La difesa integrata è diventata il modello di riferimento per la protezione non solo del frutteto, ma di tutte le colture. L’unica consentita dall’Unione Europea, ma in Italia non si sono ancora realizzate tutte le condizioni per favorire questa disposizione. La Direttiva europea 128/2009 sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ha infatti introdotto l’uso obbligatorio dell’IPM (Integrated Pest Management o difesa integrata dagli organismi dannosi per le piante) a partire dal 1° gennaio 2014. Il Pan (Piano d’Azione Nazionale) ha in seguito recepito i principi della Direttiva.
Il supporto delle Regioni
Il Pan, come noto, definisce un primo livello di difesa integrata, obbligatoria, che prevede, come primo punto, l’applicazione di tecniche di prevenzione e monitoraggio delle infestazioni, delle infezioni e delle infestanti. Con lo scopo di definire le azioni e i supporti necessari per l’applicazione della difesa integrata obbligatoria, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) provvede, fra l’altro, ad attivare iniziative per la realizzazione e l’applicazione di sistemi di previsione e avvertimento sullo sviluppo delle avversità, da utilizzare a livello regionale. In particolare il Pan prevede:
1) la standardizzazione dei modelli previsionali esistenti e oggi in uso in alcune regioni;
2) la messa a disposizione di regioni e province autonome, degli algoritmi dei modelli previsionali sullo sviluppo delle avversità;
3) la validazione dei diversi modelli nei diversi ambiti territoriali.
Regioni e province autonome, dal canto loro, sono chiamate a mettere in atto le azioni per rendere possibile l’applicazione della difesa integrata, fra cui: a) assicurare una rete di monitoraggio sullo sviluppo delle principali avversità e l’applicazione, ove possibile, dei sistemi di previsione e avvertimento di cui al punto precedente; b) garantire agli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari la disponibilità di sistemi di previsione e avvertimento sullo sviluppo delle avversità, come pure di bollettini che, sulla base dei risultati delle elaborazioni dei modelli previsionali e delle reti di monitoraggio, forniscano informazioni sull’applicazione della difesa integrata.
Il Pan definisce anche un secondo livello di difesa integrata, quella volontaria. Anche in questo caso, regioni e province autonome sono tenute a provvedere, fra l’altro, a:
1) garantire la realizzazione e/o il potenziamento di supporti tecnici e informativi, in sinergia con le attività di supporto previste per la difesa integrata obbligatoria e per l’agricoltura biologica;
2) promuovere eventuali servizi di consulenza innovativi.
Piattaforme da implementare
La situazione attuale vede un forte ritardo nell’attuazione degli elementi del Pan sopra richiamati. Alcuni Servizi regionali si erano dotati, da tempo, di una propria piattaforma informatica contenente modelli matematici per le avversità validati sul territorio, e operante a supporto di un servizio di previsione e avvertimento. Altri Servizi regionali stanno utilizzando le piattaforme informatiche sviluppate da Horta, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che pure contengono modelli ampiamente verificati e validati. Altre realtà stanno cercando di “recuperare” modelli disponibili sul mercato (spesso in abbinamento a stazioni agro-meteorologiche) o d’implementare modelli reperiti in letteratura, i quali mancano spesso dell’indispensabile validazione per le specifiche condizioni ambientali e colturali. Questa situazione non risponde certo alle esigenze del Pan e crea disparità fra i produttori agricoli di diverse regioni per quanto concerne la possibilità d’accedere a valide informazioni a supporto dell’adozione della difesa integrata. L’adozione, per la stessa avversità, di modelli diversi genera peraltro il rischio di fornire informazioni contrastanti.
....
*Esperto Nova e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 09/2016 L’Edicola di Terra e Vita