Giovani e innovazione, idee “alla moda”

All’open space sull’innovazione di Coldiretti Giovani impresa spiccano idee giovani per fare agricoltura. Birra da scarti pane, cosmetici antispreco, grande fratello pascoli, micro-ortaggi e tanto altro ancora

Dai micro ortaggi nell’orto del futuro ai capi alla moda realizzati con tessuti anallergici ricavati dalla lana di alpaca allevati sotto casa, dai cosmetici di pregio ricavati interamente da scarti di vinacce frutto della collaborazione con il grande tenore Andrea Bocelli fino alla Spa delle api che offre l’esperienza unica di rilassarsi trascorrendo momenti indimenticabili tra le cellette dell’arnia sdraiati su un letto di fieno alpino, respirando i profumi dell’alveare. Sono solo alcune delle innovazioni contadine e start up del tutto originali che testimoniano le nuove idee dei giovani agricoltori, presentate da Coldiretti all’open space sull’innovazione in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa della Coldiretti con centinaia di ragazzi e ragazze provenienti da tutte le regioni, con dimostrazioni pratiche sulle esperienze più creative realizzate grazie al talento giovanile lungo la Penisola. C’è chi ha sperimentato con successo il primo grande fratello dei pascoli applicando sulle mucche uno speciale collare che monitora i loro movimenti mentre sono fuori  per capire se sono soddisfatti o se invece devono cambiare prato e foraggio oppure – continua la Coldiretti - chi con coraggio e creatività ha cominciato a produrre la prima agri-birra terremotata antispreco realizzata a1600 metri sulle montagne tra Amatrice e Leonessa utilizzando lo scarto del pane recuperato in giro per i paesi colpiti dal sisma. Ma stupisce anche – conclude la Coldiretti - la bella intuizione il nuovo business della canapa, dal food al no food creato da un brillante imprenditore agricolo che partendo dalla pizza a base di farina di canapa è arrivato a produrre taralli, birra, friselle, pasta secca, orecchiette fino a bioplastica per stampanti 3D, liquori, tessuti, mattoni per la bioedilizia.

 

Il mondo dal punto di vista delle api

Da Matteo si può vivere l’esperienza unica di essere un’ape e trascorrere momenti indimenticabili tra le cellette dell’arnia. Matteo infatti ti fa proprio entrare in un alveare ma soprattutto ti fa vedere il mondo dal punto di vista delle api. Senti tutto quello che sentono loro, con le stesse vibrazioni e tutto senza punture perché ha costruito una casa all’interno dell’alveare, un'innovativa bio-struttura in legno collegata con più alveari, unica a livello nazionale, che permette di intraprendere un viaggio multisensoriale alla scoperta del mondo delle api. Nel cuore della montagna trentina, su di un meraviglioso pascolo in un fantastico bosco c’è una vera e propria casetta e tutt’intorno gli alveari. Gli ospiti, sdraiati su un letto di fieno alpino, respirano i profumi del miele, della cera e della propoli, presenti negli alveari, ricchi di aromi, olii essenziali e resine balsamiche. Il delicato ronzio delle api e i sapori unici delle erbe di montagna regalano un momento indimenticabile di benessere e serenità nel Beewellness. Tra le persone e le api c’è solo una piccola e fitta grata. Si vedono, si annusano, si ascoltano. Un’esperienza multisensoriale unica.

 

Dall'alpaca, tessuti green anallergici

Terminati gli studi e dopo essersi accertata che le condizioni climatiche della sua provincia fossero adatte anche all’animale andino, la giovane architetta Gloria Merli ha deciso di introdurre l’alpaca nella propria azienda della provincia di Piacenza. Dall’allevamento degli alpaca, Gloria ottiene la preziosa lana che tratta senza prodotti chimici e poi lavora per ottenere guanti, cappelli, sciarpe, maglioni che vende tramite e-commerce e mercatini. Grazie all’assenza della lanolina, la lana di alpaca – spiega la Coldiretti - consente di ottenere capi che, oltre ad essere estremamente soffici, sono anche anallergici. L’obiettivo dell’azienda è ampliare il numero di capi per ottenere una maggiore produzione di lana. La scoperta più importante? Contrariamente a quanto si dica, gli alpaca sono animali gregali, docili, mansueti e, soprattutto, non sputano.

