I ciliegio è coltivato soprattutto in Campania, Puglia, Veneto ed Emilia-Romagna ma trova condizioni favorevoli in tutta la penisola grazie ad una fioritura che avviene in piena primavera riuscendo quindi ad evitare il pericolo delle gelate tardive. Diversi sono i parassiti animali che possono provocare danni sia alla pianta che al frutto; uno dei più importanti è sicuramente l’afide nero del ciliegio (Myzus cerasi).
Si tratta di una specie di origine mediterranea che attacca sia il ciliegio dolce (Prunus avium) che quello acido (Prunus cerasus) e che ormai si è diffusa nelle zone cerasicole di tutto il mondo. Ha un ciclo dioico con il ciliegio come ospite primario e, come ospiti secondari, alcune piante erbacee spontanee ed infestanti (Galium, Veronica, Euphrasia, ecc.), su cui migra durante il periodo estivo.
M. cerasi è un afide tendenzialmente gregario che colonizza le foglie ed i germogli delle piante di ciliegio. Con le sue punture trofiche sulla pagina inferiore delle foglie, provoca marcate deformazioni ed accartocciamenti. Sui germogli provoca atrofia e crescita deforme, contorta e con internodi raccorciati; l’attacco su piante giovani può anche provocare la perdita del cimale. Se l’attacco avviene su piante in produzione si possono verificare danni anche ai peduncoli dei frutti o alle ciliegie, con ripercussioni sulla produzione, specialmente per la qualità dei frutti che risulta scadente. Forti attacchi possono influenzare anche la differenziazione gemmaria con conseguenze negative sulla produzione dell’anno successivo. Infine l’Afide nero produce, al pari di altri afidi, abbondante melata che imbratta i frutti e la vegetazione.
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