Due nuove classificazioni di ibridi e un fungicida dagli inaspettati risvolti agronomici: è l’eredità che lascia agli agricoltori il Mais Expert campus 2015 di Syngenta, svoltosi la scorsa estate in diverse località.
Università in campo
Così Syngenta definisce i suoi campus, momenti di incontro e approfondimento tecnico-scientifico sia per gli agricoltori sia per la stessa multinazionale, dal momento che uno dei pilastri del campus sono, solitamente, le prove varietali. Si tratta di incontri in campo in cui il gruppo leader in agricoltura mostra i suoi migliori prodotti e allo stesso tempo informa gli agricoltori sugli ultimi ritrovati della chimica in materia di difesa e genetica del mais, ma anche sulle più moderne tecniche di coltivazione. Per esempio, quelle che consentono di ottimizzare l’uso dell’acqua, rendendo la maiscoltura più sostenibile. Al quarto anno di vita, Mais Expert è stato dedicato alla redditività. «Ci siamo chiesti se, ai prezzi attuali delle commodity, sia ancora possibile fare reddito con il mais. Per noi la risposta è sì, a patto di utilizzare al meglio tutti gli strumenti disponibili» ha spiegato il responsabile del settore Gianluca Fusco.
Vediamo allora cosa propone Syngenta per genetica e chimica.
Gli ibridi “sostenibili”
La multinazionale ha deciso di classificare i suoi ibridi per famiglie, così da favorire gli agricoltori nella scelta. Il primo gruppo è stato presentato nel 2014 e raccoglie tutti quelli che tollerano bene lo stress idrico; il nome è, non a caso, Artesian. Al momento ne fa parte soltanto Sy Hydro, un classe 600 che ha dimostrato, nelle due campagne in cui è stato testato, di essere in grado, in caso di stress idrico, di ridurre le perdite fino al 20% rispetto a ibridi comuni. In altre parole, la sua produttività cala meno rispetto ad altri mais ed è anche molto alta in condizioni ottimali. Dall’anno prossimo sarà affiancato da un classe 500, Sy Helium: stessa tolleranza agli stress idrici con una maggiore precocità.
Più trinciato con Powercell
La seconda famiglia sarà lanciata in Italia con la prossima campagna, ma esiste in Europa già da qualche anno. Si chiama Powercell e indica gli ibridi con le migliori caratteristiche per produrre insilato. «Per il nostro paese si tratta di varietà studiate appositamente per le condizioni della Pianura padana», ha sottolineato Fusco. I parametri principali da soddisfare per essere inclusi in Powercell sono sei e riguardano la digeribilità della parete cellulare, la durata della finestra di raccolta, il contenuto di emicellulosa, la digeribilità dell’amido e il tasso di lignina dello stocco oltre, naturalmente, a una buona produzione di sostanza secca per ettaro. I primi ibridi marchiati Powercell saranno Sy Verdemax, Sy Lucroso e Sy Qualitat. Bisogna comunque sottolineare che il progetto Powercell coinvolge diversi paesi, ma la scelta degli ibridi è strettamente nazionale. «In ogni paese si selezionano i migliori per la produzione di trinciato: i parametri sono gli stessi, ma gli ibridi cambiano. Il nostro obiettivo è di proporre all’agricoltore un trinciato la cui qualità si giochi sull’equilibrio tra parametri quantitativi e qualitativi: giusto amido, giusta fibra, giusta quantità».
Un fungicida dalle mille risorse
Fin qui, la genetica. Syngenta, però, vuol dire anche difesa e naturalmente il gruppo non ha perso l’occasione di far conoscere i suoi nuovi prodotti. Come Force 20Cs, un conciante insetticida per sementi che protegge dall’attacco degli elateridi, oppure Ampligo, insetticida fogliare per trattamenti anti-piralide che grazie all’azione contemporanea su uova, larve ed adulti permette di anticipare il periodo del trattamento. La novità più interessante appartiene però alla famiglia dei fungicidi.
Quilt Xcel, al suo primo anno di commercializzazione nel nostro paese, è uno di quei rari casi i cui gli effetti secondari sono quasi superiori a quelli per i quali un prodotto è stato creato. Secondo i test effettuati, infatti, l’impiego di Quilt Xcel oltre al controllo delle malattie fungine presenta un benefico effetto sulla fisiologia del mais migliorandone le rese produttive sia in granella sia in energia sui silati.
Benefici fisiologici. «In primo luogo, Quilt Xcel migliora la tolleranza agli stress idrici e termici, grazie a una duplice azione: aumenta e prolunga l’efficienza fotosintetica delle foglie e anche l’efficienza degli stomi, favorendo il trattenimento di acqua da parte della pianta». In primo luogo, quindi, le foglie sintetizzano energia più a lungo, un effetto noto delle strobilurine che costituiscono il principio attivo di Quilt Xcel. Ma è soprattutto l’azione sugli stomi a essere interessante: le piante trattate con fungicida sono più efficienti nel serrare gli stomi in condizioni di stress e nell’aprirli quando le disponibilità idriche sono buone. In questo modo disperdono meno acqua in condizioni di scarsa disponibilità. Viceversa, favoriscono la traspirazione e quindi l’assorbimento di aqua dal terreno (con annessi principi nutritivi) quando essa è disponibile. Risultato: resistenza allo stress e maggior accumulo di nutrienti.
Più amido nella granella. «Quilt Xcel aumenta la velocità di traslocazione degli zuccheri verso la spiga, dove si accumulano come amido», spiega Fusco.Così si ottiene una granella più ricca e al tempo stesso non si preleva energia dallo stocco, che si mantiene quindi più robusto e con più alto valore nutrizionale. Grazie a questi effetti, piante trattate con Quilt Xcel possono registrare incrementi produttivi fino al 10%.
Più energia nel silomais. Maggior resa e prolungato stay green accrescono la quantità di energia per pianta. «È possibile ritardare la raccolta – conclude Fusco – dando al mais più tempo per produrre amidi pur mantenedo una fibra “giovane” e digeribile.Possiamo quindi dire che grazie a Quilt Xcel si possono ottenere incrementi dal 10% al 20% in più di energia in caso di insilaggio».