Senza troppi clamori si è avviato il terzo anno del progetto di lotta biologica alla cimice asiatica (Halyomorpha halys) mediante l’introduzione di un suo parassitoide specifico Trissolcus japonicus meglio conosciuto come vespa samurai.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Vecchi e nuovi siti di lancio
Nel 2022 è prevista l’introduzione dell’agente di controllo biologico in 671 siti di lancio distribuiti nelle 5 regioni settentrionali (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli e nelle 2 province autonome di Trento e Bolzano che partecipano al progetto.
In gran parte si tratta di siti in cui il lancio era già avvenuto anche negli anni precedenti ma ci sono anche siti nuovi, ubicati in areali che non erano stati interessati dai lanci della vespa samurai. Come per gli anni precedenti le introduzioni del parassitoide vengono realizzate nella quasi totalità lungo corridoi ecologici (siepi, aree verdi, boschetti ecc.) che sono stati individuati nelle aree naturali poste in ambienti a basso o nullo input chimico in modo da garantire la sopravvivenza e la diffusione degli insetti utili.
Azione antagonista delle femmine
Per ogni sito di rilascio e per ogni data di intervento, sono state liberate 100 femmine di T. japonicus già fecondate, cui va aggiunto un ulteriore 10% di maschi. La vespa samurai a dispetto del nome è un minuscolo imenottero i cui adulti si nutrono di polline e sostanze zuccherine. Le femmine, invece, depongono le proprie uova all’interno delle uova di Halyomorpha halys uccidendole: al termine dello sviluppo embrionale dall’uovo della Cimice asiatica invece di una neanide del fitofago, fuoriesce un adulto del microimenottero. Una singola femmina di T. japonicus può deporre mediamente 42 uova con una velocità di sviluppo molto più rapida della Cimice. Inoltre, mostra anche una sex ratio fortemente spostata a favore delle femmine unita ad una elevata capacità di individuare le uova ospiti e parassitizzare tutte le uova dell’ovatura di cimice presenti.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Effetti della lotta bio difficilmente quantificabili
L'obiettivo del programma triennale di lotta biologica è quello di riuscire a insediare la vespa samurai nei nostri ambienti per iniziare quel processo di riequilibrio ecologico che potrebbe dare respiro alla nostra frutticoltura. I risultati ottenuti nei primi due anni di indagini sull’efficacia del programma di lotta biologica ci dicono che la vespa samurai è stata ritrovata, pur con livelli di presenza molto variabili, un po’ in tutti gli ambienti in cui è stata introdotta e che, sulle ovature di H. halys, è stata rilevata anche la presenza di altri parassitoidi oofagi con forti presenze dell’esotico Trissolcus mitsukurii e dell’autoctono Anastatus bifasciatus. Per ora gli effetti della lotta biologica e dei parassitoidi presenti nell’ambiente non sono quantificabili, tuttavia i possibili segni di riequilibrio ecologico possono essere verificati in modo empirico sia osservando il numero di cimici asiatiche presenti nei frutteti nel corso degli anni, sia osservando la presenza di uova di cimice parassitizzate all’interno di una ovatura che appaiono più scure.
PERCHÈ SI USA LA VESPA SAMURAI?
Nell’areale d’origine sono presenti numerosi nemici naturali di H. halys, tra cui diversi aracnidi e insetti predatori generalisti, imenotteri parassitoidi, funghi entomopatogeni e virus. Sembra tuttavia che il ruolo chiave nella limitazione delle popolazioni di cimice, sia a carico degli imenotteri parassitoidi oofagi (cioè che depongono le loro uova e si sviluppano all’interno delle uova della cimice). In Cina la specie ritenuta più interessante ed efficace è appunto Trissolcus japonicus, conosciuto anche come vespa samurai. In Giappone la specie più importante, invece, è Trissolcus mitsukurii.
Popolazioni di entrambi questi parassitoidi sono state rinvenute recentemente in Italia e, nel caso di T.japonicus si mischiano con quelle rilasciate nel corso del progetto di lotta biologica. Inoltre, in Europa è presente Anastatus bifasciatus un parassitoide autoctono in grado di svilupparsi sulle uova di cimice asiatica, che è attualmente la specie più diffusa e abbondante. Tuttavia, si tratta di una specie generalista che può attaccare anche ovature di altre cimici e di alcuni lepidotteri. Inoltre, a differenza delle specie esotiche T. japonicus e T. mitsukurii, non è in grado di parassitizzare l’intera ovatura di cimice asiatica.