La proposta della Commissione Ue di aumentare il livello massimo di residui di triciclazolo per le importazioni di riso non ha raggiunto, nel Comitato permanente, la maggioranza qualificata per procedere.
«Si tratta di un primo positivo risultato per le nostre produzioni – spiega il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Riso di Confagricoltura, Giovanni Perinotti –. Auspichiamo che il Governo, in particolare il ministero della Salute, continui ad attuare ogni azione possibile per contrastare l’adozione del provvedimento».
Vietato dal 2016
In Europa l’utilizzo del Triciclazolo è vietato dal 2016 (e sono state vietate anche le importazioni di prodotti che presentano residui di Triciclazolo). «Consentire importazioni con una soglia di tolleranza innalzata a 0,09 mg/Kg (da 0,01 mg/kg), come proposto dalla Commissione, - aggiunge Perinotti - favorirebbe ulteriormente l’import di riso da Paesi che non hanno gli stessi vincoli alla produzione applicati nella Ue. Questo significa che non sarebbe rispettato il principio di reciprocità a tutela della sicurezza alimentare, oltre a costituire una grave minaccia per la competitività delle nostre imprese».
Primi in Europa
L’Italia, con circa 218.000 ettari coltivati, è il primo produttore europeo di riso, con poco più del 50% della coltivazione presente nell’Ue.
Con le importazioni di riso asiatico in Italia che sono praticamente raddoppiate nel 2022 (+86%) – affermano Coldiretti e Filiera italia - è importante il primo stop all’innalzamento del limite dei residui di triciclazolo un potente pesticida vietato nell’Unione Europea ma utilizzato nei principali Paesi produttori, dal Vietnam alla Cambogia, dal Myamar all’India fino al Pakistan.
Importante la reciprocità
Per Coldiretti e Filiera Italia si tratta di un primo passo per il rispetto in Europa del principio di reciprocità in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.”
Qualora la Commissione decidesse di andare comunque avanti il regolamento dovrebbe avere il via libera del Consiglio e del Parlamento Europeo nei confronti dei quali continua il pressing della Coldiretti e di Filiera Italia.
Qualità e varietà uniche
«Apprezziamo molto il lavoro svolto dal Governo italiano ed in particolare dal Ministro della Salute Orazio Schillaci» ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che con 1,5 milioni di tonnellate all’anno l’Italia garantisce il 50% dell’intera produzione di riso della Ue, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo.
«È importante evitare di mettere gli agricoltori europei in situazioni di svantaggio competitivo con i produttori dei paesi terzi, contravvenendo il principio di reciprocità, la Commissione lo capisca una volta per tutte e smetta di lavorare contro la produzione agroalimentare europea per interessi non chiari» ha dichiarato Luigi Scordamaglia amministratore delegato di Filiera Italia.