Sulle drupacee occorre intervenire al momento giusto con i trattamenti cautelativi nella fase di “caduta foglie”, per contrastare l’insediamento nelle cicatrici fogliari di funghi e batteri che manifesteranno la loro azione patogenetica alla ripresa vegetativa.
Nei campi che hanno subito infezioni batteriche di una certa consistenza (i batteri fitopatogeni più frequenti sono Xanthomonas arboricola pv pruni e Pseudomonas syringae pvs), soprattutto dove i danni hanno interessato frutti e rami, occorre prevedere trattamenti specifici a base di rame ad inizio, piena e fine caduta foglie. È consigliabile scegliere prodotti con una buona capacità adesiva, per coprire bene le cicatrici fogliari, dove solitamente i batteri trovano ricovero e che utilizzano per penetrare e colonizzare i tessuti vegetali.
Negli impianti che non hanno avuto problemi di batteriosi basterà prevedere il consueto trattamento preventivo contro bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii) in piena caduta foglie (quando circa l’80% delle foglie si sono staccate) con prodotti a base ziram, tiram, captano (registrato su pesco e albicocco) o rame, adoperando quest’ultimo con cautela su pesco e albicocco per i quali può essere fitotossico su piante non ben lignificate. Lo scopo principale del trattamento a “caduta foglie” è raggiungere ed eliminare i propaguli dei due funghi prima che questi possano germinare e colonizzare le cicatrici fogliari non ancora ben suberificate. Quest’azione preventiva è particolarmente importante per il corineo mentre può essere meno rilevante per la bolla contro la quale resta fondamentale il trattamento a “gemma gonfia”, che si farà a fine inverno.
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