermi protettivi per l’agricoltura - è che nelle superfici protette dai tessuti non si sono resi necessari trattamenti fitosanitari contro l’altica o il tripide, né si sono manifestati danni alla coltura. Si evince dalla prova che l’impiego della protezione fisica tramite rete sulla coltura è estremamente vantaggiosa, sia in termini di costo sia in termini di efficacia. E, soprattutto, offre la possibilità di raccogliere un prodotto libero da residui di insetticidi e, quindi, più sano. Una scelta indispensabile per chi opera nel settore del biologico».