Gioco, partita, incontro. Il Consiglio di Stato, con tre sentenze simili relative ad altrettanti ricorsi pubblicate il 28 marzo, ha chiuso definitivamente il contenzioso tra l'agenzia per le erogazioni in agricoltura e i centri di assistenza agricola in merito alla convenzione 2020-2021 nella quale Agea chiedeva che a svolgere le funzioni pubbliche delegate in materia di gestione dei fascicoli aziendali degli agricoltori e in particolare ad accedere al Sian, fosse personale assunto con contratto di lavoro dipendente. Proprio questa clausola ha portato al contenzioso con il ricorso al Tar che inizialmente sembrava aver accolto le ragioni dei ricorrenti. Invece i giudici di Piazza Capo di Ferro hanno ribaltato la sentenza dei colleghi.
Il primo pronunciamento (n. 02271), riguarda il Caa Sae-Servizi Agricoli Europei (sostenuto dalla Rpt e dal Collegio Nazionale dei Periti agrari). Il secondo (n. 02272) riguarda il Caa Canapa (sostenuto dalla Cassa di previdenza degli Agrotecnici). Il terzo (n. 02277), riguarda il Caa Liberi Professionisti (sostenuto dalla Rpt e dal Collegio Nazionale dei Periti agrari).
Agea: accolte del tutto le nostre ragioni
In una nota Agea fa notare come la sentenza del Consiglio di Stato, in via definitiva, capovolga l’esito della sentenza di primo grado stabilendo, tra l’altro, in modo inequivocabile, tre principi che accolgono integralmente i motivi sostenuti in giudizio dall'agenzia:
1. Il modulo organizzativo previsto dalla convenzione impugnata, che comporta la necessità che gli operatori dei Caa destinati all’esercizio delle funzioni pubblicistiche delegate da Agea per l’accesso al Sian siano dipendenti dei soggetti delegati, non risulta irragionevole o non proporzionato o indebitamente afflittivo o discriminatorio, rispetto alle finalità d’interesse pubblico generale di garantire la regolarità, trasparenza e legalità nella gestione degli aiuti finanziari dell’Unione europea in agricoltura, gestiti proprio a mezzo del Sian.
2. L’Agenzia ha agito nel suo ambito di competenza disciplinando l’esercizio delle proprie funzioni pubblicistiche, anche quando delegate, senza intaccare l’autonomia organizzativa dei Caa.
3. Il direttore di Agea che ha adottato lo schema convenzionale contenente la clausola contestata non era in conflitto d’interessi, come invece sostenuto dalle controparti.
Papa Pagliardini: «Avanti con la riforma per il bene degli agricoltori»
«La vicenda ha visto contrapposti interessi pubblici a interessi privati e, per il fatto di avere voluto perseguire l’interesse pubblico generale, e garantire la regolarità, trasparenza e legalità nella gestione degli aiuti finanziari dell’Unione europea in agricoltura, sono stato tenuto per mesi sotto attacco di lobby alle quali evidentemente non andavano bene le scelte legittime dell’Amministrazione – dichiara il direttore di Agea Gabriele Papa Pagliardini –. L’azione di riforma dei Centri di Assistenza Agricola, dopo quasi due anni di stop forzato, può ora proseguire nell’interesse esclusivo degli agricoltori italiani, e qualcuno ora dovrà rispondere del suo operato nelle sedi opportune per avere procurato al sottoscritto un grave danno di immagine con motivazioni che il Consiglio di Stato ha ritenuto assolutamente infondate».
Mario Braga (periti): «Con la nuova Pac serve una nuova Agea»
«Le sentenze non si discutono, si applicano» il commento secco del presidente del Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati Mario Braga, che fin dall'inizio si era detto contrario alla proposta di Agea e aveva supportato i ricorsi dei Caa dei liberi professionisti. «Un modello efficiente ed efficace non si costruisce vincendo una causa – ha aggiunto Braga – chiederemo al ministro Patuanelli di essere compartecipi della modernizzazione e riorganizzazione generale di Agea perché la nuova Pac esige un organismo pagatore organizzato diversamente da come è oggi».
Orlandi (agrotecnici): «La battaglia non finisce qui»
«Continueremo questa battaglia fino al ripristino di una condizione di parità di trattamento fra liberi professionisti e dipendenti sindacali. Il diritto ci offre ancora strumenti, e li useremo tutti». Queste le parole del presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati Roberto Orlandi per commentare le sentenze del Consiglio di Stato sulla convenzione Agea-Caa.
«Visto che i Caa esistono solo in Italia − continua Orlandi − e visto che se n’è voluto fare una specie di “privativa” per alcuni, porteremo la questione in Europa ed alla Commissione chiederemo che i Caa vengano eliminati: gli imprenditori agricoli devono tornare padroni del loro fascicolo aziendale oppure darlo a chi ritengono più opportuno».
Orlandi non risparmia però una frecciata agli altri ordini professionali, lamentando un'unità solo di facciata sulla vicenda, perché ognuno ha presentato ricorsi separati.
Caa liberi professionisti: sentenza non condivisibile, approfondiremo
“Da una prima lettura riteniamo la sentenza del Consiglio di Stato assolutamente non condivisibile, ci riserviamo ulteriori approfondimenti e successive considerazioni”. Questo il primo commento del Caa Gruppo Liberi Professionisti in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato completamente il giudizio di primo grado del Tar del maggio 2021, che aveva accolto le ragioni dei professionisti italiani.