Cocciniglie, fondamentale l’intervento a fine inverno

Cocciniglia di S. Josè. Nel tempo sui rami si formano delle “concrezioni” sovrapposte di cocciniglie che diventano quasi impermeabili ai trattamenti
Sui frutteti aumentano le infestazioni di cocciniglia di San Josè, della nuova cocciniglia cotonosa Pseudococcus comstocki e in qualche caso, sulle drupacee, anche di cocciniglia bianca. Le contromisure vanno assunte prima che l'inverno anomalo le renda vane. Tramite trattamenti puntuali e programmando i lanci di insetti utili a inizio primavera

Fra le diverse cocciniglie che vivono sulle piante da frutto, la specie più diffusa e dannosa è sicuramente l’aspidioto o cocciniglia di S. Josè (Quadraspidiotus perniciosus). Inizialmente questa specie era diffusa solo sulle pomacee ma negli ultimi anni è diventata la specie predominante anche per le drupacee.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Negli ultimi anni all’aspidioto si è poi affiancata una nuova cocciniglia cotonosa: Pseudococcus comstocki che, progressivamente, sta espandendo il suo areale di presenza in tutta l’Italia settentrionale. Sulle drupacee, invece, oltre all’aspidioto e a P.comstocki, sono ancora presenti popolazioni della tradizionale cocciniglia bianca (Pseudaulacaspis pentagona).

Importante anche la potatura

Sulle piante da frutto la base della difesa anticoccidica è il trattamento di fine inverno che può essere integrato da trattamenti eseguiti alla migrazione delle neanidi. Nei disciplinari di produzione integrata i prodotti impiegabili sono olio minerale, Pyriproxifen e Spirotetramat e la soglia di intervento è la presenza rilevata di cocciniglie su rami, branche e/o frutti raccolti l’anno precedente.

Per verificare la necessità del trattamento invernale occorre esaminare i tronchi, le branche e i residui della potatura invernale alla ricerca delle forme svernanti di questi insetti che trovano riparo tra le screpolature della corteccia spesso protette da scudetti. Nel periodo invernale la potatura può essere un utile complemento per la difesa; non solo eliminando direttamente i rami e le branche infestate da cocciniglie ma, se necessario, anche con operazioni di riforma della pianta nel caso si siano raggiunte dimensioni eccessive.

Copertura uniforme

Nel trattamento di fine inverno gli insetticidi devono riuscire a raggiungere le forme svernanti; contro questi fitofagi, infatti, è estremamente importante curare la tecnica di distribuzione dei prodotti in modo da raggiungere le parti alte delle piante, generalmente le più attaccate. Una distribuzione uniforme sulla pianta del prodotto fitosanitario è necessaria per il successo di qualsiasi intervento di difesa ma, nel caso delle cocciniglie ha probabilmente un peso maggiore. Infatti, grazie alla grande capacità riproduttiva di queste specie, anche una piccola percentuale di insetti che sfugge al trattamento è in grado di mantenere l’infestazione nel frutteto. Tra maggio e giugno comincia la migrazione delle neanidi per cui occorre monitorare la vegetazione per individuare le forme giovanili, fase nella quale questi insetti sono più vulnerabili ai trattamenti anticoccidici.

Il controllo biologico

Per il controllo della cocciniglia è possibile anche il controllo biologico. Si verifica se ci sono stati danni alla raccolta o se si è osservata la presenza delle cocciniglie sulle piante a partire dal mese di aprile e si effettuano i lanci con gli insetti utili Anagyrus pseudococci e Cryptolaemus montrouzieri.


Danni quantitativi e qualitativi

I danni diretti provocati dalle cocciniglie sono di due tipi e sono correlati al grado d’infestazione.

Ci sono danni quantitativi che si manifestano con un deperimento generale della pianta e una diminuzione della resa e che sono dovuti alla sottrazione della linfa e agli effetti fitotossici della saliva immessa con l’apparato boccale. Ma ci sono anche danni qualitativi che portano a un deprezzamento commerciale dei frutti colpiti e che sono dovuti alle decolorazioni provocate dalle punture.

Sugli organi legnosi delle piante attaccate i diversi stadi di sviluppo delle cocciniglie, con le punture di nutrizione e la conseguente emissione di saliva, provocano delle caratteristiche alterazioni rossastre sotto la corteccia. I tessuti attaccati in seguito necrotizzano determinando lievi deformazioni e progressivi deperimenti fino al disseccamento degli organi attaccati. Nel tempo sui rami attaccati si formano delle “concrezioni” sovrapposte di cocciniglie che diventano quasi impermeabili ai trattamenti e fungono da luogo di rifugio per la diffusione e la moltiplicazione del fitofago nel frutteto.

Cocciniglie, fondamentale l’intervento a fine inverno - Ultima modifica: 2020-02-17T20:03:32+01:00 da K4

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