Cucurbitacee, vigilare sempre sui marciumi batterici

Marciume da A. citrulli su anguria (da www.eppo.org)
Zucca, zucchino, anguria, melone, cetriolo e simili sono suscettibili a vari batteri agenti di marciumi molli. Da tenere sempre sotto controllo per scongiurare il ritorno del batterio da quarantena Acidovorax citrulli

Le cucurbitacee (zucca, zucchino, anguria, melone ecc.) possono facilmente andare incontro a marciumi molli se gli agenti patogeni trovano una via di ingresso ai tessuti interni, ricchi di acqua.

Diversi sono i batteri fitopatogeni capaci di causare marciumi molli soprattutto a carico dei frutti teneri e carnosi, come quelli dello zucchino, o la base della pianta a contatto con il terreno. Alcune specie batteriche sono ben note e ubiquitarie in Italia (es. Pseudomonas syringae pv. lachrymans, Erwinia carotovora), altre sono di temuta introduzione come Acidovorax citrulli, agente eziologico del marciume batterico del frutto che colpisce direttamente la parte edule delle piante causando forti danni alla produzione.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Acidovorax sotto controllo

A. citrulli ha ceppi “specializzati” sulle diverse specie vegetali ed è presente in molte aree nel mondo. In Europa è stato segnalato in alcuni Stati membri, compresa l’Italia, ed inserito dall’Eppo nella lista A1 (organismi da quarantena non ancora presenti o radicati nell’area).

In Italia, dopo la comparsa di alcuni focolai che sembrano essere stati eradicati con successo da qualche anno, non risultano segnalazioni recenti della batteriosi ma, per la pericolosità potenziale di A. citrulli, è importante individuare precocemente eventuali nuovi focolai ed evitare che il batterio si insedi stabilmente contaminando il terreno o infettando piante ospiti spontanee presenti negli ambienti di coltivazione italiani.

Lesioni fogliari da A. citrulli su anguria (da www.eppo.org)
Lesioni fogliari da A. citrulli su melone (da www.eppo.org)

I sintomi

Oltre al marciume dei frutti, che dà il nome alla malattia, i sintomi di questa batteriosi possono comparire già in vivaio, quando il seme è infetto, con aree idropiche sui cotiledoni che successivamente evolvono in necrosi.

In campo, le lesioni fogliari tendono a svilupparsi lungo le nervature per poi estendersi alla lamina. Le aree colpite, dapprima idropiche tendono successivamente ad assumere una colorazione marrone rossastra per poi seccare.

Nei frutti infetti compaiono macchie idropiche (grigio-verde scuro nel caso delle angurie) sulla scorza mentre, dove il frutto poggia sul terreno, le lesioni aprono la strada ad infezioni secondarie invadono la polpa. I frutti infetti vanno incontro a marciumi molli secondari o tendono a spaccarsi, a seconda della loro fase di maturazione.

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Come si propaga

A. citrulli può infettare i tegumenti del seme e sopravvivere nel suo interno per diversi anni se conservato in ambiente asciutto. Per questo, è la semente il principale vettore del batterio, che può spostarsi a grandi distanze favorito dai molti scambi commerciali anche tra i paesi di diversi continenti. A. citrulli, invece, non sopravvive a lungo nel terreno ma cucurbitacee spontanee possono fungere da serbatoio di inoculo.

L’infezione è favorita da elevata umidità, pioggia e irrigazione per aspersione ma anche gli attrezzi o gli operatori contaminati contribuiscono alla diffusione della malattia.

La penetrazione del batterio può avvenire attraverso microferite sebbene siano gli stomi la via elettiva di ingresso del patogeno nei tessuti vegetali nei quali può solo occasionalmente spostarsi per via sistemica.

Se in campo o in vivaio si dovessero osservare sintomi simili a quelli descritti sarà importante avvisare i servizi fitosanitari regionali per un rapido accertamento diagnostico.

Cucurbitacee, vigilare sempre sui marciumi batterici - Ultima modifica: 2022-10-11T17:25:12+02:00 da K4

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