L’efficacia di un trattamento insetticida non dipende soltanto dall’efficacia del formulato impiegato ma è legata anche alla scelta del periodo di intervento: molti trattamenti, infatti, possono rivelarsi inefficaci se programmati solo in base al calendario o allo stato della coltura. L’efficacia maggiore di un trattamento si ha riuscendo a intervenire quando la maggior parte della popolazione del fitofago si trova in uno stadio sensibile al principio attivo che si è deciso di adottare.
Il corretto posizionamento del trattamento quindi dipende dallo sviluppo biologico delle diverse specie che, a sua volta, ha una certa variabilità in funzione dall’andamento climatico; ogni anno, infatti, le popolazioni di insetti compaiono e crescono in tempi e con ritmi che possono essere assai diversi. Di conseguenza, per massimizzare l’effetto del trattamento, è necessario poter avere delle informazioni precise sulla presenza e sullo stadio sviluppo della popolazione del fitofago.
Controllo territoriale e aziendale
Per realizzare una corretta strategia di difesa le aziende possono basarsi sui dati dei monitoraggi territoriali che vengono riportati nei Bollettini di Produzione Integrata. Queste informazioni si basano in gran parte sui modelli previsionali che partendo dai dati climatici, permettono di valutare su base territoriale lo sviluppo dei principali insetti dannosi.
Una valutazione ancora più precisa della presenza del fitofago può essere fatta con il monitoraggio aziendale realizzato attraverso osservazioni visive sulle piante o utilizzando trappole. L’osservazione visiva si esegue ispezionando una parte rappresentativa degli organi della pianta (gemme, infiorescenze, mazzetti fiorali, foglie, frutti, germogli ecc.) conteggiando gli insetti presenti (uova o forme giovanili) oppure valutando i danni che hanno provocato. A volte anziché l’insetto può essere ricercata la presenza di residui indice della sua attività (es: esuvie, rosure, escrementi).
Il metodo più diffuso per monitorare la densità della popolazione di una specie fitofaga è sicuramente basato sulle trappole in grado di catturare gli insetti grazie a specifiche proprietà fisiche (es: colore) o perché innescate con sostanze attrattive. Il vantaggio principale delle trappole è legato alla praticità, al basso costo e alla possibilità di individuare tempestivamente popolazioni di insetti anche molto scarse.
Anche se non è sempre possibile stabilire un rapporto diretto tra il numero di individui catturati e le possibilità di attacco, in genere, a catture scarse o nulle, non corrisponde alcun danno per la coltura. Per diversi insetti è stata definita la relazione tra entità delle catture e le possibilità di attacco e sono state definite delle specifiche soglie di intervento che si esprimono come media delle catture settimanali o come somma di catture avvenute dall’inizio della generazione.
Purtroppo con l’affermarsi della confusione sessuale come metodi di lotta, negli ultimi anni è drasticamente calato l’impiego delle trappole a feromoni e, le aziende, spesso devono basare la scelta del momento di intervento solo sui dati previsionali dei modelli.
Le trappole a feromone
Anche se la gran parte delle trappole a feromoni sono costituite da un tettuccio e da un fondo collato su cui viene inserito l’attrattivo, esistono diverse tipologie di trappole che si differenziano per la forma: a delta, a pagoda, ad astuccio. Ognuna è adatta al monitoraggio di una determinata categoria di insetti.
L’ultima novità è rappresentata dalle trappole elettroniche completamente automatizzate. Gli ultimi modelli sono completamente autonomi e, una volta installati nel frutteto, vengono alimentati da una cella solare. Nella parte superiore della trappola c’è una fotocamera che scatta giornalmente delle foto del fondo collato della trappola che si possono ricevere direttamente sullo smartphone del tecnico o dell’agricoltore. Con questo tipo di trappola è possibile ottenere i dati delle catture in tempo reale senza muoversi da casa e, nei momenti di massima allerta, eseguire anche dei controlli quotidiani.