Sbalzi termici, precipitazioni intermittenti, abbondanti e diffuse. Nella pazza lotteria del cambiamento climatico la combinazione che sta caratterizzano questa primavera, un mix di perdurante umidità e temperature notturne inferiori alla media del periodo, sta riportando in primo piano una patologia fungina che è stata meno incombente (ma mai da trascurare) nel corso delle ultime annate siccitose. In molti vigneti del centro-nord quest’anno il rischio botrite è in effetti elevato e va affrontato con nuovi mezzi e nuove strategie.
A più di due secoli dalla sua classificazione tassonomica, c’è ancora molto da scoprire su Botrytis cinerea. Due sono infatti le novità che riguardano la muffa grigia della vite. Una recente ricerca coordinata da Vittorio Rossi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha messo in luce il ruolo (e la pericolosità) delle infezioni latenti e la necessità di cambiare registro adottando una strategia di difesa precoce, anticipando l’inizio degli interventi al periodo della fioritura.
L’apripista dei botanicals
La seconda riguarda i mezzi tecnici: il cambio di strategia può essere infatti agevolato dalla disponibilità di strumenti di nuova concezione, di recente registrazione su vite che, nelle prove di pieno campo, si sono dimostrati particolarmente indicati per essere impiegati anche precocemente nel periodo di fioritura.
Quello degli antibotritici è infatti il settore che sta facendo da apripista per il comparto dei botanicals. “3LOGY” di Sipcam è il precursore di questa classe di agenti di biocontrollo (Bca) che derivano da estratti vegetali. «Si tratta – testimonia Ilaria Ferri responsabile del settore fungicidi di Sipcam Italia – di una soluzione innovativa che unisce in modo sinergico, in un solo prodotto, sia l’efficacia di un formulato chimico che l’assenza di residualità di un prodotto biologico, tanto da non richiedere l’imposizione di limiti di residuo in etichetta».
L’efficacia antibotritica di questo nuovo prodotto si basa sull’azione delle sostanze attive, costituite da tre terpeni (Eugenolo, Geraniolo e Timolo) opportunamente bilanciati tra loro. Sostanze presenti in natura (si possono trovare anche sulla superficie dell’acino), caratterizzate da un favorevole profilo ecotossicologico e ambientale. Nella fattispecie Eugenolo è ottenuto per estrazione naturale da Melaleuca alternifolia, albero della famiglia delle Mirtacee, originario dell’Australia orientale, noto come “Tea tree”) mentre gli altri due sono stati replicati per sintesi.
Il meccanismo d’azione è originale, multisito, unico per efficacia e per prevenire fenomeni di resistenza (probabilmente alterando la funzionalità della membrana cellulare del fungo con diversi meccanismi tuttora allo studio). L’azione è diretta nei confronti del micelio, inibendo completamente la germinazione dei conidi.
Il know-how della formulazione
La formulazione, chiamata GO-ETM, è innovativa, frutto dei progressi di un know how nell’attività formulativa in cui Sipcam è sempre stata all’avanguardia. I tre terpeni sono infatti microincapsulati in una membrana lipoproteica che ne promuove la sospendibilità senza necessità di solventi e che ne permette il rilascio graduale e modulato nel tempo, rallentandone la degradazione e prolungandone l’efficacia. In particolare i terpeni vengono rilasciati dalla microcapsula solo dopo l’applicazione in campo, in presenza di condizioni di umidità favorevoli allo sviluppo della botrite. Un’efficacia che quindi si manifesta esattamente nel momento in cui ve n’è più bisogno.
Un prodotto “intelligente”, progettato per fare fronte alle esigenze dei viticoltori e a tutti i cambiamenti in corso nel settore della difesa. «Da un lato – spiega Ferri – occorre tenere conto della forte domanda di sostenibilità e di sicurezza che impone di favorire l’impiego di soluzioni con un profilo residuale favorevole, dall’altro il rischio sempre in agguato della resistenza impone alle aziende dell’agrochimica un continuo sforzo di ricerca e sviluppo per individuare meccanismi di azione differenti e multisito. Nel caso della botrite si sta poi assistendo al progressivo calo del mercato dei prodotti posizionati in pre-chiusura grappolo, soprattutto per effetto dei cambiamenti climatici in atto, mentre le nuove recenti acquisizioni stanno rivalutando l’esigenza di posizionare il primo intervento in fase di fioritura».
