Fragola: la crisi da trapianto si supera così

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Danni da salinità (foto A. Caponero)
Nelle prime fasi della coltura è importante una buona gestione agronomica e un’attenta sorveglianza fitosanitaria per consentire alle piantine di iniziare a vegetare e produrre nuove foglie che aumentino la capacità fotosintetica

In ottobre inizia il trapianto delle piantine fresche di fragola che proseguirà per tutto il mese nelle colture protette del Sud Italia. Le piante fresche hanno soppiantato da tempo quelle frigoconservate perché rispetto a queste offrono un buon attecchimento, precoce superamento della crisi di trapianto, migliore qualità dei frutti e la possibilità di destagionalizzare maggiormente la raccolta. Di contro sono più delicate, per cui è importante che dalle nazioni di produzione (prevalentemente Spagna e Polonia) siano trasportate e trapiantate in tempi brevi.

Buone prospettive per la stagione

Nello scorso anno sono stati lamentati problemi di attecchimento di vari lotti di piantine di vivaio che in alcuni casi avevano un cattivo stato fitosanitario ma più spesso provenivano da luoghi dove le condizioni climatiche insolitamente calde non avevano consentito alle piantine un ottimale sviluppo. Quest’anno si spera in un migliore materiale di partenza che, considerando le favorevoli condizioni ambientali attuali nei comprensori fragolicoli (caldo e asciutto, almeno fino al momento della redazione di questa nota), dovrebbe consentire un buon attecchimento e un rapido superamento della crisi di trapianto.

Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita

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Le strategie

Nelle prime fasi della coltura, quindi, è importante una buona gestione agronomica (fertilizzazione ed irrigazione in particolare) e un’attenta sorveglianza fitosanitaria per consentire alle piantine di iniziare a vegetare e produrre nuove foglie che aumentino la capacità fotosintetica.

Nei tunnel già coperti con i teli, in giornate calde e soleggiate potrebbe essere consigliabile allestire ed utilizzare gli impianti di irrigazione soprachioma con effetto climatizzante per ridurre lo stress termico alle piantine in attecchimento.

Una operazione da gestire con cautela è la concimazione che, se eccessiva, può comportare problemi alle radici delle giovani piante a causa dell’accumulo di sali nel terreno. I danni da salinità, se causati da concimazioni sbilanciate, si manifestano generalmente con sintomi quali la crescita limitata delle piantine, la necrosi dei margini delle foglie e la clorosi. Questi sintomi sono più pronunciati verso la fine della fila, dove si concentrano i soluti lungo la manichetta di irrigazione. In tal caso, un’irrigazione “dilavante” dovrebbe contribuire a migliorare rapidamente la situazione delle piante.

Qualora trattamenti al terreno prima del trapianto non abbiano efficacemente neutralizzato semi o strutture di conservazione delle piante infestanti, sarà necessario intervenire prontamente con una scerbatura nei fori della copertura per evitare che le erbacce possano ostacolare la crescita delle piantine trapiantate.

Nei giorni appena successivi al trapianto anche gli interventi fitosanitari vanno fatti con cautela per evitare interventi chimici che potrebbero risultare fitotossici per le piantine appena attecchite. In caso di comparsa di sintomi di marciume radicale causato da fitoftora (Phytophthora spp.) è opportuno intervenire con applicazioni di fosetil-alluminio o metalaxil-M. anche se è sempre più comune l’uso preventivo di preparati microbiologici a base di Trichoderma spp. o altri antagonisti e microrganismi colonizzatori della rizosfera distribuiti in fase di trapianto.

Fragola: la crisi da trapianto si supera così - Ultima modifica: 2024-10-16T14:26:31+02:00 da Roberta Ponci

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