Anbi: nuova pagina per il settore idrico grazie al Pniissi 

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L’avvio dell’iter di approvazione del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico apre una pagina nuova verso una maggiore programmazione. Ma qual è lo stato attuale delle risorse idriche in Italia? La risposta nell'Osservatorio settimanale Anbi del 28 maggio 2024

«La presentazione del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (Pniissi) apre una pagina nuova, perché afferma un principio di programmazione, individuando le necessità finanziarie sulla base delle proposte presentate dai territori» ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi), a commento dell’importante atto avvenuto nella Cabina di Regia per l’Idrico.

Cabina di regia sull'idrico al Mit, pronti 950 milioni

Pronto un primo stralcio di programmazione finanziato con circa 900 milioni di euro del Mit, che potrà essere approvato subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale di approvazione del nuovo piano del settore idrico (Pniissi), oltre a 50 milioni di euro per incentivare l'avanzamento delle progettazioni delle opere già pianificate, affinché possano raggiungere la programmazione più velocemente. Ad annunciare questi finanziamenti è il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini che ha convocato ieri la Cabina di regia per l'idrico e proposto il nuovo piano di settore.

Tra le riforme previste dal Pnrr, anche per il settore idrico è stata prevista la semplificazione della normativa e il rafforzamento della governance, al fine di poter essere maggiormente efficaci negli investimenti attraverso un Piano nazionale per gli interventi nel settore idrico. Il Mit ha raccolto e valutato 562 proposte per un importo complessivo di poco più di 13 miliardi di euro, di cui 521 dichiarate ammissibili e 41 non ammissibili o annullate dagli stessi proponenti. Dalle 521 proposte ammissibili, è scaturita la proposta di Piano, con 418 interventi, per un importo di circa 12 miliardi di euro che potranno essere programmati nei prossimi anni, mano a mano che le risorse di varia natura, fondi statali o europei, dei vari ministeri, potranno rendersi disponibili.

Osservatorio Anbi sulle risorse idriche

L’Italia del meteo e del clima è  oggi divisa in tre: chi ha tanta acqua, anzi troppa rispetto alla sua capacità di assorbirne ed è costretto a rilasciarla inutilizzata verso il mare; chi guarda il cielo e  teme, perché non vi è sufficiente riserva idrica per affrontare estati sempre più calde; chi, come il Sud, è drammaticamente assetato, non riesce più a far fronte al fabbisogno idrico dei propri territori e guarda paradossalmente con preoccupazione l’arrivo dei vacanzieri estivi.

Vediamo nel dettaglio la situazione regione per regione nel settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche del 28 maggio 2024

 


I recenti 7 giorni hanno visto acuirsi ulteriormente la siccità nel Mezzogiorno: gli invasi sono sempre più vuoti e nel breve periodo non si prevedono significative piogge ristoratrici.

In Basilicata, nel pieno della stagione irrigua, gli invasi rilasciano quotidianamente circa 1 milione di metri cubi d’acqua ed il deficit sul 2023 rimane superiore ai 160 milioni.

In Puglia, rispetto all’anno scorso, la risorsa idrica trattenuta nei bacini (mln.mc. 180,46) è praticamente dimezzata rispetto all’anno scorso, quando fu indispensabile per affrontare l’estate allora più calda di sempre.

Tale record pare destinato ad essere battuto, considerando che finora ogni mese ha segnato temperature globali mai raggiunte prima e Maggio non sembra fare eccezione con una media, al 28 mese del mese,  di 15,83 gradi , cioè  +0,63° rispetto alla norma.

L’ennesimo paradosso italiano, dovuto all’accelerazione della crisi climatica si registra nelle regioni insulari, dove il turismo estivo è destinato a pesare fortemente sulle risorse idriche.

Qualche dato aiuta a capire le dimensioni del problema.

La Sardegna, nel 2023 ha registrato circa 18 milioni di turisti, il 90,4% concentrati nel periodo Maggio-Settembre e soprattutto nelle zone costiere; ciò significa che in tale periodo arriveranno sull’isola oltre 16 milioni di ospiti, praticamente decuplicando la pressione antropica.

In Sardegna l’ indice di “intensità turistica”, cioè il carico del turismo sul territorio (sfruttamento delle risorse naturali, produzione di reflui e rifiuti, inquinamento, ecc.), che viene calcolato in base al numero di arrivi, presenze e permanenza media in rapporto con la popolazione residente e con la superficie interessata, incide in misura maggiore rispetto a tutte le altre regioni del Sud Italia e di un 37% in più rispetto alla media del Paese (fonte SRM – Centro Studi e Ricerche Gruppo Intesa San Paolo). Per quanto riguarda la pressione sull’utilizzo d’acqua, la presenza turistica incrementa di 4 litri la media giornaliera pro capite.

Tale dato idrico scende ad 1 litro e mezzo in più in Sicilia, dove la stagione turistica è “spalmata” su un arco temporale più ampio e, tra Maggio e Settembre 2023, sono arrivati quasi 13 milioni di ospiti, cioè il 78,7% dell’ “incoming” complessivo.

