La struttura di un suolo ideale si compone del 50% di parte solida, 25% di spazi occupati dall’aria e 25% dall’acqua.
La causa principale della scarsa aerazione del suolo è legata alle sue proprietà fisiche come tessitura, struttura e densità apparente. In questo caso tessitura fine, scarsa strutturazione ed elevata densità apparente diminuiscono direttamente la capacità per l’aria del terreno e, quindi, l’ossigenazione delle radici. I problemi di aerazione possono essere esacerbati da piogge eccessive, ristagni per scarso drenaggio, pratiche irrigue inadeguate relative alle attrezzature per l’irrigazione o alla gestione dell’acqua.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Compattamento e asfissia radicale
Il compattamento diminuisce la porosità totale e la macroporosità del suolo, aumenta la sua densità (densità apparente) e la sua resistenza meccanica (le radici, per svilupparsi fra gli spazi molto ristretti, necessitano di elevata energia metabolica che viene distolta da altri processi fisiologici) e distrugge e/o debilita la sua struttura; la bassa capacità di aerazione e ossigenazione che ne consegue conduce a una diminuzione dell’attività radicale (assorbimento di nutrienti e acqua) e, conseguentemente, a un minor rendimento produttivo.
Si stima che, in media, la compattazione può causare una perdita di rendimento tra il 10 e il 20%; in casi molto gravi si può arrivare addirittura al 60%. Il colore del terreno fornisce un criterio per stabilire il grado di aerazione: colorazione bluastre o verdastre, dovute alle riduzioni che subiscono gli ossidi di ferro, sono indice di scarsa presenza di ossigeno.
Il ruolo dei cambiamenti climatici
L’asfissia radicale ha alle sue origini, principalmente, una riduzione degli spazi liberi del terreno. Ciò accade quando eventi esterni, naturali o antropici, modificano/alterano i rapporti fra gli stati solido, liquido e gassoso del suolo. I cambiamenti climatici possono, anch’essi, mutare la composizione dei gas tellurici, dell’ossigeno in particolare. Le temperature elevate causano un incremento dell’attività dei microrganismi del terreno, che “consumano” maggiormente ossigeno e liberano CO2; inoltre, possono alterare le solubilità dei singoli gas e, di conseguenza, le loro concentrazioni. Piogge eccessive in poco tempo, in particolare in suoli poco drenanti, portano alla rapida saturazione degli spazi liberi creando problemi di asfissia radicale. Alti tassi di evapotraspirazione, causati principalmente da innalzamenti termici, richiedono elevati apporti idrici alle colture che, in particolari situazioni/condizioni, possono modificare la struttura dei terreni e lo stato di areazione.
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Agire in prevenzione
L’acqua irrigua, se non viene fornita nei tempi e nelle giuste dosi e modalità, può causare direttamente (saturazione della porosità) o indirettamente (modificazioni della struttura) asfissia radicale, in particolare nei terreni a granulometria fine. In questo contesto è fondamentale considerare il rischio di compattazione, fenomeno che si produce quando le particelle del suolo sono compresse e diminuiscono lo spazio e la continuità dei pori. In terreni compattati l’accumulo di acqua nella stagione invernale si riduce, con risvolti negativi nella stagione successiva (stress idrico delle colture).
Tutte le pratiche agronomiche che aiutano a ridurre il compattamento avranno risvolti positivi sul ricambio gassoso nel terreno, sullo sviluppo radicale e sulla produttività delle colture. È fondamentale non solo ridurre il passaggio delle macchine, ma mettere in atto tutte quelle pratiche in grado di migliorare la struttura dei terreni: apporto di sostanza organica, inerbimenti, lavorazioni con il giusto grado di umidità, gestione della concimazione, riduzione della salinità, gestione razionale dell’irrigazione, decompattamento ecc.