Negli anni scorsi il quadro fitosanitario del pomodoro da industria è stato contrassegnato quasi dovunque in Puglia e Basilicata da attacchi di fitofagi, la cui diffusione è stata favorita dal persistente clima caldo-umido. Un problema comune è stato, in particolare, la presenza dell’eriofide rugginoso del pomodoro (Aculops lycopersici). Una presenza così preoccupante che il Comitato tecnico di coordinamento delle Op del Centro-Sud Italia in collaborazione con l’Anicav, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del Disciplinare di produzione integrata del pomodoro da industria 2020, ha organizzato un incontro presso il Dipartimento di scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente (Safe) dell’Università di Foggia dedicato agli acari del pomodoro da industria e in particolare all’eriofide rugginoso.
Un incontro che ha visto la partecipazione di tecnici delle Op e di Anicav, di aziende produttrici di agrofarmaci, che hanno presentato le novità disponibili per il controllo di A. lycopersici nonché le possibili evoluzioni normative (registrazioni e variazioni di impiego) dei prodotti attualmente registrate, di Agostino Santomauro, funzionario del Dipartimento di Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente della Regione Puglia, che ha presentato in anteprima le possibili modifiche al disciplinare di Produzione integrata del pomodoro da industria della Regione Puglia, e di Salvatore Germinara, docente di Entomologia agraria dell’Università di Agraria di Foggia, che ne ha illustrato le caratteristiche biologiche e le modalità di controllo.
I sintomi dell’eriofide rugginoso
La presenza dell’eriofide rugginoso, spiegano gli agronomi del Comitato tecnico delle Op, si palesa con alterazioni dei tessuti epidermici del colletto e delle foglie basali, i quali assumono un colore dapprima verde-bronzeo e in seguito tendente al marrone, che si estende lungo il fusto verso la parte aerea, fino raggiungere i frutti in accrescimento. Le foglie colpite si deformano accartocciandosi ai bordi e ripiegandosi verso il basso; il loro colore vira progressivamente dal verde al bruno-verdognolo e al bronzeo; poi assumono una pigmentazione tendente al marrone chiaro, divengono fragili e cadono anticipatamente. Alterazioni si manifestano anche a carico delle infiorescenze, con cadute premature e fruttificazione irregolare, e dei frutti, con la comparsa di aree suberificate, di ampiezza variabile, percorse da screpolature.
Dimensioni e ciclo biologico
Le dimensioni dell’eriofide rugginoso (come di tutti gli eriofidi) sono molto ridotte, ad esempio le femmine sono lunghe appena 0,15-0,18 millimetri, aggiunge Cardone. Le uova hanno forma sferica irregolare e lunghezza di appena 0,03-0,01 millimetri, quindi è impossibile individuarle a occhio nudo. Le femmine depongono sulle foglie circa 50 uova, collocandole in prossimità delle nervature o alla base dei peli. In condizioni favorevoli (27 °C e 30% di umidità relativa) una generazione può completarsi in una settimana, passando attraverso gli stadi di uovo, ninfa di I età, ninfa di II età e adulto.
Diffusione, dannosità e difesa
La diffusione di A. lycopersici sul pomodoro da industria è stata segnalata e riscontrata dal 2010 in tutto l’areale pugliese e lucano, ma negli ultimi 4-5 anni la sua presenza risulta sempre più diffusa e il danno riscontrato sulla coltura sempre più incisivo, arrivando fino a una perdita del 65% della produzione; anche in casi meno gravi si segnalano una riduzione qualitativa della bacca e in particolare una diminuzione del grado Brix.
Per ridurre l’incidenza del danno bisogna intervenire alla comparsa dei sintomi con trattamenti specifici, perciò è molto importante il monitoraggio fatto in campo (con microscopio portatile) per la conta degli acari sulle foglie. Gli eventuali trattamenti con zolfo per il controllo dell’oidio possono ostacolare le popolazioni di eriofidi. Sicuramente la componente climatica gioca un ruolo fondamentale nella presenza e nello sviluppo di tali parassiti, ma anche pratiche colturali e agronomiche errate hanno una forte influenza sulla diffusione degli acari eriofidi e tetranichidi. Per il loro controllo non è sufficiente affidarsi alla soluzione/prodotto di difesa, ma è necessario ricorrere a una strategia integrata di coltivazione con la consapevolezza che ogni azione ha influenza sulle successive.
Replica il 13 febbraio presso l’Università di Foggia
Gli agronomi del Comitato tecnico delle Op ricordano infine che da quasi 20 anni il Comitato tecnico delle Op lavora per la redazione di un disciplinare unico di produzione integrata da applicare in tutte regioni di produzione del pomodoro fa industria del bacino centro-meridionale. Tale attività, grazie anche all’apertura e disponibilità dei funzionari regionali, sta favorendo l’armonizzazione dei disciplinari di produzione integrata del pomodoro regionali. Questo incontro verrà replicato il 13 febbraio 2020 presso l’Università di Foggia con la partecipazione anche delle aziende agricole del comprensorio che, nella scorsa annata, hanno dovuto affrontare la problematica in campo.