Fagiolo, con le piogge arrivano le batteriosi

maculatura fagiolo
Sintomi di maculatura alonata su foglie di fagiolo
Maculatura alonata e maculatura comune: rame e prevenzione agronomica per tutelare una delle orticole più coltivate in questo periodo nelle zone collinari del Sud

L’estate calda e siccitosa, che ormai volge al termine, non è stata favorevole agli agenti patogeni che si avvantaggiano di condizioni di elevata umidità, come i batteri. Ma in questo mese, con l’avvicinarsi dell’autunno, il clima potrebbe peggiorare creando un ambiente idoneo allo sviluppo di alcune malattie, se c’è presenza di inoculo nelle colture.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

Abbonati e accedi all’edicola digitale

Due maculature

Tra le ortive ancora in produzione in questo periodo, il fagiolo da granella nel meridione è una specie tipica di ambienti montani e alto collinari, dove ci sono le maggiori probabilità di pioggia a fine estate.

Questa ortiva è particolarmente suscettibile, in fase di raccolta, a due batteriosi che colpiscono direttamente i frutti e la granella: la maculatura alonata (indotta da Pseudomonas syringae pv. phaseolicola) e della maculatura comune (indotta da Xanthomonas campestris pv. phaseoli).

Il loro controllo è basato su misure piuttosto simili, ma esistono delle differenze epidemiologiche e, soprattutto, legislative che è bene conoscere. X. c. pv. phaseoli, infatti, è un patogeno da quarantena per il quale sono previste misure di lotta obbligatoria, al contrario di P. s. pv. phaseolicola.

Sintomi tipici

Sintomi tipici della maculatura alonata del fagiolo dovuta a P. s. pv. phaseolicola sono piccole macchie angolari sulle foglie, dapprima idropiche e successivamente necrotiche, circondate da un alone clorotico.

Sui baccelli si evidenziano aree rotondeggianti idropiche simili a macchie d’unto che successivamente necrotizzano; mentre sui semi infetti possono comparire aree decolorate evidenti soprattutto sulle varietà a semi bianchi.

X.c. pv. phaseoli induce sulle foglie ampie lesioni necrotiche contornate da un sottile bordo giallo che procedono in genere dal margine del lembo fogliare verso la nervatura centrale determinando la deformazione della foglia. Sui baccelli le macchie rotondeggianti sono più piccole di quelle dovute a P. s. pv. phaseolicola, infossate e con un contorno rosso-mattone.

X. c. pv. phaseoli può invadere sistemicamente la pianta spostandosi lungo i vasi e infettare dall’interno il seme, al contrario di P. s. pv. phaseolicola che è solo in grado di contaminarlo.

Entrambi i batteri possono indurre sui tegumenti dei semi aree giallastre, raggrinzimenti e deformazioni, sempre più evidenti sulle varietà a seme bianco.

Questi batteri patogeni possono sopravvivere sui residui colturali infetti, come epifiti su piante non ospiti o conservarsi sui semi infetti o contaminati.

L’inoculo può spostarsi mediante le piogge o l’acqua di irrigazione per tutto il ciclo vegetativo della pianta.

Anche la contaminazione delle calzature e dei vestiti degli operatori che si muovono nei campi può essere una via di diffusione dell’infezione da non sottovalutare.

Lo sviluppo delle due malattie batteriche è favorito da alta umidità relativa e da temperatura non elevate.

Difesa preventiva

La lotta alle due batteriosi è essenzialmente preventiva:

  • uso di seme sano,
  • rotazioni di 2-3 anni,
  • impianti irrigui non ad aspersione.

L’unico prodotto chimico consentito è il rame che andrà utilizzato con criteri preventivi di copertura, facendo attenzione al rischio di fitotossicità e al rispetto dei tempi di carenza.

Fagiolo, con le piogge arrivano le batteriosi - Ultima modifica: 2020-09-20T14:33:10+02:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome