Pere, per il 2024 buone prospettive produttive

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    Dopo anni di cali produttivi a causa di fitopatie e avversità climatiche il 2024 avrà una produzione superiore alle 400mila tonnellate

    Dopo anni di rese scarse a causa di avversità climatiche e fitosanitarie, dalla cimice asiatica alle gelate, le prospettive per il 2024 sembrano nettamente migliori. A renderlo noto è il Comitato di Coordinamento dell’Organizzazione interprofessionale Pera, riunitosi per fare il punto sulla produzione di pere attesa per quest'anno. Come noto, dal 2019, per svariati e noti fattori, le rese medie per ettaro nel Nord Italia sono state sempre molto lontane dalla normalità, in particolare nel 2021 e nel 2023 a causa del gelo.

    Un contesto difficile

    Il susseguirsi di annate produttive così complicate ha condotto in questi anni a un calo drastico della pericoltura. Oggi a livello nazionale le superfici in produzione contano poco più di 21.000 ettari contro i 35-36.000 ettari di 15 anni fa e in Emilia-Romagna l’estensione della coltura è scesa a circa 11.000 ettari. Numeri distanti anche da quelli di appena cinque anni fa, che permettevano all’Italia di produrre più di 750.000 tonnellate di pere, di cui oltre 500.000 in Emilia-Romagna.

    Oggi il potenziale del nostro Paese si è ridotto a circa 500.000 tonnellate e oltre 300.000 in Emilia-Romagna e quindi per analizzare il dato perde di significato il confronto con gli anni precedenti, perché al di là della situazione produttiva, la grande differenza sono le superfici che in questi anni si sono perse.

    Preso atto di questo nuovo contesto - si legge in un comunicato dell'Oi Pera - quest’anno la produttività, in termini di rese medie per ettaro, appare più promettente degli anni precedenti, in diversi casi migliore del 2022, annata con un’offerta più regolare ma caratterizzate da calibri contenuti. È chiaro che nel confronto produttivo con il 2022 gioca il fatto che le superfici solo due anni fa erano superiori del 22% a quelle attuali.

    Produzione prevista oltre le 400mila tonnellate

    Passando ai numeri in Italia nel 2024 sono stimate circa 405.000 tonnellate di pere, più del doppio rispetto ai valori contenuti del 2023 e il 20% in meno sul 2022. L’Emilia-Romagna con circa 245.000 tonnellate, contro le 99.000 dell’anno precedente, ritorna su livelli più prossimi al potenziale attuale. La qualità del prodotto ad oggi si presenta buona, con buona pezzatura. Tutte le principali varietà vedono, in generale, aumenti consistenti rispetto allo scorso anno, ma con una situazione non perfettamente omogenea in alcuni casi per Abate e William.

    Anche nelle altre aree del Nord Italia, si ritorna su livelli più normali, pur scontando la flessione delle superfici. Al sud l’offerta è buona con superfici tendenzialmente costanti.

    «Certamente quest’anno siamo in una situazione migliore rispetto all’anno scorso, anche se in questo momento preoccupano le attuali elevate temperature e quelle previste nei prossimi giorni – ha commentato il presidente di Oi Pera Thomas Brandstaetter –. Il calibro a oggi è buono, ma molto dipenderà dall’andamento climatico da qui alla raccolta. Il calo delle superfici è importante ma era prevedibile considerando quanto accaduto in questi anni. Si spera a consuntivo di poter contare su una buona produzione così da alleggerire il peso economico degli ultimi anni».

    Per i competitor annata negativa

    A inizio agosto verranno resi noti in occasione del convegno di Prognosfruit i dati relativi agli altri importanti paesi produttori a livello europeo. Dalle prime indicazioni la produzione dei principali Paesi competitori europei sembra piuttosto limitata rispetto alle passate stagioni, con cali attesi nel Nord Europa e in Spagna.

    Pere, per il 2024 buone prospettive produttive - Ultima modifica: 2024-07-16T17:36:41+02:00 da Redazione Terra e Vita

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