Fondo Sovranità alimentare: ecco gli importi del 2023

fondo sovranità alimentare
Erogati 400 €/ha per il mais, 239 €/ha per il grano tenero, 206 €/ha per legumi e soia, 148 €/ha per l’orzo. Scarsa adesione, ma dal 2024 dovrebbe aumentare

Il decreto ministeriale 9 agosto 2023, in attuazione del “Fondo per la sovranità alimentare”, aveva stabilito un aiuto per i cinque settori; mais, proteine vegetali (legumi e soia), frumento tenero, orzo, carni bovine Sqnz. I legumi interessati sono pisello, fagiolo, lenticchia, cece, fava e favino. Le “carni bovine Sqnz” sono quelle di bovini nati e allevati secondo i disciplinari del Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqnz).

L’obiettivo è di rafforzare la produzione di cibo italiano di qualità e la tutela delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari nazionali tramite il sostegno alle suddette filiere.

Il Fondo ha una dotazione di 25 milioni di euro l’anno dal 2023 al 2026, per un totale di 100 milioni. Il sostegno consiste in un aiuto per ettaro incrementale rispetto alla media delle superfici di ogni agricoltore.

Gli importi erogati per il 2023

Le Istruzioni Operative Agea n. 69 del 11 giugno 2024 riportano gli importi unitari per la campagna 2023 relativi al Fondo per la sovranità alimentare per le filiere ammissibili (tab. 1).

Gli importi definitivi per l’annualità 2023, i massimali unitari e i plafond sono riportati nelle tab. 1 e tab. 2. L’importo è stato calcolato dal rapporto tra l’ammontare dei fondi stanziati e la superficie totale richiesta.

Le risorse sono state sufficienti ad erogare l’importo massimo nelle filiere mais e carni bovine; invece, Le risorse non sono state sufficienti nelle filiere frumento tenero, orzo, legumi e soia.

Le economie di spesa generatesi dalle singole filiere sono state ridistribuite nelle altre filiere dove si è manifestata l’incapienza delle risorse stanziate.

Una valutazione

La superficie che ha beneficiato del Fondo è stata di 99.607 ettari per tutte le colture interessate e 29.519 capi per la zootecnia. L’adesione è stata quindi abbastanza limitata. Tuttavia, occorre tener presente che la conoscenza del Fondo nel 2023 è pervenuta con molto ritardo (il decreto ministeriale è stato firmato 9 agosto 2023) e gli agricoltori non ne erano a conoscenza nel momento delle semine. Quindi, l’erogazione è stata un’elargizione ex post, più che un incentivo all’incremento delle produzioni. Gli effetti del Fondo di Sovranità alimentare dovrebbero essere più incisivi nel 2024 e negli anni successivi.

Sostegno per l’ettaro incrementale

La superficie che beneficia dell’aiuto è l’ettaro incrementale. Ovvero l’impegno di coltivazione annuale desunto dal contratto deve essere incrementale rispetto alla media delle superfici dichiarate per la coltura oggetto dell’aiuto risultante dai piani di coltivazione grafici utilizzati per la domanda unica, presentata negli ultimi tre anni antecedenti. Sono esclusi dal calcolo della media gli anni in cui il soggetto beneficiario non ha seminato la coltura oggetto dell’aiuto.

In altre parole, le superfici medie “storiche” non beneficiano dell’aiuto.

L’aiuto ad ettaro spettante a ciascun soggetto beneficiario è commisurato alla superficie agricola, espressa in ettari, coltivata a mais, proteine vegetali (legumi e soia), frumento tenero e orzo, nel limite di 50 ettari complessivi per l’insieme delle coltivazioni.

Limitazioni all’aiuto

L’aiuto è concesso al soggetto beneficiario nel limite dell’importo massimo previsto per gli aiuti de minimis, quindi fino a 25.000 euro nel triennio.

Ferma restando il massimale degli aiuti determinati, in caso di incapienza delle risorse stanziate, l’importo unitario dell’aiuto è determinato in base al rapporto tra l’ammontare dei fondi stanziati e la superficie totale richiesta o il numero di capi bovini allevati.

Se l’agricoltore ha ricevuto un altro sostegno rientrante nel de minimis, può cumulare il sostegno fino alla concorrenza di 25.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari.

Contratto di filiera triennale

Ricordiamo che il requisito fondamentale per l’accesso al contributo è la sottoscrizione di un contratto di filiera almeno triennale, entro il termine di scadenza della domanda di contributo.

Il contratto di filiera è un contratto privatistico tra i soggetti delle suddette filiere, finalizzato a favorire la collaborazione e l’integrazione tra i produttori e le imprese di trasformazione, nonché i soggetti attivi nel settore del commercio, il miglioramento della qualità del prodotto e la programmazione degli approvvigionamenti, sottoscritto dai produttori singoli o associati e altri soggetti delle fasi di trasformazione e commercializzazione.

Il contratto può essere sottoscritto direttamente o attraverso cooperative, consorzi e Organizzazioni di Produttori riconosciute di cui sono socie, contratti di filiera di durata almeno triennale con imprese di trasformazione e commercializzazione.

Il contratto di filiera o l’impegno/contratto di coltivazione sottoscritto dal richiedente l’aiuto deve indicare la superficie oggetto del contratto, comunque non eccedente la superficie inserita nel Piano di coltivazione della Domanda di aiuto del richiedente.

Gli obiettivi del Fondo

Il Fondo concede un aiuto a sostegno delle filiere del mais, delle proteine vegetali (legumi e soia) del frumento tenero, dell’orzo, delle carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello» e delle carni bovine Sqnz per il perseguimento delle seguenti finalità:

sostenere le produzioni di alcuni cereali e proteaginose di base per rafforzare il sistema agricolo a fronte dell’aumento dei costi;

valorizzare i contratti di filiera, anche con i soggetti attivi nel settore del commercio, nei comparti maidicolo, delle proteine vegetali (legumi e soia) del frumento tenero, dell’orzo, delle carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello» e delle carni bovine Sqnz.

Fondo Sovranità alimentare: ecco gli importi del 2023 - Ultima modifica: 2024-07-11T14:48:13+02:00 da Roberta Ponci

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome