«Chiediamo al governo di intervenire con aiuti sul caro bollette che vadano oltre il primo trimestre del 2023». E' la posizione netta del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che, aprendo i lavori dell’assemblea della Confederazione svoltasi a Roma, ha precisato: «le misure varate dall’esecutivo sono una scelta di assoluta rilevanza, che va necessariamente prorogata, anche se non sarà facile trovare le risorse necessarie. Sono urgenti provvedimenti a sostegno della liquidità delle imprese prolungando, in prima battuta, le moratorie sui prestiti accordate durante l'emergenza sanitaria e che scadranno alla fine di quest'anno».
«Va inoltre ricordato - ha proseguito Giansanti - che per l’anno venturo sulle condizioni di liquidità delle imprese peserà anche la riduzione nell’ordine del 50% dei pagamenti diretti della nuova Pac, mentre i tassi di interesse sono in aumento.
«Sostenere attività economica e occupazione»
Per Giansanti la crisi energetica «non sarà di breve durata». I prezzi dell'energia «non torneranno in tempi brevi sui livelli pre-crisi, anche se si potrebbe fare di più, per sostituire il gas russo che ancora incide per il 10% sulle nostre importazioni totali».
In particolare, per Giansanti, «andrebbe rimosso il vincolo dell'autoconsumo per la concessione degli incentivi pubblici all’agrisolare».
L'inflazione è destinata a rallentare ha spiegato Giansanti, «ma l'anno prossimo si attesterà ancora attorno al 6%, secondo le ultime previsioni della Banca centrale europea. Bisognerà attendere fino al 2024 per tornare al 2%. In questo scenario - ha rimarcato il presidente - tutta l’attenzione deve essere rivolta agli interventi in grado di sostenere l’attività economica, l’occupazione e la capacità di spesa dei consumatori».
Il presidente della Confederazione temendo una crisi peggiore di quella del 1929, ha poi sottolineato: «è fondamentale salvaguardare il potenziale produttivo agroalimentare italiano e della Ue. Il governo tedesco ha varato un programma di sostegni pubblici per 200 miliardi di euro, mentre le Pmi francesi, per tutto il 2023, riceveranno un aiuto che coprirà almeno il 20% delle spese energetiche. In questo modo si è creata una situazione di disparità competitiva tra le imprese europee che mette a rischio il regolare funzionamento del mercato unico».
«È finito il tempo di dire che va tutto bene»
«Siamo in guerra: o si usano armi non convenzionali o non ce la facciamo. Le imprese agricole hanno gli stessi problemi del mondo industriale, dal caro energia alla carenza di liquidità. E, in più - ha incalzato Giansanti - lavorano a cielo aperto e fronteggiano i cambiamenti climatici. È finito il tempo di dire che va tutto bene. Sono necessarie scelte opportune e di buon senso che vadano nella direzione della crescita economica, delle infrastrutture per connettere l'agricoltura italiana con il mercato internazionale, dei trasporti, dello sviluppo degli impianti fotovoltaici ed eolici che riteniamo assolutamente compatibili con il potenziale produttivo dell'agricoltura. Senza investimenti non sarà facile uscire dalla crisi attuale».
«Il 2022 - ha proseguito Giansanti - è stato un anno difficile e le previsioni per il 2023 non sono migliori. Non è ancora chiaro il nuovo assetto che emergerà dalle crisi in atto e sono incerte anche le prospettive della globalizzazione, ma risulta già evidente che la copertura del fabbisogno di prodotti essenziali non può più essere affidata a terzi».
Fertilizzanti, «Sì ad acquisti comuni per avere sufficienti quantitativi»
«Spinti dal rialzo dei costi energetici, anche il prezzo dei fertilizzanti ha raggiunto livelli senza precedenti – ha puntualizzato il presidente della Confederazione -. La carenza di fertilizzanti può compromettere la qualità e la quantità dei prossimi raccolti. Il prezzo e la ridotta offerta di fertilizzanti rappresentano un problema di dimensione mondiale. E’ una questione di sicurezza alimentare».
Giansanti ha poi lanciato un appello al governo in vista dell’imminente riunione del Consiglio europeo: «chiediamo di proporre l’acquisto centralizzato di fertilizzanti al fine di ottenere una riduzione dei prezzi e mettere a disposizione degli agricoltori degli Stati membri quantitativi adeguati alle necessità».
I tre assi per il futuro del settore
«Energie rinnovabili per la neutralità climatica, digitalizzazione, investimenti per la crescita dell’efficienza e della competitività: sono questi - ha affermato il presidente - i temi che rappresenteranno la svolta verso il futuro e che condizioneranno il futuro stesso delle nostre imprese. E’ indispensabile destinare più risorse alle misure che sono in grado di sostenere la creazione del prodotto interno lordo, da cui dipende anche la tenuta dei conti pubblici e dell’occupazione.
Noi agricoltori - ha concluso il presidente di Confagricoltura - vogliamo essere protagonisti del futuro e del mercato, forti del nostro made in Italy e del nostro territorio».
Lollobrigida: «Vogliamo un’Europa meno ideologizzata»
«Se l’Europa continuerà a sostenere tesi in nome di principi ideologici noi ci opporremo - ha affermato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida -. Vogliamo un'Europa che valorizzi le grandi imprese. L’Italia oggi porta sul tavolo europeo denunce e anche criticità e si pone come nazione autorevole che difende e tutela il proprio sistema produttivo, le imprese e il legame tra cultura e territorio».
«Il mio impegno e la volontà del governo - ha specificato il ministro - è rimanere al fianco delle aziende sul piano del sostegno rispetto ai costi di produzione e nel contrasto ad alcuni elementi degenerativi, come i prodotti sintetici e standardizzati».
Quanto alla Pac, ha concluso Lollobrigida, «è possibile rivederla».