Approccio scientifico
3LOGY tiene contro di tutte queste esigenze, qual è stato l’approccio per lo sviluppo di una molecola così innovativa?
«Un approccio scientifico, basato sullo studio del ciclo biologico e dell’epidemiologia di Botritys cinerea, mettendo da parte tutte le convinzioni che hanno caratterizzato la difesa antibotritica nel recente passato. Da questo punto di vista la recente ricerca internazionale coordinata dall’Università di Piacenza ha messo in luce che la strategia finora adottata per fare fronte alla botrite della vite non era corretta. Innanzitutto perché il posizionamento dei trattamenti non può essere rigido, ma deve dipendere dal clima e dalla strategia adottata. E poi perché l’assunzione che quello in pre-chiusura grappolo fosse il trattamento chiave era una teoria empirica, non supportata da dati. La dimostrazione della pericolosità delle infezioni latenti e della capacità della botrite di infettare il futuro grappolo già in fioritura, sta spingendo a posizionare in questa fase il trattamento chiave, per poi proseguire con i successivi trattamenti secondo le indicazioni fornite dai modelli previsionali. Quando si sviluppa un’infezione latente, anche se non sono evidenti sintomi di marciumi, l’uva potrebbe infatti comunque contenere metaboliti sgraditi prodotti dalla Borytis come l’acido gluconico, in grado di deprezzarne il valore».
Dalla fioritura alla pre-vendemmia
Quali risposte ha fornito il prodotto applicato secondo queste indicazioni?
«L’attività sperimentale nel corso dell’ultimo anno ha avuto proprio l’obiettivo di testare la capacità di 3LOGY di prevenire le infezioni latenti di B.cinerea in fioritura, di verificare il comportamento del prodotto e di inserirlo nella strategia di difesa indicata dal modello di rischio botrite del DSS vite.net. Le prove effettuate assieme all’Università Cattolica di Piacenza (fig. 1) hanno messo in evidenza che, nella strategia che ha previsto il trattamento a BBCH 65, 3LOGY è risultato efficace nel ridurre il potenziale di sporulazione nei grappoli alla raccolta meglio o alla pari del prodotto chimico di riferimento. In ulteriori prove effettuate in laboratorio è emersa la capacità di di inibire la germinazione dei conidi di Botrytis cinerea. Questi risultati indicano che 3LOGY può essere utilizzato per trattamenti precoci contro muffa grigia con lo scopo di diminuire il potenziale di inoculo che causa le infezioni nel periodo di maturazione. Queste positive esperienze hanno consentito a Sipcam di predisporre una strategia di difeda dalla botrite che fa perno sul trattamento fisso in fioritura, per l’abbattimento dell’inoculo e del micelio latente. A seguire, secondo le indicazioni del modello previsionale, si possono effettuare fino a 4 trattamento all’anno con questo prodotto, fino a tre giorni dalla raccolta per l’uva da vino. Per ottenere un buon risultato contro questa patologia fungina è necessario impiegare, nbel corso della strategia antiperonosporica, prodotti a doppia efficacia in grado di esercitare un’azione collaterale contro Botrytis cinerea».
I punti di forza
3LOGY è il nuovo antibotritico di Sipcam a base di tre terpeni di origine naturale che garantisce:
- Nuovo meccanismo di azione (strategia antiresistenza);
- Elevata efficacia;
- Flessibilità di impiego massima;
- Senza residuo (esente LMR);
- Nessuna interferenza nei processi enologici (maturazione, vinificazione e bouquet aromatico dei vini);
- Selettività e miscibilità;
- Inserito nei disciplinari di produzione nazionali.
Convinzioni errate da superare
- Persistenza: un prodotto persistente non è necessariamente più efficace.
- Posizionamento rigido: il rischio ci indica il miglior posizionamento che dipende dal clima e dalla strategia adottata.
- Prodotto: è la strategia che ripaga, non il singolo trattamento.
- I prodotti residuali sono più efficaci: dipende da cosa devono fare. Se ho bisogno di abbattere l’inoculo ha più valore avere un’elevata efficacia per breve tempo.
- Pre-chiusura come trattamento chiave: è un concetto di marketing mai dimostrato, la ricerca scientifica dimostra che il trattamento più importante è in fioritura e a seguire secondo modello.