Coronavirus, agronomi e periti agrari chiedono di lavorare in sicurezza

tea
In questo periodo di emergenza per l'epidemia da coronavirus i tecnici devono eseguire sopralluoghi in campo per varie ragioni quindi chiedono di potersi muovere e lavorare in sicurezza

Il Paese è in piena emergenza sanitaria per l'epidemia di coronavirus della quale non è esente l’agricoltura e con essa gli operatori. In questi giorni la nostre produzioni agricole stanno subendo ingenti danni dovuti al gelo, creando di fatto la necessità di fare dei sopralluoghi per una prima valutazione preventiva dei danni, attività che richiede la mobilità dei tecnici e di conseguenza la necessità di operare nella massima sicurezza sanitaria.

Il Comitato interprofessionale, costituito dall’insieme del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, dal Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati e dal Consiglio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, che rappresentano le figure professionali impegnate nella stima dei danni da avversità atmosferiche alle produzioni vegetali, in virtù che il sistema di protezione assicurativa è un sistema agevolato con risorse pubbliche comunitarie e nazionali, ha chiesto alla ministra Teresa Bellanova la costituzione di un tavolo di confronto presso il Mipaaf. Secondo il comitato il tavolo si rende necessario "per affrontare alcuni temi dirimenti per l’organizzazione delle attività peritali, che non posso essere certamente differite".

Coronavirus, le richieste dei tecnici al Mipaaf

I professionisti coinvolti nella valutazione dei danni alle imprese agricole chiedono il confronto su questioni chiave:

  • protocollo con misure specifiche per l’esclusione del contagio e/o contenimento della diffusione  del Covid-19 nello svolgimento dell’attività peritale, a tutela degli agricoltori e dei tecnici coinvolti;
  • reperimento e dotazioni Dpi professionali;
  • protezione assicurativa per i tecnici, che copra eventuali danni permanenti e l’onorario dei giorni di lavoro persi in caso di contagio da coronavirus o di messa in quarantena precauzionale;
  • valutare con figure competenti la possibilità una profilassi sanitaria circa il richio contagio a beneficio degli stessi, dei colleghi e degli agricoltori;
  • aspetti logistici: possibilità di spostamento e circolazione dei tecnici, convenzioni con strutture alberghiere idonee, convenzioni per servizi ristorativi;
  • organizzazione della modalità operative delle fasi, digitalizzazione ove possibile delle fasi peritali, ecc.

L’auspicio è che il lavoro del tavolo rimanga un puro esercizio preventivo, il che significherebbe che l’emergenza è conclusa, ma se così non fosse è necessario essere pronti fin da subito con quadro operativo chiaro e definito.

«Il Decreto del 22 marzo, in modo lungimirante, ha inserito la categoria dei dottori agronomi e dottori forestali fra quelle autorizzare a continuare l’attività, e in casi come questi se ne vede l’utilità – afferma la presidente del Conaf Sabrina Diamanti – ora però è necessario avere un coordinamento nazionale tra tutte le parti per definire indicazioni univoche e linee guida chiare che consentano di lavorare in sicurezza, adatte a questa condizione emergenziale».

Coronavirus, agronomi e periti agrari chiedono di lavorare in sicurezza - Ultima modifica: 2020-03-26T17:05:12+01:00 da Redazione Terra e Vita

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome