Crisi alimentare, appello di Onu e Fao

grano duro
Il Premier Draghi, nell’informativa alla Camera e al Senato, esorta all’apertura dei porti ucraini per scongiurare una crisi alimentare senza precedenti nei Paesi in via di sviluppo. La Russia risponde chiedendo prima l’annullamento delle sanzioni

«La situazione è drammatica, il tempo stringe ed è crisi senza precedenti».

«Il prezzo del cibo è il problema numero uno in questo momento, ma nel 2023 potremmo avere gravi problemi di disponibilità».

L’allarme del Consiglio di sicurezza Onu

David Beasley dirige il World Food Program

È l'allarme lanciato dal capo del Programma alimentare mondiale (World Food Program), David Beasley, alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu del 19 maggio. A riportarlo è l’Agenzia Ansa.

A preoccupare è l’ultimatum dettato da Mosca: «riapriremo l'accesso ai porti ucraini se l'Occidente eliminerà le sanzioni sull'export».

«La mancata apertura dei porti nella regione di Odessa - ha detto Beasley - è una dichiarazione di guerra alla sicurezza alimentare globale e si tradurrà in carestia, destabilizzazione e migrazione di massa in tutto il mondo».

Il Consiglio di sicurezza dell'Oniu è stato convocato per rispondere al rischio di crisi alimentare per il blocco dei porti ucraini

Il piano di Qu

A mettere in guardia sull'impatto a cascata della guerra in Ucraina, anche il direttore generale della Fao, Qu Dongyu che ha presentato all'Onu un piano in quattro punti.

Un piano che punta a:

  • trasformare i sistemi agroalimentari,
  • renderli più inclusivi, economicamente sostenibili e resilienti ai tanti shock che stanno affliggendo il Pianeta,
  • produrre meglio e di più con un minore impatto sull'ambiente.

QU ha puntato il dito contro l'impennata dei prezzi alimentari che a marzo hanno raggiunto il livello più alto dal 1990, mettendo in guardia sulle conseguenze del conflitto Russo-Ucraino che potrebbe esacerbare ulteriormente listini «perché Russia e Ucraina dominano il mercato del grano globale».

Prezzi boom

Ad oggi sono ben 44 milioni di persone in 38 paesi sono a livelli di fame di emergenza, a un passo dalla carestia, e la guerra in Ucraina sta aggiungendo una nuova dimensione spaventosa a questo quadro, ha spiegato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

«L'invasione russa dell'Ucraina ha posto fine alle sue esportazioni di cibo».  «Si registrano aumenti dei prezzi di oltre il 40% - ha sottolineato - per alimenti di base. Ciò costituisce una minaccia per  Paesi dell'Africa e del Medio Oriente, tra cui Camerun, Libia, Somalia, Sudan e Yemen».

L’intervento di Draghi alle Camere

Ucraina
Mario Draghi

Preoccupazione sulla sicurezza alimentare globale è stata esposta anche dal premier Mario Draghi in un'informativa alla Camera e al Senato.

«Russia e Ucraina -ha avvertito Draghi - sono tra i principali fornitori di cereali a livello globale. Da soli, sono responsabili di più del 25% delle esportazioni globali di grano». 26 Paesi dipendono da loro per più di metà del proprio fabbisogno. «Serve quindi, un’ iniziativa condivisa che sblocchi i milioni di tonnellate di grano fermi nei porti nel Sud Ucraina: tutte le parti in causa aprano una parentesi umanitaria per evitare uno scenario che farebbe morire milioni di persone».

Mosca risponde picche

Mosca ha risposto agli appelli per bocca del viceministro degli esteri Andrei Rudenko: «Apriremo l'accesso ai porti ucraini solo se l'Occidente eliminerà le sanzioni sull'export».

Secondo Coldiretti la crisi ucraina e l’impatto dei cambiamenti climatici come l’India farà scendere il raccolto mondiale di grano a 775 milioni di tonnellate, con stock che dovrebbero scendere a 267 milioni di tonnellate, in calo per il secondo anno consecutivo e al livello più basso degli ultimi sei anni.

Crisi alimentare, appello di Onu e Fao - Ultima modifica: 2022-05-20T01:38:36+02:00 da Lorenzo Tosi

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