Con le drupacee in fioritura l’attenzione si sposta sui trattamenti anti-monilia. La moniliosi viene maggiormente temuta in estate man mano che ci si avvicina al periodo della raccolta in quanto se le condizioni climatiche sono favorevoli al patogeno, i danni sia in campo che in fase di post raccolta possono essere ragguardevoli.
In questo caso molte delle infezioni sono dovute a Monilinia fructicola e Monilia laxa, quest’ultima ormai osservata raramente. Tuttavia, non sono infrequenti attacchi di monilia in fioritura che, nei casi più gravi, portano a perdite di produzione dovute alla necrosi delle gemme fiorali.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Un vero pericolo per l’albicocco
M.laxa e M.fructicola riprendono la loro attività o dai cancri sulle gemme che si sono formati l’anno precedente o dai conidi liberi presenti sulla pianta, oppure molto più frequentemente, dai frutti mummificati che sono caduti a terra o che sono rimasti sulla pianta. Nel periodo fiorale, condizioni climatiche caratterizzate da piogge, o nebbie persistenti con conseguente elevata umidità relativa e prolungata bagnatura degli organi vegetali, porta il fungo a sporulare abbondantemente e a infettare gli organi fiorali che vanno presto incontro a progressiva necrosi. Non è infrequente che da queste infezioni la pianta possa sviluppare dei cancri che portano in breve al disseccamento della porzione apicale del ramo. Nel pesco, non tutte le varietà sono suscettibili alle infezioni da monilia, ma tendenzialmente le percoche e le nettarine risultano più sensibili agli attacchi del fungo. Su albicocco, invece, la moniliosi in fioritura è particolarmente pericolosa e in grado di compromettere buona parte della produzione.
Pratiche agronomiche e fungicidi
I trattamenti fungicidi sono sufficienti a contrastare le infezioni fiorali, ma alcune corrette pratiche agronomiche, quali una equilibrata nutrizione della pianta, l’adozione di sesti d’impianto sufficientemente ampi, ma soprattutto una buona potatura con conseguente asportazione e distruzione delle parti colpite e delle mummie, sono importantissime per ridurre il potenziale di inoculo del patogeno all’interno dei frutteti.
In alternativa, anche B. subtilis, B. amyloliquefaciens, impiegabili insieme a bicarbonato di K in futticoltura biologica, hanno dimostrato di avere una discreta efficacia sulla monilia in fioritura. In tabella sono riportati i principi attivi chimici antimonilici impiegabili e le relative limitazioni.
tab. 1 Trattamenti ammessi contro la monilia | ||
Principi attivi | Limitazioni d’uso (*) | |
Tebuconazolo | max 2 trattamenti/anno | Su albicocco: max 3 interventi/anno con IBE o 4 se nell’anno precedente vi sono stati gravi attacchi di Apiognomonia. Su susino e pesco: max 3 interventi/anno con IBE o 4 per raccolte successive al 15/8. Su ciliegio: max 3 interventi/anno con IBE |
Fenbuconazolo | max 2 trattamenti/anno | |
Fludioxonil+ciprodinil | max 1 trattamenti/anno | |
Fenexamid | max 2 trattamenti/anno | |
Fluopyram | max 1 trattamento/anno | Tra Fluopyram, Fluxapyroxad, Penthiopyrad e Boscalid, max 3 trattamenti/anno |
Penthiopyrad | max 2 trattamenti/anno | |
Pyraclostrobin+boscalid | max 2 trattamenti/anno | |
Trifloxystrobin+tebuconazolo | max 2 trattamenti/anno | |
Fenpirazamine | max 2 trattamenti/anno | |
Bicarbonato di K | max 5 trattamenti/anno | |
B. amyloliquefaciens | max 6 trattamenti/anno | |
B. subtilis | ||
(*) Secondo i disciplinari di Produzione integrata 2020, il numero massimo di interventi annui contro la monilia sono: 5 per il pesco e 3 per albicocco,susino e ciliegio. |
Sharka del pesco
Con il pesco in fioritura è il momento migliore per verificare la presenza di piante infette dal virus Sharka. I fiori screziati di colore più scuro sono sintomi caratteristici della malattia, che però è visibile solo sulle varietà a fiore rosaceo grande.
Su quelle a fiore campanulaceo (piccolo) tale sintomo non si manifesta. Si consiglia di controllare l’aspetto dei fiori e in caso di presenza sospetta si consiglia di contattare subito il proprio tecnico di riferimento.