Grano duro, nuova campagna nel segno della qualità
Italia
La conferma di un’Italia spaccata in due a livello di rese/ha, ma con un’ottima qualità attesa al Centro Sud a livello di pesi specifici e tenore proteico (a maturazione le spighe principali), sono le due ben note notizie che di fatto stabilizzano le quotazioni rispetto alla settimana precedente, in attesa del responso dalle trebbie (e dei laboratori analisi) per quanto concerne la salubrità (tossine) e le caratteristiche del raccolto (tenore proteico) al Nord del paese. Si conferma la tendenza ad anticipare l’inizio della raccolta anche al Centro-Nord con l’arrivo di temperature estive. Continuano gli arrivi di prodotto comunitario ed estero a mantenere adeguata l’offerta. Prezzi invariati su tutte le principali mercuriali con il “Fino” Centro reso Nord attorno ai 350 €/t, con l’equivalente reso Sud a 360 €/t; mercantili a sconto di 25-45 €/t al Sud e 25-65 €/t al Centro-Nord.
Europa
I progressi di raccolta nei Paesi Ue danno un quadro sempre più delineato, con ampia offerta da Spagna e Grecia e graduale pressione anche dai detentori francesi. La disponibilità di prodotto comunitario è più che assicurata dalle eccedenze nei suddetti paesi, mentre incombe l’offerta estera con la Turchia che torna alla vendita a calmierare ulteriormente i prezzi in origine Fob Mediterraneo e destino Cif Italia e Nord Africa. Con una produzione sui 7,3 mio/t e una qualità per certi versi ancora da validare, è già iniziato l’approvvigionamento da parte dei molini comunitari a prezzi che, riflessi al Fob Mediterraneo per il “milling” europeo, lo collocano a ridosso dei 315-330 €/t (origine greca o francese).
Mondo
Migliora il panorama produttivo nell’emisfero Nord, dove l’inizio della fase di sviluppo in Usa e Canada è cadenzata da precipitazioni “ad hoc” e temperature non eccessive, per una combinazione che ha fatto iniziare nel migliore dei modi il nuovo raccolto 2024/25. A livello globale la campagna si preannuncia con adeguata disponibilità e offerta a soddisfare non solo la domanda (pure) in aumento, ma anche un parziale ripristino degli stock di riporto al giugno 2025. Sul fronte veditori la Turchia è tornata a offrire e, a breve, sono attesi anche gli operatori nordamericani, con la Russia (attesa a produrre nel 2024 un 2 mln/t di grano duro) ancora grande incognita, ma potenziale concorrente sulle destinazioni del Sud Mediterraneo. Il Cif Nord Africa per merce “milling” scende sotto i 390 $/t.
Grano tenero, posizioni attendiste sui mercati
Italia
Si avvicina l’inizio della raccolta e, in attesa di dati a conferma delle aspettative di resa/ha e qualità della granella, i mercati si confermano sui valori della scorsa settimana, con l’intento di dare un riferimento prima di entrare nel periodo del "non quotato". L’attività di scambio è stata limitata, con l’offerta sul prontissimo (per fare spazio) che prevale sulla domanda, ma non mutano gli equilibri. Nuovo raccolto trattato con cautela da parte dei produttori, stante l’incognita della sanità e del tenore proteico. Il grano “tipo Bologna 14 proteina” quota sui 338 €/t arrivo, con i “superiori” (classe 2) sui 275-280 €/t e i panificabili “misti” (classe 3) sui 245 €/t; le voci 4 e 5 si riposizionano a ridosso dei 230-240 €/t. Comunitari generici arrivo a 238/240 €/t, i grani di forza a 346 €/t, con gli “spring” canadesi sui 365-368 €/t.
Europa
I mercati restano in allerta per i problemi derivanti dal clima sfavorevole occorso nell’asse territoriale franco-tedesco, ma le coperture dei molini vanno oltre il salto di campagna e lo scenario commerciale resta nei limiti della normalità. Il responso sulla qualità non lo si avrà che tra qualche settimana, ma il clima dovrebbe tornare favorevole allo sviluppo delle colture e le alternative estere non mancano, come sulle piazze spagnole, le più deficitarie della comunità, dove è l’offerta “any origin” dai porti a fare tendenza. Raccolto 2024 che resta stimato sui 123 mln/t (meno 2% sul 2023), ma preoccupa la capacità di esportare gli attesi 30 mln/t, stante la concorrenza dal Mar Nero. Su Parigi permane una certa volatilità il lunedì, ma il trend è ribassista: il “milling” per settembre è sui 245 €/t (meno 15); il “panificabile” reso porto di Rouen sui 243 €/t (meno 17).
Mondo
Le piazze a termine d’oltreoceano tornano a flettere (Cbot meno 2%) sotto gli echi di un miglioramento delle operazioni in campo nelle principali aree produttive Usa, sia per i grani vernini sia per quelli primaverili. Le semine in Dakota (Usa) e Canada sono oltre il 90%, con ottima emergenza in condizioni del terreno al momento ottimali. Export americano che recupera quote di mercato a scapito delle altre origini, con la Russia che nonostante sperimenti un sensibile aumento dei prezzi Fob (causa stime al ribasso del raccolto 2024), resta competitiva sulle destinazioni del Mediterraneo: ultimi valori sui 300 $/t Cif Egitto. Migliorano le prospettive di produzione in India, oggi attesa sui 113 mln/t (valore record); lo stato dovrebbe togliere il dazio all’importazione di grano per stabilizzare i mercati locali e ripristinare le scorte governative. Prezzi: l’argentino a 301 $/t, l’australiano Soft White a 282 $/t, il Dns a 306 $/t, il “milling” russo a 253 $/t.