Il grande fratello dei pascoli

Grazie alla tecnologia si migliora il benessere delle mucche, ma anche dei contadini! E’ quanto accaduto al siciliano Emanuele Nobile che grazie all’applicazione di tecnologie moderne può monitorare dallo smartphone le sue mucche al pascolo. Un collare gli consente di sapere sempre dove si trovano, ma anche la media giornaliera di quanto camminano e la temperatura corporea. In questo modo Emanuele conosce sempre lo stato di salute delle proprie mucche e quanta erba hanno a disposizione. E non finisce qui! Emanuele, grazie a un dispositivo da applicare alla coda delle mucche, è sempre presente al momento del parto. Nel suo allevamento – riferisce la Coldiretti - anche i tori indossano collari! Infatti, grazie all’applicazione di un dispositivo che rileva quando avviene l’accoppiamento, Emanuele può controllare la fertilità delle sue mucche. Tecnologia a servizio degli allevatori!

Il nuovo business della canapa

Dal food al no food arriva la rivoluzione della canapa attraverso la passione e le mani esperte di Claudio. Il brillante imprenditore agricolo è partito con una pizza a base di farina di canapa ed è arrivato – racconta la Coldiretti - ai taralli, birra, friselle, pasta secca, orecchiette, bioplastica per stampanti 3D, liquori, tessuti, mattoni per la bioedilizia per una casa che quando sarà dismessa non sarà un rifiuto speciale. E ancora: profumi, oli essenziali, bevande, sciroppi, pannelli termo acustici, oggetti di arredamento per la casa, lenzuola, asciugamani, tovaglioli, olio nutraceutico con antiossidanti, omega 3, omega 6 e una infinità di altri prodotti. Dall’Olanda, alla Germania, agli Stati Uniti, aspiranti imprenditori di canapa raggiungono Claudio a Conversano per far nascere la propria impresa. Quando si è accorto delle potenzialità di questa pianta aveva solo 16 anni, da un articolo di giornale ha capito che il benessere dell’uomo fosse legato allo sviluppo di questo vegetale e ora dall’ecologia, all’innovazione tecnologica, dall’alimentare, all’edilizia fino al design e alla farmaceutica Claudio si è dato una missione, informare per invogliare soprattutto i giovani a continuare a produrla e spazzare via quelle materie prime inquinanti, derivanti da chimica e petrolio.

La biocosmetica del riciclo

Cosa mai accomuna un imprenditore agricolo a uno dei cantanti più noti nel mondo come Andrea Bocelli? L’amore per la bellezza e pensare che la bellezza arriva da uno scarto. Entrambi ce l’hanno e non sapendo cosa farne, appunto, provano a trovare una strada. Andrea Bocelli da un lato, con la sua azienda che produce vino e ha scarti di vinacce da ‘ripensare’ e Matteo Bacci dall’altra, con il suo passato di famiglia di farmacisti, che si dedica all’agricoltura e alle piante officinali e ha la sua acqua aromatica, da rigenerare. Andrea Bocelli, originario degli stessi territori di Bacci, scopre da una antica ricetta della nonna, che con l’uva è possibile realizzare delle preziose marmellate e creme per il viso. Si affida a Matteo Bacci, che rivolgendosi alla ricerca universitaria scopre in quelle vinacce di Bocelli una grande concentrazione di Resveratrolo che è – spiega la Coldiretti - un potentissimo anti età. Bacci ha uno scarto di distillazione del suo rosmarino, che è appunto l’acqua aromatica. Così dalla fusione della sua acqua aromatica con il concentrato delle vinacce di Bocelli viene fuori una linea di cosmetica altamente performante. Nasce la linea Lajatica, che prende il nome dal territorio della tenuta di Bocelli. E i chilometri diventano milioni da un agricosmetico a chilometro zero. Tenuto conto che non soltanto le più prestigiose Spa richiedono questo prodotto. Ma ben 15 navi da crociera della Msc crociere, si riforniscono della linea Lajatica, trasportata fino alle estreme punte dei continenti.