Cresce intanto la preoccupazione idrica anche in Campania, dove l’invaso di Conza segna -14,6% sul volume autorizzato e circa 6 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso. Altalenanti, ma tendenti al ribasso al ribasso sono le portate dei fiumi Garigliano, Volturno e Sele.


Risalendo al Centro Italia, nel Lazio si conferma la lunga stagione negativa del fiume Tevere, che da diverse settimane registra portate assai distanti dalla sua norma (mc/s 81,51 contro una media superiore ai 200 metri cubi al secondo); anche l’Aniene è in sofferenza, registrando una portata dimezzata. Molto grave è la condizione degli esangui laghi sui Castelli Romani: quello di Castelgandolfo è sceso 11 centimetri in un mese, mentre il bacino di Nemi è calato di ulteriori 3 centimetri, raggiungendo -cm. 47 in un anno.


In Umbria, il livello del lago Trasimeno rimane  da circa un anno sotto la soglia vitale (-1,20) con inevitabili conseguenze sull’ecosistema; si registra invece l’aumento di portata del fiume Chiascio, ma la contrazione di quella nei fiumi Topino e Paglia.


Anche nelle Marche, le altezze idrometriche dei fiumi risentono di un periodo meteorologicamente non favorevole e calano in maniera costante, settimana dopo settimana: spiccano i livelli del Tronto e dell’Esino, nettamente inferiori ai valori registrati nello scorso quinquennio. I volumi invasati nei bacini artificiali (52,39 mln di mc) continuano però ancora a rappresentare una garanzia per i mesi a venire.


Pure in Toscana calano velocemente i livelli idrometrici dei fiumi Serchio, Sieve, Arno ed Ombrone, tornando ampiamente sotto le medie mensili di riferimento (Arno -34%, Ombrone -55%, Serchio -39%).


Nella confinante Liguria si registra la contrazione dei livelli  nei fiumi Entella, Magra, Vara ed Argentina, pur rimanendo con portate confortanti.


Nella altre regioni del Nord Italia, la primavera 2024 si conferma come una delle più “umide” degli ultimi cento anni. Sulle Alpi è ancora presente una grande quantità di neve (in Lombardia, +71%!!!), gli invasi sono stracolmi e le portate dei fiumi, esaurite le ondate di piena, si mantengono comunque su valori ben al di sopra delle medie del periodo.

Per quanto riguarda i Grandi Laghi: Maggiore (102,3% di riempimento) allagano le aree più basse; il Benaco (100 %) è al colmo ed il Sebino (93,6%) si aggira vicino; sorprendentemente sotto media  invece il Lario al 65,3%.


In Valle d’Aosta crescono la Dora Baltea (fino a +239% sulla media!) ed il torrente Lys.


In Piemonte si attestano, sopra la media, i livelli dei fiumi Tanaro (ancora in crescita), Stura di Lanzo, Stura di Demonte e Toce (in calo).


In Lombardia la portata del fiume Adda perde, in una settimana, 143 metri cubi al secondo, ma rimane superiore a mc/s 350 mc/s, cioè quasi l’80% in più rispetto alla media dei recenti 6 anni; nella regione l’acqua stoccata segna +44% sulla media.


In Veneto, i flussi del fiume Adige sono largamente superiori al consueto: mc/s 658,52 rispetto ad una media di mc/s 280 (+135%); lo stesso discorso vale per Brenta e Bacchiglione, che segnano rispettivamente +90% e +117%!


In Emilia-Romagna permane marcata la differenza tra la grande disponibilità idrica  dei bacini centro-occidentali e quella dei bacini montani e di pianura romagnoli a Sud del fiume Reno: ne sono esempio i dati sulle cumulate pluviometriche delle pianure piacentine e parmensi, che da inizio anno idrologico si attestano su mm. 796 (molto superiori alla media) e quelle adriatiche, dove invece si registra la quinta annata idrologica più siccitosa del recente trentennio. Tra i fiumi, ancora deficitarie sono le portate di Reno (-60%), Secchia (tornato a -83%) e Taro (-40%) oltre che quelle dei bacini di Savio e Lamone.

I livelli del fiume Po scendono lungo tutta l’asta, ma continuano a risultare abbondanti per il periodo ed ai rilevamenti in Emilia-Romagna e Lombardia addirittura quasi doppie rispetto alla media (a Pontelagoscuro mc/s 3960 ca. su una media di mc/s1999).

I dati delle ultime due settimane sulla falda freatica ipodermica (Scarica qui l'Osservatorio falda) non presentano evidenti variazioni rispetto a quanto espresso nel Bollettino precedente. Sostanzialmente, le quote di falda ipodermica sono allineate o superiori a quelle dello storico nella parte occidentale della pianura, mentre risultano inferiori in quella orientale. La linea di separazione fra questi due differenti comportamenti è situata fra le province di Modena e Bologna.

Anbi: nuova pagina per il settore idrico grazie al Pniissi  - Ultima modifica: 2024-05-30T17:16:33+02:00 da Sara Vitali

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