Una recrudescenza degli attacchi del cinipide del castagno è emersa in numerosi comparti castanicoli toscani e la Regione si è attivata per verificare la portata del problema, emerso sia dalle ordinarie azioni di monitoraggio in ambito fitosanitario, sia da diverse segnalazioni pervenute dalle associazioni di castanicoltori. Un modo per valutare il prima possibile le necessarie contromisure.
«I nostri monitoraggi hanno evidenziato presenze del cinipide in varie parti della regione – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – per questo, attraverso le Unioni dei Comuni, sono in corso monitoraggi approfonditi della presenza di galle con le larve del parassita. È necessario, da una parte comprendere a fondo la situazione che si è creata, e dall’altra capire se, in parallelo a questi segnali di aumento del parassita, ci sia ancora un’adeguata presenza del Torymus, l’insetto antagonista che negli anni scorsi è stato oggetto di lanci e che hanno sinora fornito un contributo decisivo alla risoluzione del problema».
Arrivato dalla Cina intorno al 2010, il cinipide era stato contrastato per anni con l’immissione del suo antagonista naturale, anch’esso originario della Cina, il Torymus sinensis. La lotta biologica, attivata con oltre un migliaio di lanci su gran parte del territorio regionale, aveva dato risultati molto positivi al punto che il cinipide era rientrato in una condizione di presenza minimale e stabile in equilibrio con l’antagonista appositamente immesso. Ora, però, l’aumento repentino del parassita potrebbe essere messa in relazione con le anomalie meteorologiche degli ultimi mesi.