La birra terremotata antispreco

Siamo in Alta Quota ma anche nell’epicentro del cratere del terremoto. Tra Amatrice e Leonessa, dove la tenacia degli imprenditori agricoli vale a combattere anche contro le calamità. E siamo nel primo avamposto della produzione di birra in località Alta Quota. Emanuela è stata la prima in assoluto a pensarla e a realizzarla, partendo da 1600 metri di altitudine, con i cereali prodotti in quota e l’acqua cristallina di queste montagne. Qui il processo è tutto green, dall’energia che si consuma ai residui di lavorazione. Tra le numerose birre realizzate però ce ne sono tre che hanno fatto spalancare gli occhi a mastri birrai di tutto il Bel Paese. Una birra - spiega la Coldiretti - realizzata esclusivamente con il pane di scarto che modifica il sapore, i suoi sentori, ma anche il colore, la consistenza, è una scoperta ad ogni nuova lavorazione. Perché dipende prevalentemente dal tipo di pane che l’azienda è riuscita a raccogliere dai residui di vendita. Pane riciclato appunto, che insieme ai pannelli solari, a quest’acqua pura di sorgente, ai resti di lavorazione destinati alla nutrizione del bestiame delle fattorie del luogo, fa di questa azienda una eccellenza italiana, non soltanto della birra, ma della qualità ambientale, dell’economia circolare e del business green.

La stalla sullo smartphone

La stalla a portata di smartphone! E’ possibile nell’azienda di famiglia di Angelica Monti, di Ravenna classe 1998, dove si allevano mucche appartenenti all’antica razza romagnola, uno dei simboli di biodiversità. Nella stalla, grazie alla presenza di un impianto di videosorveglianza, è possibile monitorare le nascite dei vitellini. Stando comodamente a casa, mentre studia, oppure si occupa di altre attività aziendali, Angelica – siega la Coldiretti - controlla le mucche prossime al parto e interviene in caso di difficoltà. In questo modo è tutelata la salute sia della mucca che del piccolo nascituro. Insomma, tecnologie che rappresentano un vero e proprio grande fratello per le stalle!

Le microcolture nell'orto del futuro

Carlo è alla guida dell’azienda Orto Gourmet, in provincia di Taranto, specializzata nella produzione e distribuzione di microgreen, piantine commestibili di non più di 15-20 giorni di vita. Si tratta di micro-ortaggi, micro-erbe spontanee e aromatiche, micro-legumi e micro-cereali dei quali è possibile mangiare stelo e foglioline embrionali crudi per assimilarne tutti i nutrienti. Ma si passa anche ai fiori e foglie eduli, considerati ormai da moltissimi i “vegetali del futuro” in quanto ricchissimi di proprietà benefiche, originali nell’aspetto e rivoluzionari nel gusto. Carlo coltiva contemporaneamente sino a 50 varietà di piante differenti, attraverso le più avanzate tecniche di coltivazione orticola, curando ogni passaggio nei metodi di produzione: dal meticoloso lavoro di selezione del seme, alla riscoperta e valorizzazione delle specie colturali autoctone. Ogni giorno lavora per ricreare le condizioni di un vero e proprio giardino commestibile, coltivando la meraviglia della biodiversità e portandola in cucina nel pieno rispetto della natura.

Giovani e innovazione, idee “alla moda” - Ultima modifica: 2019-01-29T11:00:48+01:00 da Mary Mattiaccio

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