Quella che lega gli agricoltori ai consorzi di bonifica pugliesi commissariati sembra una brutta storia senza fine. In attesa degli effetti della decisione del commissario unico dei consorzi di bonifica Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia di recuperare le annualità a partire dal 2018, sono state già notificate le cartelle per un nuovo aumento che andrà a incidere sull’annualità 2017 per gli imprenditori agricoli con terreni che ricadono nell’area del Consorzio Stornara e Tara.
Confagricoltura Puglia: «Accanimento contro agricoltori»
«Gli importi sono quasi triplicati, stiamo vivendo un insensato accanimento nei confronti degli agricoltori, già alle prese con i rincari stratosferici energetici, dei concimi e dei mangimi animali – dichiara il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro –. Chi aveva dovuto pagare 1.000 euro per l’annualità 2016 sta per ricevere o ha già ricevuto per l’annualità successiva, 2017, una richiesta di oltre 2.500 euro. La questione riguarda migliaia di piccoli e medi imprenditori agricoli che però, stando ai dati raccolti da Confagricoltura, non hanno mai ricevuto nessun beneficio dalle opere consortili».
Fino a oggi, continua Carmine Palma, componente per Confagricoltura della consulta sui Consorzi di bonifica commissariati, abbiamo compiuto un’opera di mediazione con i consorzi, ma adesso è impossibile anche solo giustificare l’ingiustificabile.
Come organizzazione di tutela degli agricoltori useremo tutti mezzi a nostra disposizione per difendere gli iscritti e tutti gli imprenditori del territorio che oggi si sentono “al muro” e spremuti come limoni».
Confagricoltura Puglia: «Questi tributi non sono dovuti»
L’aumento previsto per il 2016 si va a sommare agli effetti della decisione del commissario unico dei consorzi di bonifica Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia che il 14 ottobre scorso ha determinato di procedere al recupero delle annualità a partire dal 2018. L’importo complessivo è di circa 50 milioni di euro. Si tratta nell’85% circa dei casi di importi tra 50 e 70 euro per annualità. Invece per le grandi aziende il conto è più salato: in media 1.000 euro, in alcuni casi 10.000 euro.
«Ripetiamo che gli imprenditori non hanno ricevuto alcun beneficio dai consorzi di bonifica – sostiene Lazzàro –. A nostro parere questi tributi non sono dovuti e i Tribunali ci stanno dando ragione. Le contestazioni delle aziende che stiamo seguendo sono state vinte davanti al Giudice tributario con condanna per i consorzi a pagare le spese. Gli enti, e in primo luogo la Regione Puglia, si devono fare carico del problema per evitare pericolose chiusure aziendali con conseguenti e drammatiche perdite di posti di lavoro».
Cia Puglia: «Saldo e stralcio delle cartelle, riforma radicale»
Sui consorzi di bonifica commissariati, per Cia Puglia, occorre cambiare le cose radicalmente e farlo subito. Serve stabilire nell’immediato il saldo e stralcio delle cartelle di pagamento, bisogna varare i nuovi piani di classifica e fissare nuovi parametri per il calcolo dei tributi che devono essere ancorati ai servizi effettivamente svolti.
Nel Salento, inoltre, per i territori colpiti da Xylella, gli agricoltori devono essere esentati dal pagamento dei tributi. Sono queste le principali richieste di Cia Puglia riguardo ai consorzi commissariati, richieste formulate anche nel recente incontro convocato dall’assessorato regionale all’Agricoltura su richiesta delle organizzazioni agricole.
«I consorzi di bonifica sono uno strumento importante di gestione del territorio, ma devono adempiere appieno alla loro mission – afferma il vicepresidente vicario Giannicola D’Amico –. Nelle zone in cui vi sono i consorzi commissariati, gli agricoltori negli ultimi decenni non hanno avuto alcun beneficio dalla presenza degli stessi. È impensabile, dunque, che i costi dei consorzi possano gravare esclusivamente sugli agricoltori e, soprattutto, dopo circa 11 anni di immobilismo, non è possibile chiedere alle aziende agricole di farsi carico di interventi ormai da considerarsi straordinari.
A distanza di cinque anni dal varo della legge regionale, il consorzio unico, previsto e non ancora attuato, non è da ritenersi confacente alle esigenze dei territori. Non lo è proprio alla luce delle lacune che i consorzi commissariati hanno evidenziato. Non sono idonei i criteri utilizzati per il calcolo del tributo, mentre gli oliveti ricadenti nelle zone colpite dalla Xylella non possono essere considerati più tali, poiché ormai quasi o del tutto improduttivi».
Cia Puglia: «Consorzi commissariati non offrono alcun servizio»
I consorzi commissariati da 20 anni sono, di fatto, inattivi, non espletano né offrono alcun servizio, non presiedono alle loro funzioni che ormai restano soltanto sulla carta e sulle cartelle di pagamento, aggiunge D’Amico. «Fatta eccezione per la parte settentrionale della Puglia, questa è una situazione che accomuna gran parte del restante territorio regionale. Nelle ultime settimane, dai consorzi di bonifica commissariati stanno arrivando agli agricoltori nuove cartelle e i relativi solleciti di pagamento.
Ma i consorzi commissariati non funzionano, non erogano alcun servizio di bonifica dei terreni, non fanno progettazione e programmazione, non danno risposte né sulla difesa del suolo né sulle opere di infrastrutturazione irrigua. Per questo motivo riteniamo non più derogabili una riforma complessiva dei consorzi di bonifica commissariati e il saldo e lo stralcio delle cartelle di pagamento».
La situazione, per D’Amico, è particolarmente assurda nel Salento, territorio devastato dalla Xylella e dove attualmente le aziende agricole non hanno reddito e stanno cercando di andare avanti ugualmente, tra debiti e sacrifici.
«La posizione di Cia Puglia è chiara ed è stata già espressa nei mesi scorsi durante un incontro con i rappresentanti dei cinque consorzi di bonifica pugliesi commissariati. Cia Puglia chiede, per l’ennesima volta, che i consorzi tornino realmente a funzionare, perché pretendono il pagamento di contributi senza erogare i servizi che ne giustificherebbero il pagamento. L’utilità e l’assoluta importanza della funzione che i consorzi di bonifica dovrebbero svolgere non è condizione sufficiente a giustificare, senza condizioni, il pagamento del contributo di bonifica. Occorre trovare una soluzione concordata sul pregresso, avviando un percorso comune che veda una nuova e condivisa normazione in ordine alle procedure e all’organizzazione dei consorzi di bonifica. Sui territori serve una costante azione di forte contrasto al rischio idraulico e di lotta al dissesto idrogeologico».