«Il mais è il vero motore dell'agroalimentare italiano, il "carburante" che alimenta e sostiene tutte le nostre migliori produzioni tipiche. Rinunciare a questa coltura comporterebbe conseguenze pesantissime per il nostro sistema produttivo».
Mais, una ritirata da fermare
Un rischio tutt'altro che remoto: è Cesare Soldi, novello presidente dell'associazione maiscoltori italiani, a tracciare il bilancio di una ritirata impressionante: «A inizio degli anni 2000 l'Italia era autosufficiente, ora importa il 47% del proprio fabbisogno, l'import in 15 anni è quintuplicato, +35% solo nel corso del 2017, la domanda mondiale cresce mentre la nostra produzione cala». Sanità e alternanza delle rese: i problemi maggiori da risolvere per la nostra filiera maidicola sono essenzialmente tecnici. Il rilancio del mais italiano non può che basarsi su produttività, sostenibilità e innovazione. Per questo Confagricoltura e Syngenta hanno siglato un Protocollo d’Intesa volto a promuovere la diffusione e l’implementazione del programma Mais in Italy, sviluppato da Syngenta e basato su anni di esperienza in campo, studi e ricerche per la valorizzazione della produzione maidicola in Italia.
La firma a Mantova
La firma è avvenuta il 19 maggio a margine dell’evento "Mais in Italy: un percorso di rilancio della filiera del mais basata su produttività, sostenibilità e innovazione", che Syngenta ha organizzato in occasione della seconda edizione del Food&Science Festival di Mantova, una tre giorni di eventi dedicata a raccontare e approfondire il profondo legame tra cibo e agricoltura e il ruolo che scienza e innovazione rivestono nel comparto agricolo.
Mais in Italy, il protocollo di coltivazione sviluppato da Syngenta per le colture maidicole italiane, è stato identificato da Confagricoltura come uno strumento estremamente efficace per raggiungere gli obiettivi del miglioramento della produttività agricola, la diffusione delle buone pratiche agricole a supporto della biodiversità, la promozione e diffusione di programmi di formazione dedicati all’uso sostenibile dei mezzi tecnici in agricoltura e tutte le attività che contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) sottoscritti con l’Agenda 2030.
«Quando le acque sono agitate – afferma Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura –, occorre stare sulla cresta dell'onda. Chi aspetta il mare calmo rimane in balia della tempesta. La nostra idea di agricoltura fa perno sull'imprenditorialità e sull'innovazione, non sull'assistenzialismo. Il nostro mais deve recuperare terreno e deve accettare la sfida internazionale di una competitività che si basa soprattutto sull'innovazione e sulla ricerca. L'accordo di oggi è firmato tra due realtà leader, condividiamo l'obiettivo si Syngenta di valorizzare la nostra produzione attraverso il protocollo “Mais in Italy” che punta a migliorare la qualità e la produttività».
«La firma di oggi - commenta Luigi Radaelli, al vertice di Syngenta in Italia - rappresenta un successo e la degna conclusione di un percorso di ricerca tecnica e di sostegno alla produzione maidicola italiana partito 34 anni fa. Mais in Italy è un protocollo aperto, i continuo miglioramento, che fa perno sul coinvolgimento e la partecipazione di una rete di produttori preparati».
«Iniziative di questo tipo- concorda Riccardo Vanelli, Commercial Unit Head di Syngenta Italia. ci indicano la giusta direzione per favorire uno sviluppo dell’agricoltura italiana, e non solo della filiera del mais, in un’ottica di competitività, profittabilità e sostenibilità».
L'accordo firmato prevede che le parti si impegnino nella congiunta diffusione del programma presso tutti gli stakeholder, nella ricerca di fonti di finanziamento derivanti da programmi di supporto europei, nazionali e regionali e in attività di comunicazione a supporto del programma stesso.
Protocollo aperto alla rete dei produttori
L’incontro di Mantova ha costituito un momento di confronto tra i protagonisti della filiera e le istituzioni per discutere delle opportunità di rilancio relative al comparto del mais nel nostro Paese. Mais in Italy si propone infatti come un’opportunità di collaborazione e confronto tra gli operatori andando a individuare le sfide che la maidicoltura italiana deve affrontare e proponendo soluzioni concrete che possano accrescere la competitività delle nostre aziende agricole.
Incremento di reddito
I risultati dell'applicazione del protocollo Mais in Campo ha significato negli ultimi 4 anni, secondo i rilievi di Syngenta, risultati positivi sia per la produzioen di granella che di trinciato. «Nel primo caso -precisa Francesco Scrano di Syngenta - a fronte di un incremento medio dei costi di produzione del 6%, il reddito ottenuto per unità di superficie è arrivato ad essere 4 volte tanto. Nel caso del trinciato l'incremento medio di reddito è del 18%».
Le tappe tecniche
Il protocollo "Mais in Italy" si basa su un'insieme di buone pratiche di campo, basate sull'adozione di modelli di precisione ma modulabili e scalabili in base all'obiettivo produttivo. Queste le tappe del percorso tecnico:
- Definizione dell’appezzamento
- Sostegno alla biodiversità
- Destinazione d’uso della produzione e fissazione degli obiettivi
- Preparazionedel terreno, concimazione di fondo e distribuzione
- Semina dell’ibrido, protezione da insetti terricoli, nutrizione e difesa dalle malerbe
- Nutrizione in sarchiatura
- Nutrizione in fertirrigazione
- Utilizzo e controllo ottimale delle disponibilità idriche
- Protezione fungicida, supporto crop enhancement e protezione dalla piralide
- Precision farming: GPS e sensoristica
- Raccolta ed analisi della qualità della granella o del trinciato
- Sviluppo delle mappe di produzione