«La cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) è una brutta bestia e il rischio di forte depauperamento delle pinete costiere colpite è forte (anche perché, essendo di tutti, non sono di nessuno). È sicuramente un’avversità da lista Eppo (European and Mediterranean Plant Protection Organization, l'organizzazione intergovernativa responsabile della cooperazione per la protezione delle piante in Europa e nella regione mediterranea».
Si esprime così l'esperto fitosanitario di Terra e Vita, Arturo Caponero, sulla nuova problematica che sta attaccando i pini, ma che comincia a preoccupare più di un areale. E più di un'associazione.
È il caso di Italia Nostra della capitale che parla in toni molto allarmistici della cocciniglia tartaruga e chiede un intervento dei ministeri dell'Agricoltura e dell'Ambiente.
Da Pompei all'Eur
«È partita dalla Pineta di Pompei e, come tutte le epidemie non gestite, ha travalicato i confini regionali. La cocciniglia tartaruga - sottolinea Italia Nostra - si sta espandendo in maniera esponenziale nell’area romana.
La Riserva Nazionale del Litorale Romano è gravemente attaccata, focolai all’Eur, alla Pineta Sacchetti, a Saxa Rubra, Monte Antenne e lungo tutto il perimetro del Raccordo Anulare. Anche le alberature nei giardini privati di Roma cominciano a dare i primi segni dell’attacco».
Già un anno fa Italia Nostra Roma aveva lanciato un allarme sul rischio epidemia cocciniglia tartaruga. Senza avere riscontri ufficiali.
Eppure il rischio appare gravissimo per i pini di Roma e del suo territorio: un milione di alberi in pericolo.
Misure insufficienti
Il Comitato Fitosanitario Nazionale, presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha predisposto le “Linee Guida” assolutamente necessarie ma non sufficienti per arginare la diffusione a macchia d’olio della cocciniglia tartaruga.
«I Ministri competenti, Teresa Bellanova e Sergio Costa - sottolinea Italia Nostra - non hanno fatto sentire chiare, nette e forti le loro voci per arginare un’epidemia che rischia, se non lo è già, di diventare una pandemia ambientale. Già devastata la Campania, già devastato il Lazio. È triste constatare che la salvaguardia dei pini e quindi del paesaggio per chi ci governa non abbia lo stesso valore del salvare gli ulivi e i kiwi».
Lotta obbligatoria conservativa
«Con la stessa determinazione con cui si sono circoscritte altri tipi di patologie vegetali - chiude l'associazione - chiediamo ai Ministri Bellanova e Costa di dichiarare la lotta obbligatoria conservativa alla Toumeyella Parvicornis e di avviare immediatamente le cure urgenti con l’endoterapia e, per esempio, con abamectina che ha già dato ottimi risultati, ove applicata».