La produzione della fragola è in piena attività nelle colture sotto tunnel che rappresentano la tecnica di coltivazione più diffusa al Sud. Poiché la fioritura della fragola è scalare, la gestione fitosanitaria dovrà necessariamente tener conto della contemporanea presenza di fiori e frutti in diversi stadi di maturazione. Quindi all’esigenza di proteggere i frutti, che in fase di maturazione diventano più suscettibili a diverse malattie, si aggiunge la necessità di rispettare i tempi di carenza per eventuali trattamenti antiparassitari che dovessero rendersi necessari. Attualmente, comunque, sono disponibili prodotti fitosanitari – alcuni ammessi anche in agricoltura biologica – con un ottimo profilo tossicologico e tempi di carenza brevi per combattere sia i fitofagi sia le maggiori avversità parassitarie.
In condizioni di elevata umidità
Dove l’andamento climatico dei giorni scorsi è stato umido e poco soleggiato, con temperature notturne ancora basse, potrebbero esserci state difficoltà a garantire un ottimale arieggiamento dei tunnel per evitare ristagno idrico e condensa sui teli.
Le condizioni di elevata umidità dell’aria e la condensa che finisce per bagnare la vegetazione per gocciolamento possono favorire lo sviluppo delle crittogame e principalmente della botrite (Botrytis cinerea) sui fiori e sui frutti in maturazione, richiedendo interventi con prodotti specifici che abbiano un breve periodo di carenza. La suscettibilità dei frutti alla botrite aumenta in piena maturazione, per la maggiore concentrazione di zuccheri e perché il turgore cellulare facilita la creazione di microlesioni da cui il fungo può penetrare.
Lotta alla botrite
Pertanto, in coltura protetta, la botrite sarà controllata evitando la bagnatura diretta della vegetazione e mediante una buona ventilazione dei tunnel, che andranno aperti sin dalle prime ore del mattino (condizioni climatiche permettendo). Eventuali focolai di muffa grigia potranno ancora essere controllati ricorrendo agli antagonisti Bacillus subtilis, Bacillus amyloliquefaciens o Pythium oligandrum, da usare soprattutto con finalità preventive, o a prodotti con bassi tempi di sicurezza come fenexamide, pirimetanil, mepanipyrim (3 giorni). In alternativa, prodotti a base di boscalid+pyraclostrobin (tempo di sicurezza 3 giorni) sono attivi anche su oidio e antracnosi (Colletotrichum spp.) mentre ciprodinil + fludioxonil (7 giorni di carenza) esplica un’azione collaterale sui due patogeni citati. La presenza di ceppi di B. cinerea resistenti a vari fungicidi impone la rotazione di prodotti con meccanismi di azione diversi ed è raccomandabile l’uso degli antagonisti microbici (Bacillus) per evitare di selezionare popolazioni meno sensibili ad alcune delle sostanze attive disponibili.
Se le temperature aumentano
Con lo stabilizzarsi del bel tempo e l’aumento delle temperature anche l’oidio (Sphaerotheca macularis) potrebbe svilupparsi con maggiore velocità. Questo fungo, infatti, trova le migliori condizioni ambientali quando la temperatura dell’aria non è bassa e la sua umidità non è elevata. La ventilazione facilita la diffusione anemofila dei conidi che possono diffondere rapidamente l’oidio lungo i tunnel.
Ai primi sintomi di “mal bianco”, consistenti nel caratteristico ripiegamento “a doccia” della lamina fogliare che precede la comparsa di una rada muffetta bianca sui frutti o le foglie, intervenire con trattamenti ripetuti di zolfo colloidale (tempo di carenza 5 giorni), bicarbonato di potassio, olio essenziale di arancio dolce, laminaria o con prodotti chimici antioidici (triazoli, miclobutanil, bupirimate, azoxistrobin, quinoxifen, flutriafol, meptyldinocap) o con i formulati ad azione multipla citati per la botrite e attivi anche sull’oidio, scegliendo i prodotti anche in funzione dei tempi di carenza.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita