Trecentocinquanta milioni di metri cubi d’acqua caduti, 23 tra fiumi e torrenti esondati e altri 13 sopra il livello di guardia, più di cento comuni coinvolti, un migliaio di frane in un areale vastissimo di territorio. Quello che si è abbattuto sull’Emilia-Romagna è stato un evento epocale, mai verificatosi in Italia per tipologia dei fenomeni, tra frane e alluvioni. In questi giorni dopo una situazione difficilissima nella quale vanno innanzitutto ricordate le tante vittime di questa terribile tragedia, credo sia doveroso ringraziare tutti i sindaci dei comuni colpiti, la Protezione civile, i Vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i tantissimi volontari che si stanno prodigando per aiutare le comunità colpite nella nostra regione.
L’agricoltura e l’agroalimentare hanno subito i danni più importanti dal punto di vista economico. Il quadro tra le campagne e le colline della Romagna è desolante: terreni produttivi completamente sradicati e franati, siti alluvionati, l’asfissia nei vigneti giovani e soprattutto nei frutteti dovuta all’acqua, gli allevamenti allagati, i danneggiamenti irreversibili alle infrastrutture viarie vicinali e poderali, le rotture degli impianti di irrigazione, i danni idrogeologici e spondali.
Anteprima di Terra e Vita 18/2023
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Una prima ricognizione presenta dati fortemente preoccupanti. Su 330 Comuni dell’intero territorio regionale, quasi il 39% è stato colpito da allagamenti, frane e piogge alluvionali. Le situazioni più gravi si registrano nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena, nelle quali la totalità dei comuni è stata coinvolta. Rimini ha visto coinvolto il 93% dei propri comuni, Ferrara quasi il 48%, Bologna il 44%, Modena il 32% e Reggio Emilia oltre il 14%.
È quasi un bilancio di guerra. La superficie agricola utile alle produzioni colpita da questa emergenza è il 42% di quella regionale. Al momento stimiamo una perdita di produttività diretta di oltre 1,5 miliardi di euro, ma è probabile che i danni saranno molti di più.
L’Emilia-Romagna è il cuore agroalimentare del Paese, che è la seconda voce di export regionale dopo la meccanica: è un colpo fortissimo. Verranno meno molti prodotti agricoli romagnoli utilizzati nelle lavorazioni delle filiere agroalimentari regionali e in altre parti del nostro Paese. L’impatto riguarda non solo la nostra regione: anche il valore economico nazionale subirà conseguenze negative. Parliamo di imprese, posti di lavoro, necessità delle persone e delle famiglie.
Servono risorse adeguate per risarcire le imprese agricole e agroalimentari per i danni produttivi, e contributi a fondo perduto per ricostruire le strutture, i mezzi, gli impianti frutticoli, prevedendo un’intensità di aiuto fino al 100% attraverso procedure rapide e snelle che diano in fretta liquidità alle imprese. Inoltre, bisogna prevedere un adeguamento del quadro degli adempimenti amministrativi per consentire deroghe e proroghe aderenti all’emergenza, anche verso gli obblighi sulla Pac che abbiamo con Bruxelles. Inoltre, sono necessarie risorse per il ripristino e la ricostruzione delle infrastrutture idriche e irrigue gravemente danneggiate, la manutenzione del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico e le frane nelle zone collinari e montane.
Come Regione modificheremo misure di finanziamento dello Sviluppo Rurale per aiutare le imprese agricole e il territorio, ma non saranno sufficienti. Servono interventi nazionali ed europei, che devono arrivare velocemente, perché l’agricoltura dell’Emilia-Romagna, così colpita, rischia davvero molto.
di Alessio Mammi
Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna