La fusariosi della spiga, malattia causata da un complesso di funghi appartenenti al genere Fusarium (Fusarium graminearum, F. culmorum) è, da tempo, diventata la malattia chiave sia su frumento tenero sia, negli areali di coltivazione del centro Italia, su frumento duro.
Ciò è legato alla capacità del fungo di sviluppare micotossine pericolose per l’uomo e gli animali domestici e al fatto che alcune di queste come per esempio il Don (deossinivalenolo) possono essere presenti sulle partite di cariossidi in misura inferiore ai limiti massimi ammessi a livello europeo (1250 ppb di Don per la granella di frumento tenero e 1750 ppb per quello duro).
Il controllo chimico della malattia è indispensabile, soprattutto durante primavere particolarmente piovose che intercorrono nel periodo di spigatura del grano (negli ambienti cerealicoli del centro nord approssimativamente tra la fine di aprile e la prima settimana di maggio in funzione dell’andamento climatico e delle varietà).
La gravità della malattia varia in funzione del periodo di bagnatura fogliare (prolungati periodi di umettazione della vegetazione permettono alle spore del fungo di germinare e infettare più agevolmente le cariossidi).
In genere infezioni gravi avvengono in presenza di almeno due giorni di pioggia in corrispondenza di temperature di 10-18 °C.
Per avere la massima efficacia possibile, il trattamento specifico contro la fusariosi della spiga deve essere posizionato all’inizio della fioritura (più o meno al 10-20% di emissione delle antere) e prima delle eventuali piogge infettanti.
La scelta dei principi attivi
Le informazioni riguardo la scelta del fungicida e del momento più opportuno per eseguire il trattamento sono presenti all’interno dei bollettini di Produzione integrata che vengono redatti settimanalmente, nelle aree più evolute anche con l’ausilio di modelli matematici previsionali, e resi disponibili anche consultando i siti internet di riferimento.
Per quanto riguarda la scelta dei principi attivi, particolarmente efficaci rimangono i principi attivi appartenenti alla famiglia degli Ibe (protioconazolo, difenconazolo, tebuconazolo, metconazolo, propiconazolo, procloraz). Tali principi attivi risultano attivi anche nei confronti di altre malattie fungine come oidio e ruggini, in particolare la ruggine bruna, più tardiva rispetto alla ruggine gialla. Nei Disciplinari sono ammessi complessivamente sulla coltura 2 applicazioni all’anno e un solo intervento all’anno con principi attivi appartenenti agli Sdhi.
È possibile l’uso delle diverse miscele contenenti triazoli. Tuttavia si raccomanda in ciascuna miscela di non impiegare più di 2 sostanze attive.
Le buone pratiche colturali
Il controllo efficace di questa avversità tuttavia, non dovrebbe prescindere dall’utilizzo di buone pratiche colturali quali:
- una corretta rotazione colturale (il ristoppio o la precessione con altri cereali come sorgo o mais da granella sono pratiche che favoriscono la malattia);
- l’interramento dei residui vegetali infetti della coltura precedente (la minima lavorazione e la semina su sodo favoriscono il rischio di fusariosi) specialmente se la coltura precedente è mais e sorgo;
- evitare le semine troppo fitte;
- evitare eccessi di concimazioni azotate;
- un’oculata scelta varietale (alcune varietà risultano particolarmente sensibili alla malattia). I Disciplinari di Produzione integrata redigono annualmente la lista di varietà maggiormente tolleranti la malattia.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita