Mentre importanti risorse nazionali sono state stanziate con il reddito di cittadinanza per accompagnare le nuove generazioni al lavoro, viene spento il sogno di diventare agricoltori di 23mila giovani che si sono visti respingere dalle Regioni il progetto di insediamento nelle campagne previsto dai piani di sviluppo rurale (Psr) finanziati dall’Unione europea. È quanto denuncia la Coldiretti nello studio su “I giovani italiani che creano lavoro”, presentato in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa della Coldiretti con centinaia di ragazzi e ragazze, provenienti da tutte le regioni, all’apertura dell’open space sull’innovazione con dimostrazioni pratiche sulle esperienze più creative realizzate grazie al talento giovanile lungo la Penisola.
Lo storico ritorno alla terra – sottolinea la Coldiretti - ha portato 35mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura ma ben 2 richieste su 3 (66%) non sono state accolte per colpa degli errori di programmazione della Amministrazioni regionali che ha portato a una insufficiente assegnazione di risorse per i giovani nei Piani di sviluppo rurale (Psr), con peraltro il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles. Dallo stato di attuazione dei Psr aggiornato al 1 gennaio 2019 emerge infatti che l’utilizzo delle risorse comunitarie relativo al periodo 2014-2020 è stato pari ad appena il 29% del totale, un ritardo evidente che rischia di togliere all’Italia stanziamenti importanti per la crescita.
Una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il Paese che – sostiene la Coldiretti - perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale. Ad aggravare la situazione – precisa la Coldiretti - è il fatto che il maggior numero delle domande presentate e non accolte si concentra nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata alla Sardegna, dalla Campania alla Puglia dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani all’estero. Secondo una indagine Coldiretti/Ixè - continua la Coldiretti – le aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 % alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50 % di occupati per azienda in più.