Mais, le quotazioni si consolidano
Italia
Si consolidano le quotazioni del mais, con gli operatori che guardano all’Europa e all’andamento (positivo) del raccolto nazionale, per decifrarne l’andamento per il periodo estivo e oltre. Milano vede invariati i prezzi dell’italiano, mentre passa un primo segnale di debolezza (meno 2€/t) per il comunitario; Ager Bologna estende questa sensazione a tutte le voci, con calo simbolico per i nazionali (meno 1€/t) e più marcato (meno 3€/t) per i comunitari ed esteri. Con le coperture in essere adeguate ad attendere l’evoluzione di raccolti e mercati, il mais nostrano “con caratteristiche” quota un 238-240 €/t, con il generico a sconto di 4-5 €/t e i comunitari ed esteri che tendono rispettivamente a posizionarsi sui livelli del “con caratteristiche” e del “generico” reso destino.
Europa
Il mercato e gli operatori hanno scontato le positive notizie che arrivano da oltreoceano e l’accelerazione delle attività in campo in centro Europa, con il ritorno di un clima secco e di temperature elevate a garantire giusti progressi di sviluppo delle colture. Quotazioni più deboli anche per la presenza (e concorrenza) di prodotto estero sui porti di Spagna e resto della Ue. Detentori che spingono per vendere quanto resta di vecchio raccolto, ma che si fanno attendisti quando si parla di nuovo raccolto. Sulla piazza di Parigi Euronext la posizione Agosto vale sotto i 220 €/t, con il nuovo raccolto (novembre) a lieve sconto di un 2 €/t; il mais con caratteristiche reso franco porto di Bordeaux sotto i 220 €/t.
Mondo
Continua la discesa dei prezzi motivata dai positivi progressi di semina in Usa: il Cbot cede un 4% in una settimana. Se le prospettive di produzione, disponibilità (globale) e offerta sono ribassiste, la tendenza è stata in parte contrastata dal ritorno della domanda bioenergetica in Usa e dal salire della domanda internazionale. In Brasile i prezzi hanno ceduto terreno anche per l’attesa pressione stagionale, dove la trebbiatura del primo raccolto è ben oltre l’80% e quella del secondo raccolto (safrinha) al 5%. L’evoluzione del conflitto nel Mar Nero e la carenza di offerta (e disponibilità residua) ha fatto salire i prezzi Fob dell’Ucraino, che ora è allineato con i valori delle Americhe. Prezzi Fob: l’Usa a 196 $/t, l’ucraino 204 $/t, l’argentino 190 $/t e il brasiliano a 198 $/t.
Oleaginose e cereali foraggeri, generalizzata staticità negli scambi
Italia
Cereali foraggeri: generalizzata staticità negli scambi e attesa dei mercati per le prime (contrastanti) notizie sulla qualità degli orzi (pesi specifici variabili da zona a zona) sono i fattori che hanno di fatto congelato le quotazioni dei cereali nazionali. La sensazione è però di debolezza a causa della pressione dell’offerta comunitaria ed estera. L’orzo pesante resta NQ ma l’origine Ue scende a 223 €/t (meno 7), con il grano sui 250 €/t e il sorgo invariato sui 218 €/t arrivo. Oleaginose: soia nazionale 2023 che sale su Bologna a 510 €/t (più 3) origine, mentre cala su Milano a 497 €/t (meno 3) a fronte di scarsissima disponibilità. L’origine estera cede un 10 €/t, posizionandosi sui 475 ed i 480 €/t reso destino. A deprimere i listini il calo del petrolio e la debolezza registrata sulle Borse estere.
Europa
Cereali foraggeri: l’avvicinarsi della raccolta degli orzi si somma al calo della domanda dai porti e dagli operatori locali. In un mercato che è stato atono, i prezzi hanno ceduto terreno anche per la conferma di un graduale (anche se tardivo) miglioramento dello stato delle colture in Centro Europa. Oleaginose: le notizie dalla riunione Opec di un mantenimento dell’estrazione petrolifera, combinata con un generale indebolimento delle oleaginose sui mercati internazionali, hanno messo al ribasso la colza comunitaria che, nonostante attese medie di produzione 2024, cede terreno. Su Parigi-Euronext la colza quota la posizione agosto a 465 €/t (meno 20), con il Fob Rouen sui 464 €/t (meno 18); il girasole “oleico” reso S. Nazaire si porta sui 450 €/t (più 5), con riduzione di volumi offerti.
Mondo
Cereali foraggeri: il generale miglioramento climatico nell’emisfero Nord, ma anche nell’emisfero Sud (Australia), favorisce le semine e questo più che compensa i dubbi sull’entità finale del raccolto nell’area del Mar Nero. Ampia offerta e competizione nei prezzi portano al mantenimento di quotazioni stazionarie, con possibili ribassi se il panorama produttivo russo migliorasse. Buon livello di scambi e riaperture di aste d’acquisto dal Nord Africa. Orzo Fob Mar Nero a 200 $/t, l’australiano a 254 $/t; il grano Srw Fob Golfo a 257 $/t e l’ucraino 228 $/t. Oleaginose: settimana al ribasso per la soia su Chicago, con perdita in valore di un 4%. Migliorano i fondamentali (produzione) e latita la domanda internazionale, con i positivi progressi di semina in Usa e la debolezza del mercato degli oli vegetali (anche per riflessi decisioni Opec) a completare un quadro di debolezza. In Brasile gli eccessi di precipitazioni hanno arrecato qualche danno nella regione del Rio Grande, per una stima del raccolto 2023/24 sui 149 mln/t (meno 5% sull’annata precedente). Prezzi Fob: la soia Usa a 473 $/t, la brasiliana a 460 $/t e l’argentina a 462; la colza Canadese Fob a 526 $/t.