La presenza diffusa delle varietà precoci e precocissime nelle aree vocate alla coltivazione delle drupacee del Meridione sta spostando l’inizio della fioritura sempre più in anticipo (già a febbraio) con l’aumento del rischio di danni da gelo nel caso, non improbabile, di ritorni di freddo.
Quest’anno l’inverno è stato piuttosto piovoso, non particolarmente rigido ma con temperature che hanno consentito un buon soddisfacimento del fabbisogno in freddo anche per le varietà più esigenti. Pertanto, in questo periodo, sono già molti i campi che hanno raggiunto la fase fenologica di “gemma gonfia” (“bottoni rosa” per il pesco) che segna l’inizio della ripresa vegetativa. In questa fase vanno realizzati dei trattamenti chiave contro importanti crittogame ed alcuni insetti.
Contro le malattie del pesco
Per il pesco, in fase di bottoni rosa è opportuno effettuare, in un unico intervento, il trattamento contro afidi tra i quali quello verde (Myzus persicae) è il più temuto perché deforma i germogli, bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii).
Il trattamento antiafidico è necessario solo negli impianti in cui sono presenti uova svernanti o femmine fondatrici il cui rilevamento precoce, però, non è agevole.
Nella pratica, poiché i controlli richiedono molta esperienza e tempo, è più diffuso e tecnicamente accettabile il ricorso alla lotta preventiva.
Un’efficace azione antiafidica è svolta dall’olio minerale all’1% attivato con un neonicotinoide (si ricorda che, a seguito di recenti variazioni legislative, è consentito solo l’uso dell’acetamiprid), flonicamid, fluvalinate o con uno degli altri piretroidi ammesso sulla coltura, i quali hanno effetto anche sulle larve svernanti di anarsia.
La pericolosa cocciniglia
Negli impianti infestati da cocciniglia di S. José (Comstockaspis perniciosa) a gemma gonfia si potrà intervenire con polisolfuro di calcio, con olio minerale fino al 3% o con olio addizionato di zolfo micronizzato. Per quest’ultima combinazione esistono in commercio formulazioni specifiche già pronte. Uno specifico prodotto anticoccidico è il pyriproxyfen, dotato di lunga persistenza, il cui impiego è consentito non oltre la prefioritura.
Per il controllo della bolla, alla miscela insetticida andrà aggiunto un prodotto a base di dodina, ziram, tiram, captano, difenconazolo o tebuconazolo, attivi anche contro altri patogeni fungini, come il corineo (Coryneum beijerinckii). Contro quest’ultimo patogeno, oltre che con ziram o tiram, su susino si potrà intervenire con prodotti rameici.
Si ricorda che il tiram, la cui commercializzazione è già stata revocata, potrà essere utilizzato per trattamenti fogliari entro e non oltre la fine di aprile 2019, per consentire lo smaltimento delle scorte.
La monilia del mandorlo
Il mandorlo, che tra le drupacee è la specie con la fioritura più precoce, sarà il primo ad essere interessato dai trattamenti. Nei mandorleti impiantati in zone più umide, in cui si temono attacchi ricorrenti di monilia (Monilia laxa, M. fructigena), è importante difendere i fiori dalle infezioni di questa crittogama intervenendo preventivamente, in fase di bottoni rosa, con un antimonilico registrato sulla specie in miscela con olio minerale all’1-1,5% che ne migliora l’adesione e la penetrazione. Successivamente, se durante la fioritura il decorso climatico dovesse essere piovoso, potrebbe rendersi necessario in fase di “caduta petali” un secondo trattamento, senza aggiunta di olio minerale. Il controllo della monilia è importante anche per l’albicocco, specie piuttosto suscettibile su cui si interverrà in prefioritura, con antimonilici specifici (Cyprodinil+Fludioxonil, Ciprodinil, Fenexamide, Boscalid+Piraclostrobin, IBE, ecc.), ripetendo il trattamento a caduta petali se il periodo della fioritura sarà piovoso.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita