Collaborazione, entusiasmo e voglia di fare. Sono gli elementi emersi in occasione della tre giorni dedicata ai giovani in agricoltura organizzata da Agia, l'Associazione giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, in collaborazione con il Consiglio europeo dei giovani agricoltori (Ceja) in Emilia-Romagna (Bologna, Cesena, Ravenna) dal 14 al 16 marzo.
Al working group hanno preso parte, oltre ai giovani di Cia, circa una settantina di giovani imprenditori provenienti da 14 differenti paesi Ue, capitanati da Jannes Maes, presidente del Ceja, Simona Caselli, assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, Stefano Francia, presidente di Agia e Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori italiani e tanti altri.
#seeds4future è l’hashtag scelto per l’occasione che sottolinea come i giovani siano fondamentali per il futuro dell’Europa. Un’occasione per condividere know-how e competenze imprenditoriali, esperienze e strategie nella gestione del rischio, oltre a promuovere buone pratiche italiane.
Cooperazione e gestione del rischio
A guidare i tre giorni dell’evento sono stati due temi in particolare: il ruolo della cooperazione per il futuro dei giovani imprenditori agricoli e gli strumenti di gestione del rischio.
«Per questo evento i giovani imprenditori hanno scelto di trattare due argomenti strategici per lo sviluppo del sistema agricolo e agroindustriale, ai quali Cia sta lavorando da anni. Cia è nata insieme alla cooperazione, ed è proprio per questo che dedichiamo all’argomento una particolare attenzione. Credo che i giovani debbano continuare a investire su questo strumento. Per quanto riguarda la gestione del rischio – ha spiegato Scanavino - riteniamo che oggi, il sistema che sovraintende sia un sistema pesante, anche burocraticamente, che causa un dispendio di risorse e una scarsa efficienza. È necessario rinnovare il meccanismo di governo della gestione del rischio e renderlo più efficace al fine di garantire agli agricoltori, e in particolare ai giovani, la possibilità di sviluppare le loro imprese e il loro business senza il problema del rischio».
Ha poi aggiunto Scanavino: «Nella gestione del rischio la tecnologia e l’innovazione si inseriscono prepotentemente. In caso di fitopatie a esempio abbiamo la possibilità di investire sulla genetica e su tutte le nuove tecnologie di genome editing».
Sui temi della cooperazione e della gestione del rischio è intervenuto anche Stefano Francia. Le sue dichiarazioni nel video a inizio pagina.
Accesso alla terra, problema europeo
«Le nuove leve in Europa – ha affermato Maes - stanno affrontando molte sfide difficili e, anche per questo motivo, il numero dei giovani impegnati nelle attività agricole in Ue è ancora molto basso: solo il 5,1% degli agricoltori europei ha meno di 35 anni. Il nostro intento, come Ceja, è quello di aiutare i giovani a entrare in agricoltura. Anche per quanto riguarda la nuova Pac, il ricambio generazionale è uno dei main topic.
Il presidente del Ceja si è poi soffermato sul problema dell’accesso alla terra: «Questo problema – ha sottolineato - non è si riscontra solo in Italia, ma vale anche per tutti gli altri paesi Ue, e del mondo. È considerato uno delle barriere più alte per i giovani. Secondo noi è fondamentale puntare sul ricambio generazionale: fare in modo che ci sia un passaggio di testimone da chi è pronto ad andare in pensione a chi vuole entrare in agricoltura, e per riuscirci è importante agevolare e stare dalla parte di chi “se ne va”».
Guarda l'intervista fatta al presidente Maes.
L'impegno della Regione Emilia-Romagna
«I giovani sono fondamentali non solo perché portano ricambio generazionale in un mondo dove ce n'è molto bisogno – ha affermato Caselli -, in Emilia-Romagna, a esempio, oltre il 60% degli agricoltori ha 65 anni -, ma soprattutto perché i giovani portano innovazione, cambiano le aziende agricole, fanno multifunzionalità e sono nativi digitali. I giovani ci consentiranno di rendere l'agricoltura più sostenibile».
Clicca qui per guardare l'intervista all'assessore.
«Abbiamo scelto la Regione Emilia-Romagna per questo evento per una motivazione ben precisa: la Regione si è impegnata molto, soprattutto negli ultimi 4 anni, sui temi innovativi del settore, focalizzando sempre di più il Psr sulle voci "innovazione" e "biologico". Oggi, ci auguriamo che questa linea sia condivisa anche da tutti gli altri i paesi Ue», ha detto Stefano Francia.
«È fondamentale - ha concluso - il confronto tra le Istituzioni al fine di costruire le proposte per i Psr e renderli sempre più affini alle esigenze degli agricoltori».
Qui sotto due case history di due giovani agricoltori soci Agia che hanno partecipato all'evento. Guarda i video!