Via libera alla costruzione di nuove barriere lungo strade e autostrade per cercare di limitare ancora di più i movimenti degli animali colpiti dalla Psa, nello sforzo di contenere l'epidemia che ha colpito il nostro paese, per una situazione che i veterinari continuano a giudicare preoccupante. Una nuova ordinanza chiama in causa ora anche le
società concessionarie autostradali.
Nuova ordinanza in Gazzetta Ufficiale
Firmata dal commissario straordinario alla peste suina africana Giovanni Filippini è ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale e contiene le linee guida sulle misure di biosicurezza per gli abbattimenti di cinghiali selvatici nelle zone soggette a restrizione per Psa e nella zona di Controllo dell'Espansione Virale (Cev) e anche misure di biosicurezza previste per le deroghe ai divieti delle attività con numero superiore alle 20 persone.
L'Ordinanza stabilisce che, per circoscrivere le aree dove la presenza di cinghiali selvatici è ad alto rischio e quindi limitare la diffusione del virus verso territori attualmente indenni, la struttura commissariale - sentito il Gruppo operativo degli esperti (Goe), in collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - coordina "il potenziamento delle barriere autostradali esistenti, attuato dalle società concessionarie autostradali e, se del caso, dagli Enti proprietari delle strade, tramite la chiusura o la gestione dei punti di passaggio naturali o artificiali eventualmente presenti sopra e sotto il solido autostradale, la relativa manutenzione, nonché la costruzione di ulteriori barriere fisiche".
In caso di costruzione di barriere ex-novo al di fuori della rete autostradale, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano interessate, entro 30 giorni dalla comunicazione dell'avvenuto collaudo da parte della società di committenza, prendono definitivamente in consegna, in relazione alla propria competenza territoriale, le opere realizzate dal Commissario straordinario. Gli oneri connessi alla gestione e alla manutenzione di queste opere "restano a carico della regione o della provincia autonoma interessata".
L'attività di depopolamento dei capi infetti è coordinata dalla struttura commissariale attraverso i gruppi Operativi Territoriali (Got) e può essere svolta da ditte specializzate appositamente incaricate, forze armate, polizia provinciale, operatori abilitati al controllo faunistico, ma anche da altre figure appositamente individuate e autorizzate dal Commissario straordinario alla Psa.
I veterinari: «Situazione preoccupante»
Per i veterinari la situazione resta preoccupante. «Rischiamo di entrare in una guerra logorante se non si adotteranno strategie e mezzi straordinari – ha spiegato il segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica (Sivemp) Aldo Grasselli – servono piani pandemici che considerino ogni aspetto dell'azione di sanità pubblica veterinaria, con l'intensificazione della vigilanza, del controllo e dell'epidemiosorveglianza sulle filiere alimentari».
«L'Unione europea ha recentemente abrogato le ultime misure restrittive sulla Sardegna per la Psa liberalizzando l'isola dove la patologia ha fatto danni per oltre 40 anni prima di essere eradicata – ha concluso Grasselli – ma nel resto d'Italia, invece, il virus della Psa continua a diffondersi» sottolineando la corrispondenza tra regioni a maggiore concentrazione zootecnica e servizi sanitari più sguarniti.