Agrumi, le formiche portano gli afidi

Coccinella settepuntata, attivo predatore, a “caccia” di afidi
Compaiono le prime colonie di afidi sugli agrumi a ridosso delle fioriture. Le strategie di difesa sostenibili da attuare in un momento in cui la lotta insetticida è vietata per proteggere i pronubi

Maggio è per antonomasia il mese della fioritura degli agrumi e, in effetti, percorrendo i comprensori agrumicoli in questo periodo si rimane inebriati dal profumo delle “zagare”. Gli agrumicoltori devono adoperarsi con le opportune cure colturali per assicurare una buona allegagione, che per molte varietà non richiede alcuna impollinazione entomofila.

Ma i fiori di agrumi sono ricchi di nettare e polline e richiamano molti insetti pronubi, tra cui le api, che vanno opportunamente salvaguardati, evitando trattamenti insetticidi (vietati in fioritura) o con sostanze che possono comunque essere tossiche per questi preziosi insetti.

Purtroppo abbastanza frequentemente le prime colonie di afidi possono comparire nell’agrumeto a ridosso o in piena fioritura, che solitamente è abbastanza scalare e lunga. Sarà necessario quindi aspettare la fine della fioritura prima di effettuare eventuali trattamenti aficidi, con il rischio che alcune possano danneggiare i teneri germogli primaverili. Non va però dimenticato che anche le formiche sono delle efficienti “allevatrici” di afidi e altri agenti di melata, come le cocciniglie, e quindi la loro presenza va contrastata distruggendo i formicai, ad esempio con le lavorazioni meccaniche.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Dannosità in base alla specie

Gli “afidi verdi” (essenzialmente Aphis spiraecola, spesso indicati anche in alcuni disciplinari di produzione integrata con il sinonimo di Aphys citricola), sono i più dannosi perché tendono a deformare i germogli con la loro attività trofica, facendo “arricciare” le foglie dei giovani germogli infestati. Attacchi di A. spiraecola sono probabili in primavera, con lo stabilizzarsi del bel tempo, anche in fase di fioritura. Questi afidi sono più difficili da combattere con prodotti di contatto perché le loro colonie si sviluppano soprattutto sul lato interno delle foglie, che si arricciano, restando più protette dal contatto diretto delle soluzioni insetticide. Indicativamente, le soglie di intervento sono il 5% dei germogli infestati per clementine e mandarino, il 10% per gli altri agrumi.

Afidi verdi “protetti” dal ripiegamento intorno alle foglie

Gli afidi bruni

Gli afidi bruni (i più importanti sono Toxoptera aurantii o afide nero, Aphis gossypii o afide del cotone ecc.) non deformano la vegetazione e il loro danno si limita alla sottrazione di linfa e alla produzione di melata.

Toxoptera aurantii è più specializzato sugli agrumi ma è in grado di infestare altre specie erbacee (es. camomilla) o arbustive (pittosporo, viburno ecc.) e di sopravvivere attivamente anche in inverno, per avviare l’attività riproduttiva alla ripresa vegetativa. Nei nostri ambienti può svolgere anche una trentina di generazioni con femmine partenogenetiche.

Aphis gossypii è specie polifaga che può mantenersi attiva tutto l’anno, con generazioni di femmine partenogenetiche.

Anche questa specie compare spesso in coincidenza della fioritura degli agrumi, rendendo più difficili gli interventi diretti con prodotti chimici che possono danneggiare gli insetti pronubi, attratti sia dai fiori che dalla melata.

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Per gli afidi bruni la soglia di intervento è di circa il 25% dei germogli infestati, perché non deformano la vegetazione e spesso sono efficacemente controllati da diversi antagonisti parassitoidi o predatori che, però, fanno sentire il loro effetto solo quando le popolazioni sono piuttosto aumentate.

In Italia, fortunatamente, non sembra essere presente Toxoptera citricida che è il principale vettore del virus della tristeza degli agrumi (CTV), pericolosa virosi presente in vari areali agrumicoli. Però anche Aphis gossypii può trasmettere il CTV, anche se con minore efficacia rispetto a T. citricida. Per questo, negli agrumeti in cui la virosi è presente potrebbe essere preferibile evitare pullulazioni anche di questa specie afidica, intervenendo al superamento di soglie più basse di quelle indicate sopra.

Poche le sostanze attive attualmente disponibili contro gli afidi e ammesse nei disciplinari di difesa integrata: il neonicotinoide acetamiprid, il taufluvalinate, la flonicamide ed il sulfoxaflor. La scelta dipenderà dalla persistenza e dalla capacità sistemica, in un’ottica preventiva, o dalla capacità abbattente se l’infestazione è già in fase avanzata. In alternativa, per gli afidi bruni, resta la non trascurabile attività biologica degli antagonisti naturali, parassitoidi e predatori, che spesso possono essere “naturalmente” risolutivi.

Agrumi, le formiche portano gli afidi - Ultima modifica: 2022-05-17T01:02:29+02:00 da K4

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