I parassiti che infestano le cucurbitacee coltivate in pieno campo arrecano alle piante sia danni diretti per sottrazione di sostanze nutritive sia indiretti perché alcuni di essi sono considerati potenziali vettori di malattie di natura virale.
I molti danni dell’afide
Seppure siano diverse le specie afidiche che vivono a spese delle cucurbitacee, l’afide Aphis gossypii è sicuramente quello più diffuso e maggiormente dannoso essendo in grado di sviluppare, con l’innalzamento della temperatura e in presenza di elevata umidità relativa dell’aria, numerose generazioni in un arco di tempo relativamente breve.
Le popolazioni di Aphis gossypii sono tenute a freno da numerosi predatori e parassitoidi, ciò nonostante possono sfuggire all’azione di controllo esercitata dai nemici naturali costringendo il coltivatore a fare ricorso alla lotta chimica all’inizio dell’infestazione in modo tempestivo. Qualora nell’arco del ciclo colturale sia necessario intervenire con più trattamenti, è opportuno impiegare prodotti insetticidi caratterizzati da un diverso meccanismo di azione onde evitare l’insorgenza della resistenza del fitomizo nei loro confronti.
Le infestazioni prodotte da Aphis gossypii sono localizzate specialmente sulle foglie giovani e sugli apici vegetativi. Gli adulti e le forme giovanili, essendo dotati di apparato boccale pungente e succhiante, sottraggono un’elevata quantità di linfa e determinano il rallentamento della crescita delle piante, l’accartocciamento e il disseccamento delle foglie, la colatura dei fiori, l’aborto dei frutticini in corso di allegagione e la mancata maturazione di quelli in fase di crescita più avanzata. In caso di forti attacchi il fitomizo produce abbondante melata sulla quale si sviluppa la fumaggine che ricopre la vegetazione. Il parassita è inoltre molto temibile in quanto è potenzialmente vettore di alcune affezioni di natura virale, tra cui il virus del mosaico del cetriolo (CMV), il virus del mosaico giallo dello zucchino (ZYMV) ed il virus 2 del mosaico del cocomero (WMV-2). Questa modalità d’azione, con disseccamenti vegetativi, aborti fiorali, deformazione dei frutti, sviluppo di abbondante melata e relativa fumaggine, e trasmissione dei virus del mosaico comune (BCMV) e del mosaico giallo (BYMV), è la stessa dell’afide nero Aphis fabae riscontrabile anche su fagiolo e fagiolino.
Fitte ragnatele sulle foglie
Il ragnetto rosso comune o bimaculato (Tetranychus urticae) è un acaro estremamente polifago essendo in grado di infestare numerose specie vegetali con una particolare predilezione per le colture ortive, fra le quali sono comprese anche le cucurbitacee.
I danni sono causati sia dagli adulti sia dalle forme giovanili che, mediante l’apparato boccale pungente e succhiante, sottraggono alla vegetazione le sostanze nutritive e determinano la bronzatura e il disseccamento del lembo fogliare. Le foglie infestate vengono spesso ricoperte da fitte ragnatele sericee sotto le quali si possono osservare, con l’ausilio di una lente di ingrandimento, uova, forme giovanili e adulti del fitomizo. Se per la lotta si fa uso di prodotti acaricidi, è consigliabile impiegare prodotti caratterizzati da un diverso meccanismo d’azione in quanto il ragnetto rosso è in grado di selezionare individui resistenti nei confronti del medesimo principio attivo applicato ripetutamente.
I principi attivi contro afide e ragnetto
Avversità | Principio attivo (%) | Dose g o cc/hl |
Afidi (Aphis gossypii) |
Flonicamid 50 | 0,10 kg/ha |
Acetamiprid 4,67 | 2 l/ha | |
Spirotetramat 4,53 | 165 | |
Flupyradifrone 17,1 ➊ | 60-75 | |
Ragnetto rosso (Tetranychus urticae) |
Tebufenpirad 20 | 60-80 |
Etoxazole 10,68 | 40-50 | |
Bifenazate 43,55 | 20-25 | |
Spiromesifen 22,9 | 45-60 | |
Exitiazox 23,1 ➋ | 16 |
➊ Non ammesso su melone; ➋ In pieno campo ammesso su cocomero e melone
In rosso sono indicati i prodotti di recente commercializzazione
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita