Alessio Saccoccio, 37 anni di Fondi (Lt), ha realizzato, primo in Europa, un impianto sperimentale per la coltivazione di luppolo idroponico, in serra e fuori suolo. Alessio, ideatore della start up Idroluppolo, che ha vinto il premo Start Cup 2018 Lazio come una delle migliori realtà innovative dell’anno, ha un obbiettivo preciso: azzerare i punti deboli della coltivazione tradizionale di luppolo. «L’idea di coltivare il luppolo e diventare così di fatto un agricoltore – spiega Alessio in occasione della tavola rotonda dell’Osservatorio Giovani Agricoltori a Eima International - nacque due anni fa, alcuni miei amici andarono in Inghilterra per avviare la produzione di birra artigianale e pochi mesi dopo l’avvio dell’attività iniziarono a lamentare la scarsità di luppolo sul mercato. Fui molto incuriosito da questa difficoltà al punto che iniziai a studiare la pianta e a valutare le difficoltà della produzione. E’ una pianta che cresce molto, ha bisogno di molto suolo e molta acqua ed è suscettibile agli agenti patogeni. Inoltre, i luppoli con aromi particolari hanno costi molto elevati. Così, dopo diverse ricerche arrivai al risultato che le criticità del processo produttivo tradizionale potevano essere risolte con l’agricoltura idroponica».
I vantaggi dell’idroponica
«A livello produttivo – spiega Alessio - la coltivazione in serra ci permette di essere completamente al sicuro dalle variazioni climatiche, assicurando così sempre il raccolto: riusciamo a produrre 4 volte di più per metro quadro rispetto alla coltura tradizionale. Inoltre, con questa tecnica di coltivazione è possibile ridurre lo spazio tra le piante e moltiplicarne la produzione contenendo il consumo di suolo. Per quanto riguarda l’aspetto economico, l’obiettivo è ottenere, a pieno regime, almeno 14 kg di fresco per metro quadro, questo significa che una serra di 1 ettaro può arrivare a produrre 140.000 kg di fresco, che essiccati e immessi sul mercato hanno un valore pari a 840mila € annui».
La sperimentazione in campo
Attualmente Alessio alleva luppolo idroponico in una serra sperimentale di 100 mq nella quale sono state messe a dimora 90 piante. Il processo di coltivazione è composto da un substrato inerte che supporta la pianta in un vaso da 20 litri e la fertirrigazione avviene attraverso un impianto con sistema a goccia che distribuisce la soluzione nutritiva, appositamente creata, ad intervalli regolari e nelle quantità prestabilite in base ai fabbisogni della pianta rilevati dai sensori, in modo totalmente sostenibile. A breve sarà attivato un sistema computerizzato che permetterà di analizzare i principali valori-dati utili per il controllo della produzione da remoto.
«Sono molto soddisfatto – incalza Alessio - dei risultati raggiunti in questo primo anno di sperimentazione sia in termini quantitativi, la resa del primo raccolto è stata di 1kg a pianta, che organolettici. Sono convinto che Idroluppolo diventerà leader in Italia per la qualità del luppolo prodotto. Ora stiamo lavorando anche su uno spettro luminoso per raddoppiare la produzione annua di luppolo e rientrare, tra circa tre anni, del capitale investito autonomamente con tanto coraggio e determinazione».