Ripresa e resilienza a metà del guado.
L’Italia ha inviato a Bruxelles il suo Pnrr e per una volta non è tra i ritardatari. Al momento in cui chiudiamo questo numero di Terra e Vita risultano infatti consegnati solo poco meno della metà dei Piani (13 su 27). Una tempestività che vale parecchio denaro.
Articolo tratto da Terra e Vita 14/2021
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Corsa per sbloccare l’anticipo
Il meccanismo messo a punto dalla Commissione prevede infatti due mesi di valutazione prima dell’invio al Consiglio. Oggetto della verifica è la corrispondenza dei documenti nazionali con gli obiettivi del Next Generation Ue e in particolare se i piani dedicano almeno il 37% della spesa a investimenti e riforme a sostegno degli obiettivi climatici e il 20% alla transizione digitale. Il Consiglio avrà poi 4 settimane per adottare la proposta della Commissione. Solo ad approvazione avvenuta può essere erogato il prefinanziamento del 13% a ciascun Stato membro, subordinato all’entrata in vigore della decisione sulle risorse proprie, approvata da tutti gli Stati.
Il menù italiano
L’Italia è il maggiore beneficiario del Ngeu (v. tab) e l’anticipo corrisponde a 25 miliardi, una vera boccata d’ossigeno per le casse dello Stato. L’ampliamento delle risorse a disposizione ha consentito al nostro Paese di orchestrare il Pnrr attorno a sei priorità: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per la mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, coesione e inclusione, salute.
I progetti del piano coprono l’intera durata del Ngeu fino al 2026.
Pnrr, per l'agricoltura ci sono oltre cinque miliardi di euro
La maggior parte delle risorse per l’agricoltura sono concentrate nei capitoli relativi alla rivoluzione verde e transizione ecologica e in parte nella digitalizzazione.
Germania, Francia e Spagna
Dall’analisi dei Piani di ripresa e resilienza dei nostri principali competitor emerge la forte corrispondenza tra le nostre scelte e quelle della Germania. L’esecutivo di Angela Merkel ha infatti attivato le nostre stesse priorità, pigiando l’acceleratore soprattutto sul digitale, e ha aggiunto risorse nazionali agli stanziamenti Ue, arrivando però a una dotazione sei volte inferiore rispetto alla nostra.
Diverse le scelte del Pnrr spagnolo. Madrid punta infatti tutto su green e digitale che assorbono rispettivamente il 39% e il 29% dei 69,5 miliardi (che riguardano solo i finanziamenti a fondo perduto, mentre la domanda per i prestiti verrà presentata in seguito).
Il piano francese è ancora più concentrato, strutturato attorno a soli tre pilastri: resilienza, transizione green e trasformazione digitale. Pone un accento particolare sulla lotta al cambiamento climatico grazie agli investimenti in efficienza energetica, trasporti sostenibili e tecnologie verdi a cui sono riservati metà dei finanziamenti a disposizione, pari a 40 miliardi di euro.
«Questo è solo l’inizio – ha dichiarato Ursula von Der Leyen, presidente della Commissione Ue – di un impegno assieme agli Stati membri per aiutarli a realizzare piani di alta qualità. Il nostro obiettivo resta quello di adottare tutti i piani entro l’estate, ma per poter effettuare i primi pagamenti, è necessario che tutti gli Stati membri abbiano approvato la decisione sulle risorse proprie».
tab. 1 I Paesi membri che hanno presentato il Piano | |||
Priorità | Stanziamenti (miliardi di €) | Invio all'Ue | |
Austria | 6 | 4,5 | 30-apr |
Belgio | 6 | 5,9 | 30-apr |
Danimarca | 3 | 1,6 | 28-apr |
Francia | 3 | 40,9 | 28-apr |
Germania | 6 | 27,9 (25,6 da Ue) | 27-apr |
Grecia | 4 | 30,5 | 27-apr |
Italia | 6 | 191,5 | 30-apr |
Lettonia | 6 | 1,8 | 29-apr |
Lussemburgo | 3 | 0,93 | 29-apr |
Portogallo | 3 | 13,9 | 22-apr |
Slovacchia | 5 | 6,6 | 28-apr |
Slovenia | 4 | 2,5 | 30-apr |
Spagna | 4 | 69,5 | 29-apr |
Totale Ue | 11 | 672,5 | |
Fonte: Commissione europea, piani presentati entro il 4 maggio. |