Le principali avversità crittogamiche della cipolla, sia quella a semina autunnale sia quella a semina primaverile, sono senza dubbio la botrite (Botrytis allii e Botrytis squamosa) e la peronospora (Peronospora destructor).
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita n. 18
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Condizioni favorevoli alla botrite
Per quanto riguarda la botrite, il fungo sverna negli ammassi di cipolle alla raccolta o nel terreno come sclerozio o sui bulbi e sui residui colturali come micelio.
Da questi si originano i conidi che, trasportati dal vento giungono sulle foglie dove, con 6 ore o più di bagnatura e temperature sotto i 24 °C, sono in grado di produrre le infezioni che possono portare al disseccamento della foglia. Sulle foglie i conidi vengono prodotti dopo 60-72 ore con 12-24 °C di temperatura e umidità relativa maggiore di 75%.
La incidenza e la gravità della malattia dipendono dalle ore di bagnatura fogliare. Per cui eventi piovosi prolungati aumentano il rischio di infezione.
Ai primi sintomi
Contro la botrite è utile intervenire nella coltura della cipolla a semina autunnale alla comparsa dei primi sintomi con pyrimethanil, fenhexamid (massimo 2 applicazioni/anno), o le miscele fludioxonil+cyprodinil o pyraclostrobin+boascalid (massimo 3 applicazioni con strobilurine all’anno).
Da ricordare che contro questa avversità sono consentiti fino a un massimo di 3 trattamenti all’anno e che non si possono eseguire più di due interventi all’anno con prodotti appartenenti alla famiglia chimica delle anilino-pirimidine (pyrimethanil e cyprodinil).
La strategia contro la peronospora
Nei confronti della peronospora, causata da Peronospora destructor, normalmente la coltura diventa suscettibile agli attacchi di peronospora alla 4-5a foglia vera.
Tuttavia, spesso le colture a semina autunnale, si vengono a trovare anche a poche centinaia di metri di distanza da quelle a semina primaverile.
Nel caso di attacchi parassitari quindi l’agente patogeno non trova alcuna difficoltà a interessare anche la coltura vicina.
Nel caso le colture appartenessero alla medesima azienda è necessario trattare prima quella sana (in generale quella primaverile) è solo successivamente quella autunnale colpita dalla malattia, per evitare di diffondere l’inoculo sulla coltura primaverile.
Trattamenti preventivi
I trattamenti sulla coltura autunnale possono essere eseguiti, meglio se preventivamente, con fungicidi ad azione di contatto, translaminari o sistemici.
Tra quelli di contatto ci sono i sali di rame (massimo 4 kg ione rame/ha/anno), mancozeb, metiram (massimo 6 applicazioni/anno da soli o in miscela) e zoxamide (massimo 3 applicazioni/anno).
In alternativa si possono impiegare dei translaminari come iprovalicarb, valifenalate, dimetomorf (massimo 4 applicazioni/anno), azoxystrobin, pyraclostrobin (massimo 3 applicazioni/ anno) e cymoxanyl (massimo 3 applicazioni/anno).
Tra quelli ad azione sistemica troviamo il metalaxyl e il benalaxyl (massimo 3 applicazioni/ anno). È possibile inoltre impiegare efficacemente miscele come pyraclostrobin+dimetomorf o flupicolide+propamocarb (massimo 1 applicazione/anno).
L’importanza degli adesivanti
È bene ricordare e soffermarsi sul fatto che le foglie di cipolla, per la loro conformazione oblunga e per l’elevato contenuto di cere, risulta molto difficile da trattare in quanto la miscela irrorata difficilmente rimane sufficiente a lungo sulla foglia per essere efficace.
Si consiglia quindi di aggiungere ai principi attivi un adesivante in modo tale da mantenere il prodotto il più a lungo possibile sul tessuto vegetale in modo tale da poter essere assorbito e svolgere la sua funzione protettiva efficacemente.